The "15-Minute City" model, introduced by Paris Mayor Anne Hidalgo in 2020 and conceptualized by Franco-Colombian scientist Carlos Moreno in 2016, is increasingly gaining traction on the public agendas of several mayors as a solution to issues related to daily life quality, urban regeneration, and environmental sustainability. Moreno's theory revolves around creating urban models centered on neighborhoods, allowing citizens to carry out all their daily activities within a 15-minute radius on foot or through micro-mobility options from their homes. The social functions considered crucial within this model include living, working, obtaining supplies, healthcare, learning, and leisure. This perspective aims to significantly reduce commuting and private vehicle usage, thereby decreasing traffic congestion, pollution, and enhancing the city's livability. Central to this model are the concepts of community and proximity, reminiscent of the ideals of the "Olivettian city." Taking the case study of Ivrea, a typical Italian mountain-city with historical ties to the principles of proximity, it is explored how it has preserved these aspects over time and the direction its urban vision is taking. However, there's a risk that an emphasis on community and proximity might be co-opted within the neoliberal framework, leading to a hollow slogan with policies that fail to truly address urban challenges. The rich history of Ivrea, influenced by the legacy of Adriano Olivetti, provides insights into understanding the present concept of the "15-Minute City." This could offer new analytical tools to scrutinize narratives within the public agenda concerning this model. Potential issues include the marginalization of peripheral neighborhoods, superficial introduction of services in underserved areas without addressing the genuine right to the city, and the potential loss of the local community meaning that characterized past urban practices.
Il modello della "città dei 15 minuti", ideato da Carlos Moreno e presentato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo nel 2020, sta guadagnando interesse tra vari sindaci come soluzione per migliorare la qualità della vita urbana, la rigenerazione delle città e la sostenibilità ambientale. Questo modello si concentra sulla creazione di quartieri urbani in cui i cittadini possono svolgere tutte le loro attività quotidiane entro 15 minuti a piedi o attraverso mezzi di micromobilità dalla loro abitazione. Le funzioni principali considerate sono vita, lavoro, rifornimenti, cure, apprendimento e svago. Questo approccio mira a ridurre gli spostamenti e l'uso di veicoli privati, contribuendo così a ridurre il traffico, l'inquinamento e migliorare la vivibilità della città. Questo modello si basa sui concetti di comunità e prossimità, richiamando l'idea della "città olivettiana". Nel caso di Ivrea, una città italiana con una storia legata a tali ideali di prossimità, si cerca di esaminare come essa abbia mantenuto tali aspetti nel tempo e in che direzione stia evolvendo l'urbanistica. Tuttavia, c'è il rischio che un approccio focalizzato sulla comunità e la prossimità possa essere strumentalizzato nel contesto neoliberista, diventando uno slogan vuoto con politiche che non affrontano realmente le sfide urbane. La storia di Ivrea, influenzata dall'impulso di Adriano Olivetti, fornisce spunti per comprendere l'attuale concetto di "città dei 15 minuti". Questo potrebbe aiutare a sviluppare nuovi strumenti di analisi critica per valutare le narrazioni nell'agenda pubblica riguardanti questo modello. Alcune criticità potenziali includono la marginalizzazione dei quartieri periferici, l'introduzione superficiale di servizi in aree carenti senza affrontare il vero diritto alla città e il rischio di perdere il significato di comunità locale che ha caratterizzato la pratica urbanistica passata.
La città dei 15 minuti e i suoi antecedenti: il caso di Ivrea
BARBARO, FEDERICO
2022/2023
Abstract
Il modello della "città dei 15 minuti", ideato da Carlos Moreno e presentato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo nel 2020, sta guadagnando interesse tra vari sindaci come soluzione per migliorare la qualità della vita urbana, la rigenerazione delle città e la sostenibilità ambientale. Questo modello si concentra sulla creazione di quartieri urbani in cui i cittadini possono svolgere tutte le loro attività quotidiane entro 15 minuti a piedi o attraverso mezzi di micromobilità dalla loro abitazione. Le funzioni principali considerate sono vita, lavoro, rifornimenti, cure, apprendimento e svago. Questo approccio mira a ridurre gli spostamenti e l'uso di veicoli privati, contribuendo così a ridurre il traffico, l'inquinamento e migliorare la vivibilità della città. Questo modello si basa sui concetti di comunità e prossimità, richiamando l'idea della "città olivettiana". Nel caso di Ivrea, una città italiana con una storia legata a tali ideali di prossimità, si cerca di esaminare come essa abbia mantenuto tali aspetti nel tempo e in che direzione stia evolvendo l'urbanistica. Tuttavia, c'è il rischio che un approccio focalizzato sulla comunità e la prossimità possa essere strumentalizzato nel contesto neoliberista, diventando uno slogan vuoto con politiche che non affrontano realmente le sfide urbane. La storia di Ivrea, influenzata dall'impulso di Adriano Olivetti, fornisce spunti per comprendere l'attuale concetto di "città dei 15 minuti". Questo potrebbe aiutare a sviluppare nuovi strumenti di analisi critica per valutare le narrazioni nell'agenda pubblica riguardanti questo modello. Alcune criticità potenziali includono la marginalizzazione dei quartieri periferici, l'introduzione superficiale di servizi in aree carenti senza affrontare il vero diritto alla città e il rischio di perdere il significato di comunità locale che ha caratterizzato la pratica urbanistica passata.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/145019