In ambito sportivo la scelta di un corretto protocollo alimentare è particolarmente importante per il raggiungimento di obbiettivi sia di natura estetica che legati alla prestazione fisica. Nel tempo la maggior parte degli studi si è concentrata sul paragone di strategie alimentari ad alto contenuto lipidico a discapito dei glicidi e viceversa, pur mantenendo in entrambi i casi un buon quantitativo proteico. Le diete a basso contenuto di carboidrati possono essere suddivise in low-carbohydrate (LC), con 40% dell’energia fornita dai glicidi, e very-low-carbohydrate (VLC), ovvero diete chetogeniche in cui la componente polisaccaridica apporta massimo il 10% dell’energia totale. Dal punto di vista sportivo, una dieta LC non sembra impattare sulla prestazione, in quanto viene fornito un quantitativo glicidico sufficiente a supportare l’attività fisica sia di natura aerobica che anaerobica. D’altra parte, le diete VLC influenzano negativamente la performance degli atleti di potenza. D’altra parte, l’aumentata quota lipidica delle diete LC e VLC sembra essere positiva nel contesto di sport di tipo aerobico, poiché viene promosso l’utilizzo dei grassi come fonte energetica. In termini di composizione corporea invece è stata confermata la maggiore efficacia dell’approccio a tenore molto basso di carboidrati nella perdita della massa grassa. L’obbiettivo dello studio perciò è stato di andare a confrontare l’impatto di una strategia HFLC con una HCLF su atleti di potenza, sia in termini di prestazione sportiva che di composizione corporea. Sono stati reclutati 5 soggetti di sesso maschile con età compresa tra i 20 e i 30 anni e con un BMI che andava da 20 a 25. Dei cinque, 3 atleti hanno scelto di seguire un piano HFLC e 2 uno HCLF. I protocolli alimentari sono stati stipulati sulla base delle preferenze alimentari dell’atleta e durante il periodo di osservazione, di 3 settimane, ognuno ha continuato ad eseguire attività sportiva di potenza in palestra. Per valutare le sensazioni corporee legate all’alimentazione durante il periodo di studio è stato somministrato un questionario, mentre per l’analisi dei cambiamenti nella composizione corporea è stata usata la bioimpedenziometria, svolgendo una misurazione all’inizio e al termine delle 3 settimane. Dai risultati è emerso che in termini di performance un ridotto tenore glicidico induceva una lieve riduzione della potenza fisica sia durante che dopo l’allenamento, condizione invece che non si è riscontrata negli atleti a cui è stato somministrato un piano HCLF. D’altra parte, le variazioni di peso e componente adiposa sono del tutto paragonabili nei due gruppi presi in considerazione. Da questi dati quindi si dimostra come sia necessario ancora proseguire con la ricerca per individuare quale possa essere la ripartizione dei macronutrienti maggiormente indicata nei vari contesti sportivi.

La ripartizione dei macronutrienti in ambito sportivo: studio su un gruppo di atleti di potenza

BERTOGLIO, ARIANNA
2022/2023

Abstract

In ambito sportivo la scelta di un corretto protocollo alimentare è particolarmente importante per il raggiungimento di obbiettivi sia di natura estetica che legati alla prestazione fisica. Nel tempo la maggior parte degli studi si è concentrata sul paragone di strategie alimentari ad alto contenuto lipidico a discapito dei glicidi e viceversa, pur mantenendo in entrambi i casi un buon quantitativo proteico. Le diete a basso contenuto di carboidrati possono essere suddivise in low-carbohydrate (LC), con 40% dell’energia fornita dai glicidi, e very-low-carbohydrate (VLC), ovvero diete chetogeniche in cui la componente polisaccaridica apporta massimo il 10% dell’energia totale. Dal punto di vista sportivo, una dieta LC non sembra impattare sulla prestazione, in quanto viene fornito un quantitativo glicidico sufficiente a supportare l’attività fisica sia di natura aerobica che anaerobica. D’altra parte, le diete VLC influenzano negativamente la performance degli atleti di potenza. D’altra parte, l’aumentata quota lipidica delle diete LC e VLC sembra essere positiva nel contesto di sport di tipo aerobico, poiché viene promosso l’utilizzo dei grassi come fonte energetica. In termini di composizione corporea invece è stata confermata la maggiore efficacia dell’approccio a tenore molto basso di carboidrati nella perdita della massa grassa. L’obbiettivo dello studio perciò è stato di andare a confrontare l’impatto di una strategia HFLC con una HCLF su atleti di potenza, sia in termini di prestazione sportiva che di composizione corporea. Sono stati reclutati 5 soggetti di sesso maschile con età compresa tra i 20 e i 30 anni e con un BMI che andava da 20 a 25. Dei cinque, 3 atleti hanno scelto di seguire un piano HFLC e 2 uno HCLF. I protocolli alimentari sono stati stipulati sulla base delle preferenze alimentari dell’atleta e durante il periodo di osservazione, di 3 settimane, ognuno ha continuato ad eseguire attività sportiva di potenza in palestra. Per valutare le sensazioni corporee legate all’alimentazione durante il periodo di studio è stato somministrato un questionario, mentre per l’analisi dei cambiamenti nella composizione corporea è stata usata la bioimpedenziometria, svolgendo una misurazione all’inizio e al termine delle 3 settimane. Dai risultati è emerso che in termini di performance un ridotto tenore glicidico induceva una lieve riduzione della potenza fisica sia durante che dopo l’allenamento, condizione invece che non si è riscontrata negli atleti a cui è stato somministrato un piano HCLF. D’altra parte, le variazioni di peso e componente adiposa sono del tutto paragonabili nei due gruppi presi in considerazione. Da questi dati quindi si dimostra come sia necessario ancora proseguire con la ricerca per individuare quale possa essere la ripartizione dei macronutrienti maggiormente indicata nei vari contesti sportivi.
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