L’elaborato mira ad esplorare e approfondire come la costruzione dell’identità femminile possa essere influenzata dai mass media e dalla comunicazione in generale imponendo un’immagine stereotipata della donna. In particolare, si pone l’attenzione sulla mercificazione del corpo femminile e sulle conseguenze di una scorretta comunicazione. Spesso i media sono responsabili della propagazione degli stereotipi di genere, solitamente a scapito dell'immagine della donna, svuotata della sostanza e ridotta a mero oggetto di attrazione maschile. Inoltre gli “ideali” che ci vengono presentati sono molto distanti dalla realtà e paradossalmente continuiamo a rincorrere senza sosta stereotipi che alla fine non vengono quasi mai raggiunti; ci ostiniamo a perseguire un'ideale utopistico, conformandoci ad una massa che è costantemente alla ricerca di qualcosa di tanto irraggiungibile quanto inutile, nonché lesivo. L’immagine riflessa della donna diventa un crocevia tra esperienza individuale e culturale, chiedendo il riconoscimento nella sfera privata e sociale, in una modalità che non dà importanza alla sua soggettività, ma che riversa la definizione di Sé sul corpo, un corpo che diviene portavoce e contenitore di una sessualità femminile rigettata e negata. La tesi è articolata in quattro capitoli: nel primo capitolo viene fornita un’introduzione della posizione ricoperta dalla donna dal dopoguerra ai giorni nostri. Il secondo capitolo si occupa di sviluppare e approfondire la creazione dell’immaginario femminile in relazione ai mezzi di comunicazione. Il terzo capitolo si concentra sugli effetti di una comunicazione senza limiti e sui possibili disturbi del comportamento alimentare. Nel quarto capitolo si delinea lo scenario attuale caratterizzato dal crollo degli stereotipi e dalla valorizzazione della diversità. Questo lavoro di ricerca mi ha permesso di analizzare non solo alcuni importanti fattori legati alle variazioni della rappresentazione femminile ma anche il lungo e faticoso percorso di emancipazione femminile, caratterizzato da conquiste importanti e regressioni continue. Involontariamente la pubblicità ha, negli anni, dato forma e immagine ad ideologie e modi di pensare, già radicati e diffusi, rendendo più complicato superarli. La pubblicità, infatti, in quanto specchio della società, ci obbliga a guardare la nostra immagine, un’immagine riassunta e ristretta alle caratteristiche più essenziali, potente e impossibile da non vedere. Attraverso questa ricerca appare evidente quanto sia difficile e, a volte, sia impossibile essere autentici e liberi poiché siamo sempre di più immersi in una realtà veicolata dal senso comune, da modi di dire, di pensare, di vedere; una realtà da secoli divisa in due parti distinte che a volte appaiono opposte, incompatibili e insostenibili: il maschile e il femminile.
La mia mente. Il mio corpo. La mia scelta. Stereotipi di genere, pubblicità e media.
RISO, FEDERICA
2022/2023
Abstract
L’elaborato mira ad esplorare e approfondire come la costruzione dell’identità femminile possa essere influenzata dai mass media e dalla comunicazione in generale imponendo un’immagine stereotipata della donna. In particolare, si pone l’attenzione sulla mercificazione del corpo femminile e sulle conseguenze di una scorretta comunicazione. Spesso i media sono responsabili della propagazione degli stereotipi di genere, solitamente a scapito dell'immagine della donna, svuotata della sostanza e ridotta a mero oggetto di attrazione maschile. Inoltre gli “ideali” che ci vengono presentati sono molto distanti dalla realtà e paradossalmente continuiamo a rincorrere senza sosta stereotipi che alla fine non vengono quasi mai raggiunti; ci ostiniamo a perseguire un'ideale utopistico, conformandoci ad una massa che è costantemente alla ricerca di qualcosa di tanto irraggiungibile quanto inutile, nonché lesivo. L’immagine riflessa della donna diventa un crocevia tra esperienza individuale e culturale, chiedendo il riconoscimento nella sfera privata e sociale, in una modalità che non dà importanza alla sua soggettività, ma che riversa la definizione di Sé sul corpo, un corpo che diviene portavoce e contenitore di una sessualità femminile rigettata e negata. La tesi è articolata in quattro capitoli: nel primo capitolo viene fornita un’introduzione della posizione ricoperta dalla donna dal dopoguerra ai giorni nostri. Il secondo capitolo si occupa di sviluppare e approfondire la creazione dell’immaginario femminile in relazione ai mezzi di comunicazione. Il terzo capitolo si concentra sugli effetti di una comunicazione senza limiti e sui possibili disturbi del comportamento alimentare. Nel quarto capitolo si delinea lo scenario attuale caratterizzato dal crollo degli stereotipi e dalla valorizzazione della diversità. Questo lavoro di ricerca mi ha permesso di analizzare non solo alcuni importanti fattori legati alle variazioni della rappresentazione femminile ma anche il lungo e faticoso percorso di emancipazione femminile, caratterizzato da conquiste importanti e regressioni continue. Involontariamente la pubblicità ha, negli anni, dato forma e immagine ad ideologie e modi di pensare, già radicati e diffusi, rendendo più complicato superarli. La pubblicità, infatti, in quanto specchio della società, ci obbliga a guardare la nostra immagine, un’immagine riassunta e ristretta alle caratteristiche più essenziali, potente e impossibile da non vedere. Attraverso questa ricerca appare evidente quanto sia difficile e, a volte, sia impossibile essere autentici e liberi poiché siamo sempre di più immersi in una realtà veicolata dal senso comune, da modi di dire, di pensare, di vedere; una realtà da secoli divisa in due parti distinte che a volte appaiono opposte, incompatibili e insostenibili: il maschile e il femminile.File | Dimensione | Formato | |
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