Oggi la salute mentale è un argomento centrale e ben considerato, soprattutto dai più giovani, ma, nonostante ciò, non tutti vedono ancora la psicoanalisi e la psicoterapia con il giusto merito. Per dare maggior valore alla psicoterapia è importante approfondire il legame esistente fra psicoterapia psicodinamica e neuroscienze valorizzando la psicoterapia psicodinamica come metodo estremamente efficace di cura del disagio psichico, anche da un punto di vista scientifico. La ricerca scientifica tradizionalmente ha infatti approfondito maggiormente il legame fra psicoterapia cognitiva, cognitivo-comportamentale e neuroscienze, lasciando invece come fanalino di coda l’approccio psicodinamico. Nella tesi seguente quindi uno degli obiettivi è proprio quello di analizzare teorie psicodinamiche in cui questi due mondi si incontrano. Nel primo capitolo affronterò alcune fra le attuali teorie in cui neuroscienze e teoria psicologica si incrociano, esaminando in particolare la neuropsicoanalisi di Solms, le neuroscienze affettive di Panksepp e la teoria polivagale di Porges. Da questi approcci emergerà la necessità di un approccio psicoterapeutico e teorico che consideri non solo il cervello come principale organo di studio, ma anche il corpo nella sua interezza, di cui il cervello è un’importante componente. Nel secondo capitolo invece saranno esaminati i meccanismi neurobiologici che si attivano durante il processo psicoanalitico e che sono alla base del cambiamento cerebrale, esplorando i meccanismi biologici e neurologici coinvolti nei processi osservati durante la seduta psicoanalitica, tramite l’ausilio delle teorie di Schore e fondamenti di neuroscienze. In particolare, verrà approfondita l’importanza dell’emisfero destro di paziente e terapeuta durante la seduta psicoterapeutica, come base per il cambiamento neurologico e comportamentale del paziente. Dal secondo capitolo vi sarà anche un approfondimento di come gli autori delle neuropsicologiche descritte nel capitolo precedente vedono la psicoterapia e l'alleanza terapeutica in particolare. Nel terzo capitolo infine vi sarà un approfondimento di come la psicoterapia effettivamente modifica alcune strutture del cervello, esaminando le ricerche più recenti sull’argomento, partendo da una importante metanalisi di Filippo Cieri. Infine, verranno analizzati i sui limiti e le difficoltà metodologiche di questo tipo di ricerca. Nelle conclusioni poi emergerà la figura di Antonio Imbasciati come psicoanalista sperimentale che ipotizza una teoria in cui cognitivismo e psicoanalisi diventano un tutt'uno.
L'effetto della psicoterapia sul cervello, in una cornice teorica psicodinamica e neuroscientifica
CIPRIANI, SILA
2023/2024
Abstract
Oggi la salute mentale è un argomento centrale e ben considerato, soprattutto dai più giovani, ma, nonostante ciò, non tutti vedono ancora la psicoanalisi e la psicoterapia con il giusto merito. Per dare maggior valore alla psicoterapia è importante approfondire il legame esistente fra psicoterapia psicodinamica e neuroscienze valorizzando la psicoterapia psicodinamica come metodo estremamente efficace di cura del disagio psichico, anche da un punto di vista scientifico. La ricerca scientifica tradizionalmente ha infatti approfondito maggiormente il legame fra psicoterapia cognitiva, cognitivo-comportamentale e neuroscienze, lasciando invece come fanalino di coda l’approccio psicodinamico. Nella tesi seguente quindi uno degli obiettivi è proprio quello di analizzare teorie psicodinamiche in cui questi due mondi si incontrano. Nel primo capitolo affronterò alcune fra le attuali teorie in cui neuroscienze e teoria psicologica si incrociano, esaminando in particolare la neuropsicoanalisi di Solms, le neuroscienze affettive di Panksepp e la teoria polivagale di Porges. Da questi approcci emergerà la necessità di un approccio psicoterapeutico e teorico che consideri non solo il cervello come principale organo di studio, ma anche il corpo nella sua interezza, di cui il cervello è un’importante componente. Nel secondo capitolo invece saranno esaminati i meccanismi neurobiologici che si attivano durante il processo psicoanalitico e che sono alla base del cambiamento cerebrale, esplorando i meccanismi biologici e neurologici coinvolti nei processi osservati durante la seduta psicoanalitica, tramite l’ausilio delle teorie di Schore e fondamenti di neuroscienze. In particolare, verrà approfondita l’importanza dell’emisfero destro di paziente e terapeuta durante la seduta psicoterapeutica, come base per il cambiamento neurologico e comportamentale del paziente. Dal secondo capitolo vi sarà anche un approfondimento di come gli autori delle neuropsicologiche descritte nel capitolo precedente vedono la psicoterapia e l'alleanza terapeutica in particolare. Nel terzo capitolo infine vi sarà un approfondimento di come la psicoterapia effettivamente modifica alcune strutture del cervello, esaminando le ricerche più recenti sull’argomento, partendo da una importante metanalisi di Filippo Cieri. Infine, verranno analizzati i sui limiti e le difficoltà metodologiche di questo tipo di ricerca. Nelle conclusioni poi emergerà la figura di Antonio Imbasciati come psicoanalista sperimentale che ipotizza una teoria in cui cognitivismo e psicoanalisi diventano un tutt'uno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/144887