The history of psychotherapy is written in rivalries between different therapeutic schools and indifference towards other ideas. However, none of the more than 400 ways of doing psychotherapy has proven to be more effective than the others, creating the “Dodo Virdict Paradox”. In 1983, Marvin Goldfried and Paul Wachtel created the Society for the Exploration of Psychotherapy Integration, realizing an idea that existed in psychotherapy from the late thirties: integrate the knowledge coming from different therapeutic schools. Soon, psychotherapy integration became a research field, a way of training therapists and developed integrative psychotherapies, form of therapies that include knowledge from different schools. In the 2000s, around one-third to one-half of the therapists describe themselves as integrative. SEPI began to explore the science-practice integration, trying to reduce the gap between researchers and clinicians. However, integrative treatments failed to prove their evidence of efficacy. This statement does not mean that integrative approaches have no value, as shown with the application of the Cognitive Analytic Therapy (Ryle) in the context of primary care psychology. Integration is a process, a state of mind, and the final goal is explore ideas from other sources.
La storia della psicoterapia è una storia di rivalità tra orientamenti e di indifferenza nei confronti dei contributi altrui. Tuttavia, nessuno dei più di quattrocento modi diversi di fare psicoterapia, è riuscito a dimostrare la sua superiorità, creando quello che viene chiamato il “paradosso dell'equivalenza”. Nel 1983, Marvin Goldfried e Paul Wachtel fondarono la Society for the Exploration of Psychotherapy Integration (SEPI), concretizzando quella che in psicoterapia era l'idea latente, almeno dagli anni trenta, di integrare il sapere proveniente dai diversi orientamenti. In breve tempo, l'integrazione diventa una realtà consolidata nel mainstream psicologico mondiale: diventa un campo di ricerca, un tipo di formazione dei terapeuti e si sviluppano psicoterapie integrative, trattamenti che uniscono i contributi di più approcci per una ideale migliore cura del paziente. Nel nuovo millennio, dal 25 al 50% dei terapeuti si definisce integrato o eclettico nella pratica. La tematica dominante per la SEPI diventa quella dell'integrazione tra ricerca e pratica, che consiste nel ridurre la distanza ricercatori e clinici e vengono proposti contributi come la practice-oriented research di Castonguay. Tuttavia, l'integrazione ha avuto successo solo a metà e le terapie integrative non hanno accumulato più evidenza di efficacia di quelle tradizionali. Questo non significa che approcci di questo tipo siano privi di valore, come dimostra la Terapia Cognitivo-analitica di Ryle, che può essere efficacemente applicata in un contesto di psicologia di cure primarie. L'integrazione va considerata come un processo e come uno “state of mind” del terapeuta di apertura ai contributi esterni.
L'Integrazione in Psicoterapia: Significati, Sviluppi, Applicazioni
NOSENZO, PAOLO
2018/2019
Abstract
La storia della psicoterapia è una storia di rivalità tra orientamenti e di indifferenza nei confronti dei contributi altrui. Tuttavia, nessuno dei più di quattrocento modi diversi di fare psicoterapia, è riuscito a dimostrare la sua superiorità, creando quello che viene chiamato il “paradosso dell'equivalenza”. Nel 1983, Marvin Goldfried e Paul Wachtel fondarono la Society for the Exploration of Psychotherapy Integration (SEPI), concretizzando quella che in psicoterapia era l'idea latente, almeno dagli anni trenta, di integrare il sapere proveniente dai diversi orientamenti. In breve tempo, l'integrazione diventa una realtà consolidata nel mainstream psicologico mondiale: diventa un campo di ricerca, un tipo di formazione dei terapeuti e si sviluppano psicoterapie integrative, trattamenti che uniscono i contributi di più approcci per una ideale migliore cura del paziente. Nel nuovo millennio, dal 25 al 50% dei terapeuti si definisce integrato o eclettico nella pratica. La tematica dominante per la SEPI diventa quella dell'integrazione tra ricerca e pratica, che consiste nel ridurre la distanza ricercatori e clinici e vengono proposti contributi come la practice-oriented research di Castonguay. Tuttavia, l'integrazione ha avuto successo solo a metà e le terapie integrative non hanno accumulato più evidenza di efficacia di quelle tradizionali. Questo non significa che approcci di questo tipo siano privi di valore, come dimostra la Terapia Cognitivo-analitica di Ryle, che può essere efficacemente applicata in un contesto di psicologia di cure primarie. L'integrazione va considerata come un processo e come uno “state of mind” del terapeuta di apertura ai contributi esterni.File | Dimensione | Formato | |
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