Before the start of the Pandemic in 2020 and before February 21, 2022, the day of the start of the Russian invasion of Ukraine, to have a prominent role in the international debate was Iraq. Twenty years after the U.S. invasion, just over six years after the "defeat of Isis" on Iraqi soil with the liberation of Mosul after a nine-month siege (July 10, 2017), however, the situation in the country is far from stable. Evidence of this is the protests and violent clashes unleashed between August and September 2022 following the announcement (albeit hardly credible) of Shiite leader Muqtada al Sadr's retirement from politics, a decision made after he had 73 MPs from his political movement resign in an attempt to break the political stalemate that resulted from the October 2021 elections. Iraq, as can be deduced from what has just been reported, turns out to be a highly unstable country. Topic of this thesis will be precisely the analysis of one of the main causes of Iraqi instability: the presence of numerous armed non-state actors. These armed groups, either not part of the Iraqi armed and security forces or finding themselves in an ambiguous position, to say the least (as we shall see especially for the Popular Mobilization Forces, PMFs), erode Baghdad's monopoly on the use of force and consequently its authority, power, and ultimately its stability. The purpose of this research paper will therefore be to analyze these actors, understand their origins, evolution, objectives, influences, strength and current role in the Iraqi scenario. An attempt will also be made to understand whether they are merely hostile elements to be opposed and possibly defeated or whether instead they can be integrated into Iraqi forces and thus involved in the stabilization process of the country. The motivations behind the choice of this topic are many: the Iraqi scenario has been the focus of international attention for years as can be demonstrated by the numerous international missions and operations that have intervened in this theater and still take place today (proof of Baghdad's current and future importance in the Middle Eastern theater). In addition, during my university studies I have repeatedly addressed in various courses and seminars the Iraqi issue and the issue of armed non-state actors, which are becoming increasingly relevant worldwide in many ways. The dissertation is spread over eight chapters: the first one devoted to Iraq in which the recent history of the country will be reviewed and its current situation will be broadly described; the second chapter will be devoted to outlining the figure of the armed non-state actor according to the various doctrines. Subsequent chapters will then analyze the various non-state armed groups: in the third, the Popular Mobilization Forces; in the fourth, the Mahdi Army; in the fifth, the Iraqi Tribes; in the sixth, Isis; and in the seventh, the Kurds. Instead, the eighth chapter will be devoted to an interview with Professor John Paris so as to have a firsthand account of the current situation and how NATO deals with these actors. Which of these actors are purely hostile? Which ones, on the other hand, can be involved by the international community and Baghdad in the stabilization process of the country? What, if any, actions can be taken to find a solution to this problem? These are some of the questions that will be attempted to be answered, albeit briefly, in the conclusions based on the current situatio
Prima dell’inizio della Pandemia nel 2020 e prima del 21 febbraio 2022, giorno dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ad avere un ruolo di primo piano nel dibattito internazionale era l’Iraq. A vent’anni dall’invasione americana, a poco più di sei anni dalla “sconfitta dell’Isis” su suolo iracheno con la liberazione di Mosul dopo un assedio di 9 mesi (10 luglio 2017), la situazione del paese è però tutt’altro che stabile. Ne sono una dimostrazione le proteste e gli scontri violenti scatenatesi tra agosto e settembre del 2022 in seguito all’annuncio (seppur poco credibile) del ritiro dalla politica del leader sciita Muqtada al Sadr, decisione presa dopo aver fatto dimettere 73 parlamentari del suo movimento politico nel tentativo di uscire dallo stallo politico scaturito dalle elezioni dell’ottobre 2021. L’Iraq, come si può dedurre da quanto appena riportato, risulta essere un paese fortemente instabile. Argomento di questa tesi sarà appunto l’analisi di una delle principali cause dell’instabilità irachena: la presenza di numerosi attori non statuali armati. Questi gruppi armati, non facenti parte delle forze armate e di sicurezza irachene o trovandosi in una posizione a dir poco ambigua (come vedremo soprattutto per le Popular Mobilization Forces, le PMF), erodono il monopolio dell’utilizzo della forza di Baghdad e di conseguenza la sua autorità, il suo potere e per finire la sua stabilità. Scopo di questo lavoro di ricerca sarà quindi quello di analizzare questi attori, comprenderne le origini, l’evoluzione, gli obiettivi, le influenze, la loro forza e il loro attuale ruolo nello scenario iracheno. Si cercherà inoltre di capire se essi siano solamente elementi ostili da contrastare e possibilmente sconfiggere o se invece possano essere integrati nelle forze irachene e quindi coinvolti nel processo di stabilizzazione del paese. Le motivazioni alla base della scelta di questo argomento sono molteplici: lo scenario iracheno è stato per anni al centro dell’attenzione internazionale come possono dimostrare le numerose missioni ed operazioni internazionali che sono intervenute in questo teatro e che hanno luogo ancora oggi (prova dell’importanza attuale e futura di Baghdad nel teatro mediorientale). Inoltre durante i miei studi universitari ho affrontato più volte in diversi corsi e seminari il tema iracheno e quello degli attori non statali armati, che stanno diventando sempre più rilevanti a livello mondiale, sotto diversi aspetti. La tesi si sviluppa su otto capitoli: il primo dedicato all’Iraq in cui si andrà a ripercorrere la storia recente del paese e a descriverne a grandi linee la situazione attuale; il secondo capitolo sarà invece dedicato a delineare la figura dell’attore non statale armato secondo le varie dottrine. Nei capitoli successivi verranno poi analizzati i vari gruppi armati non statali: nel terzo le Popular Mobilization Forces; nel quarto l’esercito del Mahdi; nel quinto le Tribù irachene; nel sesto l’Isis; nel settimo i Curdi. L’ottavo capitolo sarà invece dedicato all’intervista al professor Giovanni Parigi in modo da avere una testimonianza diretta della situazione attuale e di come la Nato si comporti con questi attori. Quali di questi attori sono puramente ostili? Quali invece possono essere coinvolti dalla comunità internazionale e da Baghdad nel processo di stabilizzazione del paese? Quali possono essere delle eventuali azioni da svolgere per trovare una soluzione a questo problema? Queste sono alcune delle domande a cui si cercherà di dare una risposta, seppur breve, nelle conclusioni in base alla situazione attuale dell’Iraq e in base a quanto è stato detto nei capitoli precedenti.
