Nodi di (im)mobilità. Un’etnografia del transito nella terra di confine tra Bosnia e Croazia.

This work, the result of an ethnographic research conducted in the Una-Sana canton in Bosnia and Herzegovina, seeks to provide a cross-section of the Bosnian-Croatian borderland by investigating the forms of mobility and immobility experienced by people on the move along the Balkan route. The research attempts to answer the following questions: what happens in this borderland? What does Fortress Europe produce? What does it mean (not) to cross this border - and other borders? How does the current border regime operate and how does it impact people in transit? What temporalities are created and what spaces? What actors contribute to (re)producing them and how? Initially, the paper explores the different aspects of movement created by the current border regime, of "illegal" travelers with weak passports and privileged travelers with strong passports, of border crossings through customs and walking across the "green border," of long and complicated routes. Next, it focuses on the aspects of immobility, limbo and waiting in the Bosnian-Croatian borderland, through the locations of temporary reception centers, the figures of smugglers and those who remain in a place meant for transit. Finally, the element of arrival, Europe, will be introduced, a Europe imagined by those who have not yet arrived there, those who are there and those who have lived there and are returning.

Questo lavoro, frutto di una ricerca etnografica svolta nel cantone dell'Una-Sana, in Bosnia ed Erzegovina, cerca di fornire uno spaccato della terra di confine bosniaco-croata indagando le forme di mobilità e immobilità che esperiscono le persone in transito lungo la rotta balcanica. La ricerca prova a rispondere ai seguenti quesiti: che cosa accade in questa terra di confine? Che cosa produce la Fortezza Europa? Che cosa significa (non) attraversare questo confine – e altri confini? Come opera il regime di confine attuale e come impatta sulle persone in transito? Quali temporalità si creano e quali spazi? Quali sono gli attori che contribuiscono a (ri)produrle e come? Inizialmente, il lavoro esplora i differenti aspetti del movimento creati dal regime confinario attuale, di viaggiatori “illegali” con passaporti deboli e viaggiatori privilegiati con passaporti forti, di attraversamenti di confine in dogana e di camminate attraverso il “confine verde”, di rotte lunghe e complicate. Successivamente, si concentra sugli aspetti dell’immobilità, del limbo e delle attese nella terra di confine bosniaco-croata, attraverso i luoghi dei campi di accoglienza temporanea, le figure degli smuggler e di chi rimane in un luogo destinato al transito. Da ultimo, verrà introdotto l’elemento dell’arrivo, l’Europa, un’Europa immaginata da chi non ci è ancora arrivato, da chi è là e da chi ci ha vissuto e ci sta ritornando.