Carlo Alberto's age marked the beginning of Mazzinian conspiracies that put the police investigations to a severe test. A little-known episode in historical literature took place in Lerici, a municipality in Liguria located in the Levante province, annexed to the Kingdom of Sardinia after Napoleon's fall. Situated on the border with the central duchies, Lerici, at the time of the Mazzinian network's development, had 1520 inhabitants, which increased to over 58,000 in 1861. The local peculiarity was its port, one of the most important in the area. The residents were excellent sailors, in constant contact with Marseille, Livorno, and Genova. As the stage for various events within the larger context of the conspiratorial network of Young Italy, Lerici became one of the dangerous villages in the Kingdom. The paper aims to analyze two moments of Carlo Alberto's reign in which Lerici and its inhabitants created issues. Firstly, the structure of the Giovine Italia will be outlined, analyzing the members and their roles within the organization. Then, will be narrated the discovery of this conspiracy between 1833 and '34, a biennium of political intrigues. Police sources subsequently lead us to delve into the events that led to arrests, of some conspirators, and the escape of others. To conclude the first part, will be discussed the return to Lerici of the few brethren who managed to leave the Kingdom of Sardinia. The second part will cover the years from 1839 to 1843, when the fear of the Lerici Mazzinians resurfaced in Turin. A priest's denunciation will present new nefarious plans organized by his «parishioners». In this case, the denunciation by the parish priest and the motivation behind his role as an informer will be analyzed firstly, then, the harsh reaction of the authorities towards the clergyman. To conclude the chapter, will be reported the police investigations regarding a town festival. An event held in the Sarzana area, where hymns were sung in honor of Carlo Alberto. This situation, in a municipality known for its opposition to the Savoy dinasty, raised several suspicions. Finally, an attempt will be made to present the continuity of ideals, in the events of the Risorgimento, about the families mentioned in the first two chapters. The transmission of ideas, in generational terms is an already established fact, and therefore, we will limit ourselves to presenting the cases found, trying not to establish a new concept, but to reinforce an existing one. ​

L’età carloalbertina rappresentò l’inizio delle congiure mazziniane che misero a dura prova le investigazioni di polizia. Un episodio poco noto alla letteratura storica si svolse a Lerici, un comune della Liguria situato nella provincia di Levante, annesso al Regno di Sardegna dopo la caduta di Napoleone. Situato al confine con i ducati centrali, Lerici all’epoca dello sviluppo del network mazziniano contava 1520 abitanti, che l’anno dell’unità divennero più di 58 mila. La peculiarità locale era il porto, uno dei più importanti della zona per «gli arrivi frequenti di navi». I lericini, infatti, erano degli ottimi marinai, in continuo contatto con Marsiglia, Livorno e Genova. Vennero descritti da Casalis come uomini «robusti, molto applicati al lavoro e industriosi», quindi con ottima manualità, ma anche «perspicaci, e di lodevol indole». Teatro di diverse vicende, nel più grande contesto della rete cospirativa della Giovine Italia, Lerici diventò un dei paesi riconosciuti come particolarmente pericolosi dal Governo sardo. L’elaborato ha l’obiettivo di analizzare due momenti del regno di Carlo Alberto, in cui Lerici e i suoi abitanti crearono problematiche a Torino. In primis verrà esposta la struttura della cellula della Giovine Italia lericina, analizzando i membri e i loro ruoli all’interno dell’organizzazione. Verrà poi narrata la scoperta di questa congiura tra il 1833 e il ‘34. Biennio in cui «gli intrighi politici vi si covavano» segretamente. Le fonti di polizia ci portano, successivamente, ad approfondire gli eventi che conduco agli arresti, con conseguenti incarcerazioni, effettuati ai danni di «alcuni congiurati settarii» e alla fuga di altri. Per concludere la prima parte dell’elaborato, si esporrà il ritorno a Lerici dei pochi affratellati che riuscirono ad abbandonare il Regno di Sardegna. La seconda parte avrà in oggetto gli anni dal 1839 al 1843, quando a Torino si riscopre la paura dei mazziniani di Lerici. La denuncia di un prete presenterà nuovi maligni piani organizzati dai suoi «parocchiani [sic]». In questo caso, si tratterà la denuncia del parroco e la motivazione che lo portò ad assumere il ruolo di delatore. Verrà poi analizzata la dura reazione delle autorità nei confronti dell’ecclesiastico. Per concludere il secondo capitolo, verranno riportate le indagini di polizia riguardanti la «Festa del Purissimo Sangue». Evento tenuto nella zona del sarzanese, in cui vennero effettuati canti in onore di Carlo Alberto. Situazione che, in comune noto per la sua opposizione al governo sabaudo, creò diversi sospetti. Infine, si tenterà di presentare la continuità di ideali, nei grandi eventi del Risorgimento, delle famiglie citate nei primi due capitoli. La trasmissione delle idee, in termini generazionali, per questo periodo della storia, è una costatazione già emersa e, pertanto, ci si limiterà a presentare i casi ritrovati, cercando non di stabilire un nuovo concetto, ma di rafforzarne uno già esistente. ​