Gli attori non statuali armati in Iraq
CARRÉ, EMANUELE
2022/2023
Abstract
Prima dell’inizio della Pandemia nel 2020 e prima del 21 febbraio 2022, giorno dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ad avere un ruolo di primo piano nel dibattito internazionale era l’Iraq. A vent’anni dall’invasione americana, a poco più di sei anni dalla “sconfitta dell’Isis” su suolo iracheno con la liberazione di Mosul dopo un assedio di 9 mesi (10 luglio 2017), la situazione del paese è però tutt’altro che stabile. Ne sono una dimostrazione le proteste e gli scontri violenti scatenatesi tra agosto e settembre del 2022 in seguito all’annuncio (seppur poco credibile) del ritiro dalla politica del leader sciita Muqtada al Sadr, decisione presa dopo aver fatto dimettere 73 parlamentari del suo movimento politico nel tentativo di uscire dallo stallo politico scaturito dalle elezioni dell’ottobre 2021. L’Iraq, come si può dedurre da quanto appena riportato, risulta essere un paese fortemente instabile. Argomento di questa tesi sarà appunto l’analisi di una delle principali cause dell’instabilità irachena: la presenza di numerosi attori non statuali armati. Questi gruppi armati, non facenti parte delle forze armate e di sicurezza irachene o trovandosi in una posizione a dir poco ambigua (come vedremo soprattutto per le Popular Mobilization Forces, le PMF), erodono il monopolio dell’utilizzo della forza di Baghdad e di conseguenza la sua autorità, il suo potere e per finire la sua stabilità. Scopo di questo lavoro di ricerca sarà quindi quello di analizzare questi attori, comprenderne le origini, l’evoluzione, gli obiettivi, le influenze, la loro forza e il loro attuale ruolo nello scenario iracheno. Si cercherà inoltre di capire se essi siano solamente elementi ostili da contrastare e possibilmente sconfiggere o se invece possano essere integrati nelle forze irachene e quindi coinvolti nel processo di stabilizzazione del paese. Le motivazioni alla base della scelta di questo argomento sono molteplici: lo scenario iracheno è stato per anni al centro dell’attenzione internazionale come possono dimostrare le numerose missioni ed operazioni internazionali che sono intervenute in questo teatro e che hanno luogo ancora oggi (prova dell’importanza attuale e futura di Baghdad nel teatro mediorientale). Inoltre durante i miei studi universitari ho affrontato più volte in diversi corsi e seminari il tema iracheno e quello degli attori non statali armati, che stanno diventando sempre più rilevanti a livello mondiale, sotto diversi aspetti. La tesi si sviluppa su otto capitoli: il primo dedicato all’Iraq in cui si andrà a ripercorrere la storia recente del paese e a descriverne a grandi linee la situazione attuale; il secondo capitolo sarà invece dedicato a delineare la figura dell’attore non statale armato secondo le varie dottrine. Nei capitoli successivi verranno poi analizzati i vari gruppi armati non statali: nel terzo le Popular Mobilization Forces; nel quarto l’esercito del Mahdi; nel quinto le Tribù irachene; nel sesto l’Isis; nel settimo i Curdi. L’ottavo capitolo sarà invece dedicato all’intervista al professor Giovanni Parigi in modo da avere una testimonianza diretta della situazione attuale e di come la Nato si comporti con questi attori. Quali di questi attori sono puramente ostili? Quali invece possono essere coinvolti dalla comunità internazionale e da Baghdad nel processo di stabilizzazione del paese? Quali possono essere delle eventuali azioni da svolgere per trovare una soluzione a questo problema? Queste sono alcune delle domande a cui si cercherà di dare una risposta, seppur breve, nelle conclusioni in base alla situazione attuale dell’Iraq e in base a quanto è stato detto nei capitoli precedenti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
892411_tesilmcarremanuele.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
984.44 kB
Formato
Adobe PDF
|
984.44 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/144801