Introduzione: la formazione sulla comunicazione in situazioni complesse sembrerebbe migliorare la qualità delle cure di fine vita. Obiettivo: valutare l’impatto della formazione rivolta al personale che lavora in Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) sulle comunicazioni in situazioni complesse e in particolare 1) la qualità della comunicazione che il personale percepisce di offrire e il senso di auto-efficacia; 2) la qualità della comunicazione percepita dai familiari, il carico emotivo e la soddisfazione per le cure ricevute; 3) quantificare la proporzione di personale e familiari che hanno partecipato allo studio. Metodi: studio pre-post con follow-up a 4 settimane. Le principali misure di esito sono state: la qualità complessiva della comunicazione che gli operatori percepiscono di offrire (Quality of Communication, QoC versione professionista), il senso di agio nel parlare di morte con i familiari degli ospiti (NRS 0-10; “non so”) e nell’iniziare e nel sostenere comunicazioni di fine vita (likert 1-5); la qualità di comunicazione ricevuta dal familiare da parte del medico e dell’infermiere (QoC versione familiare); il carico emotivo (Zarit Burden Inventory) e la soddisfazione per le cure ricevute da parte del familiare (Satisfaction With Care – End of Life Dementia); la presenza nelle cartelle cliniche degli ospiti di documentazione di Pianificazione Condivisa delle Cure (PCC). Risultati: ha partecipato il 79,7% (n=47) degli operatori della struttura. Il personale percepisce un miglioramento della qualità della comunicazione offerta ai familiari (p=0,22) e aumenta il senso di agio nel parlare di morte (effect size = 0.41, p = 0,01). Hanno partecipato dodici/28 familiari eligibili. La qualità complessiva della comunicazione percepita dai familiari mediamente peggiora nel post-intervento (6,7 (DS 1,7) vs 5 (DS 2,3)). La soddisfazione per le cure erogate diminuisce (media 25 (DS 6,7) vs 32 (DS 2,9); effect size =1,16; p <0.001); il carico emotivo aumenta (mediana 26,5 vs 15.5; p = 0,16.). Non è stata rilevata alcuna documentazione relativa a PCC. Conclusioni: esiste un divario tra la qualità della comunicazione percepita dai familiari e l’auto-valutazione del personale.
VALUTAZIONE PRELIMINARE DELL’IMPATTO DI UN INTERVENTO FORMATIVO SULLA COMUNICAZIONE IN SITUAZIONI COMPLESSE RIVOLTO AL PERSONALE CHE LAVORA IN STRUTTURA PER ANZIANI
BROFFERIO, LUDOVICA
2022/2023
Abstract
Introduzione: la formazione sulla comunicazione in situazioni complesse sembrerebbe migliorare la qualità delle cure di fine vita. Obiettivo: valutare l’impatto della formazione rivolta al personale che lavora in Residenza Sanitaria Assistenziale (R.S.A.) sulle comunicazioni in situazioni complesse e in particolare 1) la qualità della comunicazione che il personale percepisce di offrire e il senso di auto-efficacia; 2) la qualità della comunicazione percepita dai familiari, il carico emotivo e la soddisfazione per le cure ricevute; 3) quantificare la proporzione di personale e familiari che hanno partecipato allo studio. Metodi: studio pre-post con follow-up a 4 settimane. Le principali misure di esito sono state: la qualità complessiva della comunicazione che gli operatori percepiscono di offrire (Quality of Communication, QoC versione professionista), il senso di agio nel parlare di morte con i familiari degli ospiti (NRS 0-10; “non so”) e nell’iniziare e nel sostenere comunicazioni di fine vita (likert 1-5); la qualità di comunicazione ricevuta dal familiare da parte del medico e dell’infermiere (QoC versione familiare); il carico emotivo (Zarit Burden Inventory) e la soddisfazione per le cure ricevute da parte del familiare (Satisfaction With Care – End of Life Dementia); la presenza nelle cartelle cliniche degli ospiti di documentazione di Pianificazione Condivisa delle Cure (PCC). Risultati: ha partecipato il 79,7% (n=47) degli operatori della struttura. Il personale percepisce un miglioramento della qualità della comunicazione offerta ai familiari (p=0,22) e aumenta il senso di agio nel parlare di morte (effect size = 0.41, p = 0,01). Hanno partecipato dodici/28 familiari eligibili. La qualità complessiva della comunicazione percepita dai familiari mediamente peggiora nel post-intervento (6,7 (DS 1,7) vs 5 (DS 2,3)). La soddisfazione per le cure erogate diminuisce (media 25 (DS 6,7) vs 32 (DS 2,9); effect size =1,16; p <0.001); il carico emotivo aumenta (mediana 26,5 vs 15.5; p = 0,16.). Non è stata rilevata alcuna documentazione relativa a PCC. Conclusioni: esiste un divario tra la qualità della comunicazione percepita dai familiari e l’auto-valutazione del personale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/145220