«Sediziosi rivoluzionari». I mazziniani di Lerici da Carlo Alberto ai Mille

BOSCO, ENZO
2022/2023

Abstract

L’età carloalbertina rappresentò l’inizio delle congiure mazziniane che misero a dura prova le investigazioni di polizia. Un episodio poco noto alla letteratura storica si svolse a Lerici, un comune della Liguria situato nella provincia di Levante, annesso al Regno di Sardegna dopo la caduta di Napoleone. Situato al confine con i ducati centrali, Lerici all’epoca dello sviluppo del network mazziniano contava 1520 abitanti, che l’anno dell’unità divennero più di 58 mila. La peculiarità locale era il porto, uno dei più importanti della zona per «gli arrivi frequenti di navi». I lericini, infatti, erano degli ottimi marinai, in continuo contatto con Marsiglia, Livorno e Genova. Vennero descritti da Casalis come uomini «robusti, molto applicati al lavoro e industriosi», quindi con ottima manualità, ma anche «perspicaci, e di lodevol indole». Teatro di diverse vicende, nel più grande contesto della rete cospirativa della Giovine Italia, Lerici diventò un dei paesi riconosciuti come particolarmente pericolosi dal Governo sardo. L’elaborato ha l’obiettivo di analizzare due momenti del regno di Carlo Alberto, in cui Lerici e i suoi abitanti crearono problematiche a Torino. In primis verrà esposta la struttura della cellula della Giovine Italia lericina, analizzando i membri e i loro ruoli all’interno dell’organizzazione. Verrà poi narrata la scoperta di questa congiura tra il 1833 e il ‘34. Biennio in cui «gli intrighi politici vi si covavano» segretamente. Le fonti di polizia ci portano, successivamente, ad approfondire gli eventi che conduco agli arresti, con conseguenti incarcerazioni, effettuati ai danni di «alcuni congiurati settarii» e alla fuga di altri. Per concludere la prima parte dell’elaborato, si esporrà il ritorno a Lerici dei pochi affratellati che riuscirono ad abbandonare il Regno di Sardegna. La seconda parte avrà in oggetto gli anni dal 1839 al 1843, quando a Torino si riscopre la paura dei mazziniani di Lerici. La denuncia di un prete presenterà nuovi maligni piani organizzati dai suoi «parocchiani [sic]». In questo caso, si tratterà la denuncia del parroco e la motivazione che lo portò ad assumere il ruolo di delatore. Verrà poi analizzata la dura reazione delle autorità nei confronti dell’ecclesiastico. Per concludere il secondo capitolo, verranno riportate le indagini di polizia riguardanti la «Festa del Purissimo Sangue». Evento tenuto nella zona del sarzanese, in cui vennero effettuati canti in onore di Carlo Alberto. Situazione che, in comune noto per la sua opposizione al governo sabaudo, creò diversi sospetti. Infine, si tenterà di presentare la continuità di ideali, nei grandi eventi del Risorgimento, delle famiglie citate nei primi due capitoli. La trasmissione delle idee, in termini generazionali, per questo periodo della storia, è una costatazione già emersa e, pertanto, ci si limiterà a presentare i casi ritrovati, cercando non di stabilire un nuovo concetto, ma di rafforzarne uno già esistente. ​
ITA
Carlo Alberto's age marked the beginning of Mazzinian conspiracies that put the police investigations to a severe test. A little-known episode in historical literature took place in Lerici, a municipality in Liguria located in the Levante province, annexed to the Kingdom of Sardinia after Napoleon's fall. Situated on the border with the central duchies, Lerici, at the time of the Mazzinian network's development, had 1520 inhabitants, which increased to over 58,000 in 1861. The local peculiarity was its port, one of the most important in the area. The residents were excellent sailors, in constant contact with Marseille, Livorno, and Genova. As the stage for various events within the larger context of the conspiratorial network of Young Italy, Lerici became one of the dangerous villages in the Kingdom. The paper aims to analyze two moments of Carlo Alberto's reign in which Lerici and its inhabitants created issues. Firstly, the structure of the Giovine Italia will be outlined, analyzing the members and their roles within the organization. Then, will be narrated the discovery of this conspiracy between 1833 and '34, a biennium of political intrigues. Police sources subsequently lead us to delve into the events that led to arrests, of some conspirators, and the escape of others. To conclude the first part, will be discussed the return to Lerici of the few brethren who managed to leave the Kingdom of Sardinia. The second part will cover the years from 1839 to 1843, when the fear of the Lerici Mazzinians resurfaced in Turin. A priest's denunciation will present new nefarious plans organized by his «parishioners». In this case, the denunciation by the parish priest and the motivation behind his role as an informer will be analyzed firstly, then, the harsh reaction of the authorities towards the clergyman. To conclude the chapter, will be reported the police investigations regarding a town festival. An event held in the Sarzana area, where hymns were sung in honor of Carlo Alberto. This situation, in a municipality known for its opposition to the Savoy dinasty, raised several suspicions. Finally, an attempt will be made to present the continuity of ideals, in the events of the Risorgimento, about the families mentioned in the first two chapters. The transmission of ideas, in generational terms is an already established fact, and therefore, we will limit ourselves to presenting the cases found, trying not to establish a new concept, but to reinforce an existing one. ​
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/144670