Anoressia e bulimia rappresentano patologie sempre più diffuse; i dati attuali sono allarmanti. Ci si può riferire a forme passeggere, caratterizzate da risposte reattive a momentanee difficoltà, o a forme che in realtà sono una difesa paradossale utile per evitare un più grave scompenso psicotico. La presa di coscienza che i disturbi del comportamento alimentare siano associati ad un elevato rischio di mortalità, ha portato al diffondersi di numerosi studi e ricerche mirate all’individuazione delle cause eziopatogenetiche. Il modello di malattia che sembra più persuasivo è quello multifattoriale: variabili predisponenti determinano una vulnerabilità biologica e psicologica al disturbo, che può essere attivata da eventi traumatici (fattori scatenanti) e perpetrato da circoli viziosi (fattori di mantenimento). Un cenno meritano anche i fattori di natura iatrogena, dei quali sono responsabili le cure e i curanti. Diversi studi ci forniscono un quadro delle aree e delle strutture coinvolte in tali disturbi e rilevano come nella loro eziopatogenesi sia presente una componente neurobiologica. Fondamentale diventa la prevenzione, ossia l’intervento sui fattori di rischio, la diagnosi precoce, il ricorso tempestivo alla cura, e la gestione della cronicità. Sono necessari approcci terapeutici multidisciplinari e flessibili; l’approccio al trattamento di questi disturbi è fondato su due principi: il primo è l’approccio multidisciplinare integrato, ossia la presa in carico del paziente da parte di un’équipe che prevede la collaborazione di professionisti dell’area internistico/nutrizionale con professionisti dell’area psichiatrica/psicologica; il secondo la costruzione di un percorso a più livelli di assistenza personalizzati a seconda delle necessità e della gravità del singolo paziente. Nonostante gli studi, le ricerche e l’efficacia di alcune tecniche, i disturbi del comportamento alimentare rimangono comunque una sfida. Ancora oggi questi disturbi ci pongono molte domande, alle quali non sappiamo ancora dare precise risposte. Studi e ricerche continuano: a volte illuminano alcuni aspetti non ancora esplorati, a volte respingono nel buio particolari appena scoperti.

Anoressia-Bulimia Ricerca di senso, ricerca di Sé

BASSI, CALOGERA
2022/2023

Abstract

Anoressia e bulimia rappresentano patologie sempre più diffuse; i dati attuali sono allarmanti. Ci si può riferire a forme passeggere, caratterizzate da risposte reattive a momentanee difficoltà, o a forme che in realtà sono una difesa paradossale utile per evitare un più grave scompenso psicotico. La presa di coscienza che i disturbi del comportamento alimentare siano associati ad un elevato rischio di mortalità, ha portato al diffondersi di numerosi studi e ricerche mirate all’individuazione delle cause eziopatogenetiche. Il modello di malattia che sembra più persuasivo è quello multifattoriale: variabili predisponenti determinano una vulnerabilità biologica e psicologica al disturbo, che può essere attivata da eventi traumatici (fattori scatenanti) e perpetrato da circoli viziosi (fattori di mantenimento). Un cenno meritano anche i fattori di natura iatrogena, dei quali sono responsabili le cure e i curanti. Diversi studi ci forniscono un quadro delle aree e delle strutture coinvolte in tali disturbi e rilevano come nella loro eziopatogenesi sia presente una componente neurobiologica. Fondamentale diventa la prevenzione, ossia l’intervento sui fattori di rischio, la diagnosi precoce, il ricorso tempestivo alla cura, e la gestione della cronicità. Sono necessari approcci terapeutici multidisciplinari e flessibili; l’approccio al trattamento di questi disturbi è fondato su due principi: il primo è l’approccio multidisciplinare integrato, ossia la presa in carico del paziente da parte di un’équipe che prevede la collaborazione di professionisti dell’area internistico/nutrizionale con professionisti dell’area psichiatrica/psicologica; il secondo la costruzione di un percorso a più livelli di assistenza personalizzati a seconda delle necessità e della gravità del singolo paziente. Nonostante gli studi, le ricerche e l’efficacia di alcune tecniche, i disturbi del comportamento alimentare rimangono comunque una sfida. Ancora oggi questi disturbi ci pongono molte domande, alle quali non sappiamo ancora dare precise risposte. Studi e ricerche continuano: a volte illuminano alcuni aspetti non ancora esplorati, a volte respingono nel buio particolari appena scoperti.
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