BACKGROUND: neonatal hyperbilirubinaemia is a frequent condition in newborns; proper management is mandatory to avoid both jaundice-related neurological damage and unwarranted treatment. OBJECTIVE: the main objective of the study was to evaluate the real life management of hyperbilirubinaemia in a single-centre prospective case series. In particular, risk factors predictive of initiation of phototherapy reported in the latest American Academy of Pediatrics guidelines and a possible difference in efficacy between treatment provided in the nursery and in rooming in were investigated. The secondary objective was to compare management with the latest literature evidence (first evaluation phase of a Deming cycle aimed at improving quality of care). MATERIALS AND METHODS: all patients born at the S.C. Neonatology of the Mauriziano Hospital in Turin between 01/10/2022 and 03/12/2022 were enrolled in the study. Demographic and clinical data were collected for all patients, including anamnestic data, clinically evident jaundice, evaluation of bilirubinemia levels and phototherapy treatment. RESULTS: a total of 198 patients were enrolled (194 term neonates); 90 (45.5%) males, 108 (54.5%) females. Overall, 134 (67.7%) presented clinically evident jaundice. Bilirubin measurement was performed in 151/198 (76.3%); among them 98 (64.9%) had jaundice. A total of 43/198 (21.7%) newborns underwent at least one course of phototherapy. The risk of being treated was significantly increased in patients with a positive family history for haemolytic diseases (OR 2.72; 95%CI 1.00-7.11) and in those with a history of clinical instability on admission (OR 4.86; 95%CI 1.74-13.86). The efficacy of the rooming-in treatment was not inferior to that of the nursery (reduction of 0,91 in efficacy of phototherapy at the nursery versus rooming-in; 95%CI 3.55-1.73; p 0.488). Only 10/43 (23,3%) newborns who underwent phototherapy presented bilirubin values at or above the recommended cut-offs; the average bilirubin level in those who started treatment was 3mg/dl below the recommended cut-offs. The value of 12.29 mg/dl turned out to have the highest sensitivity (0.91) and specificity (0.95) in discriminating the treated group. Predictive risk factors for phototherapy, according to the guidelines, were haemolysis (OR 12.86; 95%CI 2.29-64.76) and clinical instability during hospitalisation (OR 12.25; 95%CI 2.70-52.73). Higher gestational age (EG) was significantly associated with reduced risk (per day EG OR 0.93; 95%CI 0.87-1.00). FUTURE PROSPECTS: despite the limitations deriving from the low number and variability of the sample, our study, in agreement with the data in the literature, demonstrated a poor adherence, in clinical practice, to the last evidence of literature. This first phase of data collection, according to the Deming cycle methodology, will be followed by a training phase and, after 12 months, a subsequent reassessment of real life management for comparison.

