La presente tesi affronta la storia della legge n. 194 intitolata “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”, la quale è stata il frutto di compromessi e di accesi dibattiti che si sono susseguiti negli anni e ancora oggi, dopo 45 anni, continua a far parlare di sé. Il presente lavoro è suddiviso in tre capitoli. Nel primo capitolo ho approfondito il quadro normativo costituzionale per affrontare il tema dell’interruzione di gravidanza nei restanti due. Al suo interno vengono considerati alcuni temi correlati agli articoli della Costituzione, tra cui il tema dei diritti inviolabili (art.2), la libertà personale (art.13) e il diritto alla salute (art.32). Nel capitolo successivo, il cuore della tesi, ho ripercorso le varie tappe che in Italia hanno portato all’approvazione della legge n. 194/1978 ponendo l’attenzione sul come non sia stato facile raggiungere questo accordo. Il primo paragrafo è una ricostruzione storica, nella quale sono state inserite differenti testimonianze, per facilitare la descrizione del contesto in cui erano costrette a vivere le donne. Successivamente ho analizzato la disciplina della legge e, infine, negli ultimi due paragrafi ho affrontato la nascita dei consultori e la situazione americana riguardo l’interruzione volontaria di gravidanza. Nel capitolo finale ho esaminato uno degli articoli forse più controversi e dibattuti della legge, l’art. 9, che disciplina l’obiezione di coscienza riconosciuta al personale sanitario che, in forza di tale articolo, può rifiutarsi di praticare l’interruzione di gravidanza senza addurre motivazioni. Ho illustrato la situazione regionale, attraverso i dati sull’obiezione di coscienza ricavati dal Ministero della Salute, grazie al quale ho sottolineato quanto la percentuale dei medici obiettori sia alta in alcune Regioni. Infine, nei restanti paragrafi, ho esaminato il caso della Regione Puglia, il caso della Regione Lazio e il caso dell’Ospedale San Camillo di Roma riguardo alcune criticità sui bandi di concorso. Le problematiche legate all’elevato numero di medici obiettori di coscienza, oltre a limitare l’effettiva attuazione della legge, mettono in pericolo la tutela del diritto alla donna di divenire madre per scelta e non per destino.

Il diritto di tutte: la storia della legge n. 194/1978 da ieri ad oggi

BONELLI, ANNA
2022/2023

Abstract

La presente tesi affronta la storia della legge n. 194 intitolata “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”, la quale è stata il frutto di compromessi e di accesi dibattiti che si sono susseguiti negli anni e ancora oggi, dopo 45 anni, continua a far parlare di sé. Il presente lavoro è suddiviso in tre capitoli. Nel primo capitolo ho approfondito il quadro normativo costituzionale per affrontare il tema dell’interruzione di gravidanza nei restanti due. Al suo interno vengono considerati alcuni temi correlati agli articoli della Costituzione, tra cui il tema dei diritti inviolabili (art.2), la libertà personale (art.13) e il diritto alla salute (art.32). Nel capitolo successivo, il cuore della tesi, ho ripercorso le varie tappe che in Italia hanno portato all’approvazione della legge n. 194/1978 ponendo l’attenzione sul come non sia stato facile raggiungere questo accordo. Il primo paragrafo è una ricostruzione storica, nella quale sono state inserite differenti testimonianze, per facilitare la descrizione del contesto in cui erano costrette a vivere le donne. Successivamente ho analizzato la disciplina della legge e, infine, negli ultimi due paragrafi ho affrontato la nascita dei consultori e la situazione americana riguardo l’interruzione volontaria di gravidanza. Nel capitolo finale ho esaminato uno degli articoli forse più controversi e dibattuti della legge, l’art. 9, che disciplina l’obiezione di coscienza riconosciuta al personale sanitario che, in forza di tale articolo, può rifiutarsi di praticare l’interruzione di gravidanza senza addurre motivazioni. Ho illustrato la situazione regionale, attraverso i dati sull’obiezione di coscienza ricavati dal Ministero della Salute, grazie al quale ho sottolineato quanto la percentuale dei medici obiettori sia alta in alcune Regioni. Infine, nei restanti paragrafi, ho esaminato il caso della Regione Puglia, il caso della Regione Lazio e il caso dell’Ospedale San Camillo di Roma riguardo alcune criticità sui bandi di concorso. Le problematiche legate all’elevato numero di medici obiettori di coscienza, oltre a limitare l’effettiva attuazione della legge, mettono in pericolo la tutela del diritto alla donna di divenire madre per scelta e non per destino.
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