La Tesi ha come oggetto di studio il settore meridionale del Massiccio di Ambin lungo la Valle di Susa. L'approccio multidisciplinare ha permesso di identificare e caratterizzare un'importante zona di deformazione orientata NE-SW che delimita il settore meridionale del Massiccio d'Ambin lungo la Valle di Susa. Tale zona di deformazione risulta tracciabile fino alla piana di Oulx sulla base dell'interpretazioni delle prospezioni geofisiche condotte nel fondovalle. I dati mesostrutturali hanno consentito di identificare i principali caratteri cinematici delle strutture della zona di deformazione (sviluppo di faglie trascorrenti destre orientate NE ¿ SW a cui si associano faglie normali e locali trascorrenti sinistre). Le indicazioni termobarometriche ricavate dallo studio delle inclusioni fluide condotte su campioni dell'UTS Ambin prelevati all'interno della zona di deformazione della Valle di Susa hanno evidenziato come questa zona di deformazione fosse attiva in condizioni tardo-metamorfico (scisti verdi) e, in queste condizioni, una circolazione di fluidi ipersalini (wt % NaCl > 30) avrebbe determinato la formazione di vene mineralizzate a carattere (solfuri e/o ematite) giacimentologico e l'albitizzazione della roccia incassante. La zona di deformazione della Valle di Susa così definita ha importanza anche da un punto di vista idrogeologico, essendo caratterizzata da una fratturazione pervasiva con sviluppo di fasce cataclastiche orientate NE-SW. La zona ad alta permeabilità funge da drenaggio per acque sia meteoriche che per acque in risalita caratterizzate come acque sovrassature in silice da circolazione profonda (temperatura d'emersione di circa 20°). L'applicazione dei geotermometri hanno restituito per tali venute in galleria temperatura di riequilibrazione con valori compresi 30° - 40°C. Pertanto, la zona di deformazione determina la presenza di una zona ad alta permeabilità a definire un acquifero per fratturazione avente un forte controllo sulla circolazione idrogeologica che è favorita e controllata dall'assetto strutturale e il flusso è diretto da NE verso SW dove si infiltra entro i depositi quaternari che caratterizzano la piana di Oulx. La possibilità tuttavia che nella regione della piana di Oulx si abbia un serbatoio geotermico sfruttabile è di difficile interpretazione, essendo condizionato dall'andamento del basamento e dalla presenza di una circolazione idrica superficiale con acque fredde solforose che potrebbero miscelarsi con le eventuali acque calde provenienti da NE o, eventualmente mascherarne la presenza in profondità.

Relazioni tra strutture e mineralizzazioni durante l'evoluzione tardo e post-metamorfica del settore meridionale del Massiccio d'Ambin: nuovi dati da un approccio multidisciplinare

SPORTAIUOLO, LAURA
2008/2009

Abstract

La Tesi ha come oggetto di studio il settore meridionale del Massiccio di Ambin lungo la Valle di Susa. L'approccio multidisciplinare ha permesso di identificare e caratterizzare un'importante zona di deformazione orientata NE-SW che delimita il settore meridionale del Massiccio d'Ambin lungo la Valle di Susa. Tale zona di deformazione risulta tracciabile fino alla piana di Oulx sulla base dell'interpretazioni delle prospezioni geofisiche condotte nel fondovalle. I dati mesostrutturali hanno consentito di identificare i principali caratteri cinematici delle strutture della zona di deformazione (sviluppo di faglie trascorrenti destre orientate NE ¿ SW a cui si associano faglie normali e locali trascorrenti sinistre). Le indicazioni termobarometriche ricavate dallo studio delle inclusioni fluide condotte su campioni dell'UTS Ambin prelevati all'interno della zona di deformazione della Valle di Susa hanno evidenziato come questa zona di deformazione fosse attiva in condizioni tardo-metamorfico (scisti verdi) e, in queste condizioni, una circolazione di fluidi ipersalini (wt % NaCl > 30) avrebbe determinato la formazione di vene mineralizzate a carattere (solfuri e/o ematite) giacimentologico e l'albitizzazione della roccia incassante. La zona di deformazione della Valle di Susa così definita ha importanza anche da un punto di vista idrogeologico, essendo caratterizzata da una fratturazione pervasiva con sviluppo di fasce cataclastiche orientate NE-SW. La zona ad alta permeabilità funge da drenaggio per acque sia meteoriche che per acque in risalita caratterizzate come acque sovrassature in silice da circolazione profonda (temperatura d'emersione di circa 20°). L'applicazione dei geotermometri hanno restituito per tali venute in galleria temperatura di riequilibrazione con valori compresi 30° - 40°C. Pertanto, la zona di deformazione determina la presenza di una zona ad alta permeabilità a definire un acquifero per fratturazione avente un forte controllo sulla circolazione idrogeologica che è favorita e controllata dall'assetto strutturale e il flusso è diretto da NE verso SW dove si infiltra entro i depositi quaternari che caratterizzano la piana di Oulx. La possibilità tuttavia che nella regione della piana di Oulx si abbia un serbatoio geotermico sfruttabile è di difficile interpretazione, essendo condizionato dall'andamento del basamento e dalla presenza di una circolazione idrica superficiale con acque fredde solforose che potrebbero miscelarsi con le eventuali acque calde provenienti da NE o, eventualmente mascherarne la presenza in profondità.
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