BACKGROUND: l’iperbilirubinemia neonatale è una condizione di frequente riscontro nei neonati; è mandatorio un corretto management che permetta di evitare sia il danno neurologico correlato all’ittero sia un trattamento ingiustificato. OBIETTIVO: obiettivo principale dello studio è stato quello di valutare la gestione real life dell’iperbilirubinemia in una casistica prospettica di singolo centro. In particolare, sono stati indagati i fattori di rischio predittivi di avvio del trattamento fototerapico riportati nelle ultime linee guida dell’American Academy of Pediatrics ed una eventuale differenza di efficacia tra il trattamento erogato al nido e in rooming in. Obiettivo secondario è stato confrontare la gestione con le ultime evidenze di letteratura (prima fase valutativa di un ciclo di Deming finalizzato al miglioramento della qualità di cura). MATERIALI E METODI: sono stati arruolati tutti i pazienti nati presso la S.C. Neonatologia dell’A.O. Mauriziano di Torino tra il 01/10/2022 e il 03/12/2022. Per tutti sono stati raccolti i dati demografici e clinici, con particolare riferimento a dati anamnestici, comparsa di ittero clinicamente evidente, valutazione dei livelli di bilirubinemia ed eventuale trattamento fototerapico avviato. RISULTATI: sono stati complessivamente arruolati 198 pazienti, di cui 194 a termine; 90 (45,5%) maschi, 108 (54,5%) femmine. Hanno presentato ittero clinicamente evidente 134/198 (67,7%). La misurazione della bilirubina è stata effettuata in 151/198 (76,3%), dei quali 98 (64,9%) avevano ittero. Complessivamente sono stati sottoposti ad almeno un ciclo di fototerapia 43/198 (21,7%). Il rischio di essere trattati è risultato significativamente aumentato nei pazienti con anamnesi famigliare positiva per malattie emolitiche (OR 2,72; IC95% 1,00-7,11) e in quelli con un quadro di instabilità clinica nel ricovero (OR 4,86; IC95% 1,74-13,86). L’efficacia del trattamento erogato in rooming in è risultata non inferiore rispetto al nido (riduzione dell’efficacia della fototerapia al nido versus rooming in di 0,91; IC95% 3,55-1,73; p 0,488). Solo 10/43 (23,3%) neonati avviati a trattamento fototerapico presentavano valori di bilirubina uguali o superiori ai cut-off raccomandati; la media per l’avvio del trattamento è stata di 3mg/dl inferiore alle soglie previste. Il valore di 12,29 mg/dl è risultato quello con più elevata sensibilità (0,91) e specificità (0,95) per discriminare il gruppo trattato. I fattori di rischio predittivi di fototerapia secondo le linee guida sono risultati essere un quadro di emolisi (OR 12,86; IC95% 2,29-64,76) e l’instabilità clinica durante il ricovero (OR 12,25; IC95% 2,70-52,73). Un’età gestazionale (EG) più elevata è risultata significativamente associata a riduzione del rischio (per ogni giorno di EG OR 0,93; IC95% 0,87-1,00). PROSPETTIVE FUTURE: pur con i limiti derivanti dalla scarsa numerosità e variabilità del campione, lo studio condotto, in accordo con i dati precedentemente pubblicati, ha dimostrato una scarsa aderenza, nella pratica clinica, alle ultime evidenze di letteratura. A questa prima fase di rilevazione dei dati, secondo la metodologia del ciclo di Deming, seguiranno una fase di formazione e, dopo 12 mesi, una successiva rivalutazione della gestione real life per confronto.

L'ittero nel neonato fisiologico: identificazione dei fattori di rischio di iperbilirubinemia significativa e analisi di gestione real life su una casistica prospettica consecutiva di singolo centro.

