This thesis aims to analyze the signs of recognition and self-recognition from the Aristotelian concept of anagnorisis in order to highlight some of the forms in which the «shift from ignorance to knowledge» of self occurs in twentieth-century literature and and to unravel its implications. «L’agnizione sarà certo un un passaggio dall’ignoranza alla conoscenza: ma conoscenza di cosa? Della verità? E che cos’è, domandava Pilato, la verità?» (Boitani, 2014, 115). As Boitani argues, in contemporary literature there seems to be a recurring oscillation between knowledge and ignorance, a persistent doubt that undermines the conventional notions of identity. Among those authors who have explored the theme of existence as an individual, as a social and historical subject, particular emphasis will be placed on the perspectives of Moravia, Pirandello, Nooteboom, Grass, Ernaux, Auster, Perec, Calvino and Cortázar. Navigating the terrain of a century marked by uncertainty and the crisis of subjecrivity, this work aspires to trace a parable of self-recognition through the discernible signs that serve as instruments for probing the self as a synolus of matter and form. This form that will turn out to be nothing if not multiple, hybrid, further. Additionally, the thesis will dwell on the signs that enclose and remind the subject of its historicity. They are mainly signs of relationships and memorials, affording the self social depth, space and continuity. This journey ends with a hope: the self can recognize its own Voice and with it step out into the world, into uncertain reality and experience new perspectives. Once the abyss of trauma and death is intimately known, along with the positives and negatives facets of existence, this newfound awareness it is possible to create new modes of being: this is the value of artistic creation in all its aspects, above all this is the value of poetry.

Questa tesi si propone di analizzare i segni del riconoscimento e dell’auto-riconoscimento a partire dal concetto aristotelico di anagnorisis, per evidenziare alcune forme nelle quali avviene il «passaggio dall’ignoranza alla conoscenza» di sé nella letteratura del Novecento e cosa questo significhi. «L’agnizione sarà certo un un passaggio dall’ignoranza alla conoscenza: ma conoscenza di cosa? Della verità? E che cos’è, domandava Pilato, la verità?» (Boitani, 2014, 115). Come sostiene Boitani, nella letteratura contemporanea sembra esserci un reiterato passaggio all’ignoranza, un dubbio costante che mina alla base la concezione di identità. Tra quegli autori che hanno fatto dell’esistenza come individuo, come soggetto sociale e storico un loro tema centrale di riflessione, ci si sofferma soprattutto sullo sguardo di Moravia, Pirandello, Nooteboom, Grass, Ernaux, Auster, Perec, Calvino e Cortázar. Muovendosi nel secolo del dubbio e della crisi del soggetto, si è cercato in questo lavoro di delineare una parabola dell’auto-riconoscimento a partire da quei segni che si fanno mezzo per indagare il sé come sinolo di materia e forma, una forma che si scoprirà essere nulla se non molteplice, ibrida, ulteriore. Si analizzano poi i segni che racchiudono e ricordano al soggetto la sua storicità. Sono soprattutto segni di relazioni e memoriali che danno all’Io uno spessore sociale, uno spazio e una durata. Questo percorso si conclude con una speranza: l’Io può riconoscere la propria Voce e con questa uscire nel mondo, nella realtà incerta e sperimentare nuovi punti di vista. Una volta conosciuto l’abisso del trauma e della morte, una volta conosciuto Positivo e Negativo dell’esistenza, da questa consapevolezza è possibile creare nuove modalità d’esistenza: questo è il valore della creazione artistica in ogni suo aspetto, sopratutto questo è il valore della poesia.

Riconoscimento e auto-riconoscimento. Volti, voci, forme e simboli nella letteratura del Novecento.

BERTA, LUCE
2022/2023

Abstract

Questa tesi si propone di analizzare i segni del riconoscimento e dell’auto-riconoscimento a partire dal concetto aristotelico di anagnorisis, per evidenziare alcune forme nelle quali avviene il «passaggio dall’ignoranza alla conoscenza» di sé nella letteratura del Novecento e cosa questo significhi. «L’agnizione sarà certo un un passaggio dall’ignoranza alla conoscenza: ma conoscenza di cosa? Della verità? E che cos’è, domandava Pilato, la verità?» (Boitani, 2014, 115). Come sostiene Boitani, nella letteratura contemporanea sembra esserci un reiterato passaggio all’ignoranza, un dubbio costante che mina alla base la concezione di identità. Tra quegli autori che hanno fatto dell’esistenza come individuo, come soggetto sociale e storico un loro tema centrale di riflessione, ci si sofferma soprattutto sullo sguardo di Moravia, Pirandello, Nooteboom, Grass, Ernaux, Auster, Perec, Calvino e Cortázar. Muovendosi nel secolo del dubbio e della crisi del soggetto, si è cercato in questo lavoro di delineare una parabola dell’auto-riconoscimento a partire da quei segni che si fanno mezzo per indagare il sé come sinolo di materia e forma, una forma che si scoprirà essere nulla se non molteplice, ibrida, ulteriore. Si analizzano poi i segni che racchiudono e ricordano al soggetto la sua storicità. Sono soprattutto segni di relazioni e memoriali che danno all’Io uno spessore sociale, uno spazio e una durata. Questo percorso si conclude con una speranza: l’Io può riconoscere la propria Voce e con questa uscire nel mondo, nella realtà incerta e sperimentare nuovi punti di vista. Una volta conosciuto l’abisso del trauma e della morte, una volta conosciuto Positivo e Negativo dell’esistenza, da questa consapevolezza è possibile creare nuove modalità d’esistenza: questo è il valore della creazione artistica in ogni suo aspetto, sopratutto questo è il valore della poesia.
ITA
This thesis aims to analyze the signs of recognition and self-recognition from the Aristotelian concept of anagnorisis in order to highlight some of the forms in which the «shift from ignorance to knowledge» of self occurs in twentieth-century literature and and to unravel its implications. «L’agnizione sarà certo un un passaggio dall’ignoranza alla conoscenza: ma conoscenza di cosa? Della verità? E che cos’è, domandava Pilato, la verità?» (Boitani, 2014, 115). As Boitani argues, in contemporary literature there seems to be a recurring oscillation between knowledge and ignorance, a persistent doubt that undermines the conventional notions of identity. Among those authors who have explored the theme of existence as an individual, as a social and historical subject, particular emphasis will be placed on the perspectives of Moravia, Pirandello, Nooteboom, Grass, Ernaux, Auster, Perec, Calvino and Cortázar. Navigating the terrain of a century marked by uncertainty and the crisis of subjecrivity, this work aspires to trace a parable of self-recognition through the discernible signs that serve as instruments for probing the self as a synolus of matter and form. This form that will turn out to be nothing if not multiple, hybrid, further. Additionally, the thesis will dwell on the signs that enclose and remind the subject of its historicity. They are mainly signs of relationships and memorials, affording the self social depth, space and continuity. This journey ends with a hope: the self can recognize its own Voice and with it step out into the world, into uncertain reality and experience new perspectives. Once the abyss of trauma and death is intimately known, along with the positives and negatives facets of existence, this newfound awareness it is possible to create new modes of being: this is the value of artistic creation in all its aspects, above all this is the value of poetry.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/144588