This thesis focuses especially on the pronunciation of alphabetisms and acronyms in Italian, it presents to Italian readers and Italian as L2 learners possible rules and guidelines as concerns pronunciation. Alphabetisms and acronyms are forms created since the time of Romans, these types of word formation are still alive and their results are worth analysing. In Italy, their morphological aspects have been studied, for example, by the linguistics Riccardo Gualdo and Stefano Telve, but few attention has been given to the pronunciation. In Italy, the phonetic study was developed by Nicola Brocca, while abroad, a more recent study was presented by Philippe Boula e Franck Floricic. In this work, we will discuss this aspect more in detail, starting by giving some definitions to these forms, explaining the distinctions between alphabetism and acronym, clarifying the morphological aspect and then the phonetic one. We will therefore demonstrate that there is a strict correlation between morphology and pronunciation, therefore, there must be a clarification on the first aspect in order to focus on the second one. Starting from 1800 shortening, we did not provide only guidelines on the most proper pronunciation, but we also analysed the possible variations (both those acceptable and the incorrect ones). In fact, in Italian, there is still confusion between borrowing and calque. There is still no rule as regards either to translate the shortening in Italian or to keep it in the original language.
Questa tesi si concentra soprattutto sulla pronuncia di sigle e acronimi nella lingua italiana, vengono presentate delle regole e linee guida di pronuncia che servono agli lettori italofoni e apprendenti della lingua italiana come L2. Partendo dal presupposto che le sigle e gli acronimi sono delle forme che venivano create sin dai tempi dei romani, questa forma di creazione è tuttora viva e i suoi risultati degni di analisi. Studiate dal punto di vista morfologico da linguisti come Riccardo Gualdo e Stefano Telve, ne è stata però trascurata un’analisi fonetica, solo in parte approfondita in territorio italiano da Nicola Brocca e a livello internazionale da Philippe Boula e Franck Floricic. In questo lavoro approfondiremo questo aspetto partendo prima di tutto dalla definizione di queste forme, chiarendo la distinzione tra sigla e acronimo, andando anche ad analizzare i termini come tamponamento e abbreviazione, cercando di dare chiarezza alla parte morfologica per poi spostarsi sulla parte della pronuncia, dimostrando che esiste una stretta correlazione tra morfologia e fonetica e che ci dev’essere chiarezza sul primo aspetto per potersi poi focalizzare sul secondo. Partendo da un campione di 1800 occorrenze, non è stata solo stabilita la corretta pronuncia, ma sono state analizzate le possibili varianti (sia quelle accettabili, che quelle sconsigliate) e i prestiti linguistici (che generalmente creano più difficoltà). Infatti c’è tuttora confusione tra prestito e calco, non esiste ancora una regola per cui una sigla o un acronimo debbano essere tradotti in italiano o mantenuti in lingua originale.
Sulla pronuncia standard di sigle e acronimi in italiano con proposta di varianti accettabili e consigliate
FENTI, CHIARA
2022/2023
Abstract
Questa tesi si concentra soprattutto sulla pronuncia di sigle e acronimi nella lingua italiana, vengono presentate delle regole e linee guida di pronuncia che servono agli lettori italofoni e apprendenti della lingua italiana come L2. Partendo dal presupposto che le sigle e gli acronimi sono delle forme che venivano create sin dai tempi dei romani, questa forma di creazione è tuttora viva e i suoi risultati degni di analisi. Studiate dal punto di vista morfologico da linguisti come Riccardo Gualdo e Stefano Telve, ne è stata però trascurata un’analisi fonetica, solo in parte approfondita in territorio italiano da Nicola Brocca e a livello internazionale da Philippe Boula e Franck Floricic. In questo lavoro approfondiremo questo aspetto partendo prima di tutto dalla definizione di queste forme, chiarendo la distinzione tra sigla e acronimo, andando anche ad analizzare i termini come tamponamento e abbreviazione, cercando di dare chiarezza alla parte morfologica per poi spostarsi sulla parte della pronuncia, dimostrando che esiste una stretta correlazione tra morfologia e fonetica e che ci dev’essere chiarezza sul primo aspetto per potersi poi focalizzare sul secondo. Partendo da un campione di 1800 occorrenze, non è stata solo stabilita la corretta pronuncia, ma sono state analizzate le possibili varianti (sia quelle accettabili, che quelle sconsigliate) e i prestiti linguistici (che generalmente creano più difficoltà). Infatti c’è tuttora confusione tra prestito e calco, non esiste ancora una regola per cui una sigla o un acronimo debbano essere tradotti in italiano o mantenuti in lingua originale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/145775