BIGA, ANNA
2022/2023

Abstract

BACKGROUND: l’iperbilirubinemia neonatale è una condizione di frequente riscontro nei neonati; è mandatorio un corretto management che permetta di evitare sia il danno neurologico correlato all’ittero sia un trattamento ingiustificato. OBIETTIVO: obiettivo principale dello studio è stato quello di valutare la gestione real life dell’iperbilirubinemia in una casistica prospettica di singolo centro. In particolare, sono stati indagati i fattori di rischio predittivi di avvio del trattamento fototerapico riportati nelle ultime linee guida dell’American Academy of Pediatrics ed una eventuale differenza di efficacia tra il trattamento erogato al nido e in rooming in. Obiettivo secondario è stato confrontare la gestione con le ultime evidenze di letteratura (prima fase valutativa di un ciclo di Deming finalizzato al miglioramento della qualità di cura). MATERIALI E METODI: sono stati arruolati tutti i pazienti nati presso la S.C. Neonatologia dell’A.O. Mauriziano di Torino tra il 01/10/2022 e il 03/12/2022. Per tutti sono stati raccolti i dati demografici e clinici, con particolare riferimento a dati anamnestici, comparsa di ittero clinicamente evidente, valutazione dei livelli di bilirubinemia ed eventuale trattamento fototerapico avviato. RISULTATI: sono stati complessivamente arruolati 198 pazienti, di cui 194 a termine; 90 (45,5%) maschi, 108 (54,5%) femmine. Hanno presentato ittero clinicamente evidente 134/198 (67,7%). La misurazione della bilirubina è stata effettuata in 151/198 (76,3%), dei quali 98 (64,9%) avevano ittero. Complessivamente sono stati sottoposti ad almeno un ciclo di fototerapia 43/198 (21,7%). Il rischio di essere trattati è risultato significativamente aumentato nei pazienti con anamnesi famigliare positiva per malattie emolitiche (OR 2,72; IC95% 1,00-7,11) e in quelli con un quadro di instabilità clinica nel ricovero (OR 4,86; IC95% 1,74-13,86). L’efficacia del trattamento erogato in rooming in è risultata non inferiore rispetto al nido (riduzione dell’efficacia della fototerapia al nido versus rooming in di 0,91; IC95% 3,55-1,73; p 0,488). Solo 10/43 (23,3%) neonati avviati a trattamento fototerapico presentavano valori di bilirubina uguali o superiori ai cut-off raccomandati; la media per l’avvio del trattamento è stata di 3mg/dl inferiore alle soglie previste. Il valore di 12,29 mg/dl è risultato quello con più elevata sensibilità (0,91) e specificità (0,95) per discriminare il gruppo trattato. I fattori di rischio predittivi di fototerapia secondo le linee guida sono risultati essere un quadro di emolisi (OR 12,86; IC95% 2,29-64,76) e l’instabilità clinica durante il ricovero (OR 12,25; IC95% 2,70-52,73). Un’età gestazionale (EG) più elevata è risultata significativamente associata a riduzione del rischio (per ogni giorno di EG OR 0,93; IC95% 0,87-1,00). PROSPETTIVE FUTURE: pur con i limiti derivanti dalla scarsa numerosità e variabilità del campione, lo studio condotto, in accordo con i dati precedentemente pubblicati, ha dimostrato una scarsa aderenza, nella pratica clinica, alle ultime evidenze di letteratura. A questa prima fase di rilevazione dei dati, secondo la metodologia del ciclo di Deming, seguiranno una fase di formazione e, dopo 12 mesi, una successiva rivalutazione della gestione real life per confronto.
Jaundice in the newborn: identification of risk factors for significant hyperbilirubinaemia and real life management analysis of a consecutive single-centre prospective case series.
BACKGROUND: neonatal hyperbilirubinaemia is a frequent condition in newborns; proper management is mandatory to avoid both jaundice-related neurological damage and unwarranted treatment. OBJECTIVE: the main objective of the study was to evaluate the real life management of hyperbilirubinaemia in a single-centre prospective case series. In particular, risk factors predictive of initiation of phototherapy reported in the latest American Academy of Pediatrics guidelines and a possible difference in efficacy between treatment provided in the nursery and in rooming in were investigated. The secondary objective was to compare management with the latest literature evidence (first evaluation phase of a Deming cycle aimed at improving quality of care). MATERIALS AND METHODS: all patients born at the S.C. Neonatology of the Mauriziano Hospital in Turin between 01/10/2022 and 03/12/2022 were enrolled in the study. Demographic and clinical data were collected for all patients, including anamnestic data, clinically evident jaundice, evaluation of bilirubinemia levels and phototherapy treatment. RESULTS: a total of 198 patients were enrolled (194 term neonates); 90 (45.5%) males, 108 (54.5%) females. Overall, 134 (67.7%) presented clinically evident jaundice. Bilirubin measurement was performed in 151/198 (76.3%); among them 98 (64.9%) had jaundice. A total of 43/198 (21.7%) newborns underwent at least one course of phototherapy. The risk of being treated was significantly increased in patients with a positive family history for haemolytic diseases (OR 2.72; 95%CI 1.00-7.11) and in those with a history of clinical instability on admission (OR 4.86; 95%CI 1.74-13.86). The efficacy of the rooming-in treatment was not inferior to that of the nursery (reduction of 0,91 in efficacy of phototherapy at the nursery versus rooming-in; 95%CI 3.55-1.73; p 0.488). Only 10/43 (23,3%) newborns who underwent phototherapy presented bilirubin values at or above the recommended cut-offs; the average bilirubin level in those who started treatment was 3mg/dl below the recommended cut-offs. The value of 12.29 mg/dl turned out to have the highest sensitivity (0.91) and specificity (0.95) in discriminating the treated group. Predictive risk factors for phototherapy, according to the guidelines, were haemolysis (OR 12.86; 95%CI 2.29-64.76) and clinical instability during hospitalisation (OR 12.25; 95%CI 2.70-52.73). Higher gestational age (EG) was significantly associated with reduced risk (per day EG OR 0.93; 95%CI 0.87-1.00). FUTURE PROSPECTS: despite the limitations deriving from the low number and variability of the sample, our study, in agreement with the data in the literature, demonstrated a poor adherence, in clinical practice, to the last evidence of literature. This first phase of data collection, according to the Deming cycle methodology, will be followed by a training phase and, after 12 months, a subsequent reassessment of real life management for comparison.
DE SANCTIS, LUISA
IMPORT TESI SOLO SU ESSE3 DAL 2018
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