Lo studio dei microrganismi presenti negli ambienti estremi è l'emergente frontiera della microbiologia ambientale. L'ambiente marino è il più vasto ecosistema presente sulla superficie terrestre e per le sue peculiari caratteristiche chimico-fisiche può essere considerato un ambiente estremo a tutti gli effetti. Ad oggi la maggior parte dei lavori scientifici inerenti l'ambiente marino hanno avuto come oggetto vertebrati, invertebrati, vegetali, virus e batteri, mentre ancora poco studiati sono i funghi marini, sebbene sia nota da tempo la loro importanza, infatti, svolgono ruoli ecologici importanti e posseggono attività enzimatiche ed altri metaboliti interessanti per l'industria farmaceutica e per applicazioni biotecnologiche. Il nostro studio ha avuto come oggetto l'isolamento e l'identificazione della micoflora associata ai diversi distretti della fanerogama marina P. oceanica. Nove campioni di P. oceanica sono stati raccolti nel marzo 2008 ad una profondità tra -5 e -21 m e sono stati suddivisi in 4 parti: foglie, rizomi, matte e radici. L'isolamento è stato effettuato utilizzando 3 terreni colturali (CMA, GPYA, AP) preparati con acqua di mare, la cui composizione mima le caratteristiche presenti nell'ambiente naturale, al fine di permettere la crescita anche delle specie più rare, meno competitive e a lenta crescita. L'utilizzo di 3 diversi terreni ed un'incubazione prolungata nel tempo è risultata essere una strategia vincente, infatti, nel complesso sono state isolate 87 entità fungine, 68 appartenenti al phylum Ascomycota, 3 appartenenti al phylum Basidiomycota e 16 miceli sterili non riconducibili a nessuna specie nota. Il numero di specie isolate è risultato essere paragonabile a quello riscontrato in studi di biodiversità fungina condotti in foreste di mangrovie ed è superiore a quello fino ad ora descritto dai vari studi condotti su altre fanerogame marine. Il maggior numero di specie è risultato essere ascritto ai generi Penicillium, Cladosporium e Acremonium. Elevata è stata la presenza di entità fungine raramente isolate da ambiente marino e addirittura di specie mai segnalate prima in questo ambiente. Interessante è stato anche l'isolamento di un numero elevato di miceli sterili che non sono stati riconducibili a nessuna specie nemmeno in seguito ad analisi molecolare. Durante questa indagine non sono stati ritrovati funghi già segnalati da altri autori come associati a P. oceanica. Questa discrepanza è dovuta alla diversa stagione di campionamento, infatti, durante questa indagine le piante sono state raccolte all'inizio della stagione vegetativa, mentre i dati in letteratura fanno riferimento a piante raccolte alla fine della stagione. La presente indagine ha inoltre indicato come la composizione quali- quantitativa e la struttura della micoflora di P. oceanica cambi notevolmente nei quattro distretti analizzati evidenziando che la maggior parte delle specie possiede un importante specificità di substrato. In conclusione i risultati ottenuti costituiscono un notevole contributo alla conoscenza della biodiversità fungina in ambiente marino riferito a P. oceanica, una pianta estremamente importante per l'ecosistema marino, ma pesantemente minacciata. Inoltre, gli isolati, depositati presso la Mycotheca Universitatis Taurinensis, costituiscono una collezione di funghi marini che rappresenta un importante ¿pool¿ di biodiversità le cui potenzialità biotecnologiche e farmaceutiche saranno quindi oggetto di studi futuri.

BIODIVERSITA' FUNGINA ASSOCIATA ALLA FANEROGAMA MARINA P. OCEANICA

PANNO, LUIGI
2008/2009

Abstract

Lo studio dei microrganismi presenti negli ambienti estremi è l'emergente frontiera della microbiologia ambientale. L'ambiente marino è il più vasto ecosistema presente sulla superficie terrestre e per le sue peculiari caratteristiche chimico-fisiche può essere considerato un ambiente estremo a tutti gli effetti. Ad oggi la maggior parte dei lavori scientifici inerenti l'ambiente marino hanno avuto come oggetto vertebrati, invertebrati, vegetali, virus e batteri, mentre ancora poco studiati sono i funghi marini, sebbene sia nota da tempo la loro importanza, infatti, svolgono ruoli ecologici importanti e posseggono attività enzimatiche ed altri metaboliti interessanti per l'industria farmaceutica e per applicazioni biotecnologiche. Il nostro studio ha avuto come oggetto l'isolamento e l'identificazione della micoflora associata ai diversi distretti della fanerogama marina P. oceanica. Nove campioni di P. oceanica sono stati raccolti nel marzo 2008 ad una profondità tra -5 e -21 m e sono stati suddivisi in 4 parti: foglie, rizomi, matte e radici. L'isolamento è stato effettuato utilizzando 3 terreni colturali (CMA, GPYA, AP) preparati con acqua di mare, la cui composizione mima le caratteristiche presenti nell'ambiente naturale, al fine di permettere la crescita anche delle specie più rare, meno competitive e a lenta crescita. L'utilizzo di 3 diversi terreni ed un'incubazione prolungata nel tempo è risultata essere una strategia vincente, infatti, nel complesso sono state isolate 87 entità fungine, 68 appartenenti al phylum Ascomycota, 3 appartenenti al phylum Basidiomycota e 16 miceli sterili non riconducibili a nessuna specie nota. Il numero di specie isolate è risultato essere paragonabile a quello riscontrato in studi di biodiversità fungina condotti in foreste di mangrovie ed è superiore a quello fino ad ora descritto dai vari studi condotti su altre fanerogame marine. Il maggior numero di specie è risultato essere ascritto ai generi Penicillium, Cladosporium e Acremonium. Elevata è stata la presenza di entità fungine raramente isolate da ambiente marino e addirittura di specie mai segnalate prima in questo ambiente. Interessante è stato anche l'isolamento di un numero elevato di miceli sterili che non sono stati riconducibili a nessuna specie nemmeno in seguito ad analisi molecolare. Durante questa indagine non sono stati ritrovati funghi già segnalati da altri autori come associati a P. oceanica. Questa discrepanza è dovuta alla diversa stagione di campionamento, infatti, durante questa indagine le piante sono state raccolte all'inizio della stagione vegetativa, mentre i dati in letteratura fanno riferimento a piante raccolte alla fine della stagione. La presente indagine ha inoltre indicato come la composizione quali- quantitativa e la struttura della micoflora di P. oceanica cambi notevolmente nei quattro distretti analizzati evidenziando che la maggior parte delle specie possiede un importante specificità di substrato. In conclusione i risultati ottenuti costituiscono un notevole contributo alla conoscenza della biodiversità fungina in ambiente marino riferito a P. oceanica, una pianta estremamente importante per l'ecosistema marino, ma pesantemente minacciata. Inoltre, gli isolati, depositati presso la Mycotheca Universitatis Taurinensis, costituiscono una collezione di funghi marini che rappresenta un importante ¿pool¿ di biodiversità le cui potenzialità biotecnologiche e farmaceutiche saranno quindi oggetto di studi futuri.
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