Questo lavoro nasce dalla volontà di approfondire il caso di Diario Ottuso, una raccolta di prose di eco minore di Amelia Rosselli. I testi riuniti al suo interno, composti a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, vengono pubblicati in volume soltanto nel 1990. L’opera viene pubblicata infatti all’indomani di un periodo di silenzio editoriale e critico, iniziato nel 1976, dopo l’uscita di Documento. In questa seconda stagione poetica, nonostante l’aggravarsi della malattia e i continui ricoveri, Rosselli rielabora e pubblica testi rimasti inediti, a dimostrazione di un processo creativo mai realmente interrotto. Lo studio prende le mosse dalla presentazione del contesto biografico durante il quale vengono concepite le prose e l’orizzonte culturale al momento della loro pubblicazione. Nel primo capitolo si ripercorrono le tappe del dibattito critico rosselliano, passando in rassegna i commenti dei primi osservatori: dall’intuizione del lapsus di Pasolini a quella di Mengaldo, che nel 1978 la include nell’antologia Poeti italiani del Novecento, per concludere con l’intervento critico di Giudici che discostandosi dalle lezioni precedenti, in cui si sosteneva l’istanza prevaricatrice della lingua dell’inconscio a discapito di quella letteraria, suffraga un uso sapiente e veicolare della voce rosselliana. Contestualmente alle prime ricezioni critiche e alle vicende editoriali, nel primo capitolo si tratteggia il profilo della storia privata dell’autrice. Il recupero dell’intreccio tra biografia ed esperienza letteraria è determinante per la lettura delle sue opere, specialmente per questa, il cui intento programmatico è già esplicitato nel titolo. Segue il capitolo dedicato alla genesi di Diario Ottuso, ripercorrendo le tappe editoriali delle singole prose raccolte al suo interno ed evidenziando i legami intertestuali con le altre opere dell’autrice. La raccolta pubblicata in volume a cui si è fatto riferimento per questo studio si presenta così ripartita: Prime Prose Italiane (1954), Nota (1967-1968), Diario Ottuso (1968), Esperimenti narrativi (nota di Amelia Rosselli). L’uscita del volume non registra molti commenti da parte della critica, ancora intenta a dipanare l’indecifrabilità della pronuncia in versi. Il primo commento, rimasto unico fino alla ristampa del volume nel 1996, è infatti quello riportato dal curatore della prefazione Alfonso Berardinelli. Nel capitolo dedicato alla ricezione critica dell’opera si riportano pochi altri interventi tratti da monografie o da studi che riportano soltanto tangenzialmente o di riflesso la sperimentazione rosselliana in prosa italiana. Nel quarto capitolo si accoglie l’analisi linguistica, stilistica e retorica in cui vengono messi in luce, non solo la capacità generativa e compositiva della lingua, già oggetto di diversi studi per la produzione in versi, ma anche i tratti peculiari di questa prosa. La frequenza delle ripetizioni, il complesso periodare, il labirintico sistema di disvelamenti e occultamenti e l’oscillazione tra narrazione in prima e terza persona sono alcuni degli espedienti retorici messi in atto da Rosselli per recuperare e, allo stesso tempo, contenere i dolorosi ricordi rievocati. Rosselli inabissa proprio in questo impetuoso gioco di sovvertimenti morfologici e sintattici parte del significato della narrazione, a metà tra la riflessione sulla propria esperienza e la volontà di superamento.

"È prosa difficile, interiore quanto la poesia": la lingua di "Diario Ottuso" di Amelia Rosselli

SIGNORETTA, VERONICA
2022/2023

Abstract

Questo lavoro nasce dalla volontà di approfondire il caso di Diario Ottuso, una raccolta di prose di eco minore di Amelia Rosselli. I testi riuniti al suo interno, composti a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, vengono pubblicati in volume soltanto nel 1990. L’opera viene pubblicata infatti all’indomani di un periodo di silenzio editoriale e critico, iniziato nel 1976, dopo l’uscita di Documento. In questa seconda stagione poetica, nonostante l’aggravarsi della malattia e i continui ricoveri, Rosselli rielabora e pubblica testi rimasti inediti, a dimostrazione di un processo creativo mai realmente interrotto. Lo studio prende le mosse dalla presentazione del contesto biografico durante il quale vengono concepite le prose e l’orizzonte culturale al momento della loro pubblicazione. Nel primo capitolo si ripercorrono le tappe del dibattito critico rosselliano, passando in rassegna i commenti dei primi osservatori: dall’intuizione del lapsus di Pasolini a quella di Mengaldo, che nel 1978 la include nell’antologia Poeti italiani del Novecento, per concludere con l’intervento critico di Giudici che discostandosi dalle lezioni precedenti, in cui si sosteneva l’istanza prevaricatrice della lingua dell’inconscio a discapito di quella letteraria, suffraga un uso sapiente e veicolare della voce rosselliana. Contestualmente alle prime ricezioni critiche e alle vicende editoriali, nel primo capitolo si tratteggia il profilo della storia privata dell’autrice. Il recupero dell’intreccio tra biografia ed esperienza letteraria è determinante per la lettura delle sue opere, specialmente per questa, il cui intento programmatico è già esplicitato nel titolo. Segue il capitolo dedicato alla genesi di Diario Ottuso, ripercorrendo le tappe editoriali delle singole prose raccolte al suo interno ed evidenziando i legami intertestuali con le altre opere dell’autrice. La raccolta pubblicata in volume a cui si è fatto riferimento per questo studio si presenta così ripartita: Prime Prose Italiane (1954), Nota (1967-1968), Diario Ottuso (1968), Esperimenti narrativi (nota di Amelia Rosselli). L’uscita del volume non registra molti commenti da parte della critica, ancora intenta a dipanare l’indecifrabilità della pronuncia in versi. Il primo commento, rimasto unico fino alla ristampa del volume nel 1996, è infatti quello riportato dal curatore della prefazione Alfonso Berardinelli. Nel capitolo dedicato alla ricezione critica dell’opera si riportano pochi altri interventi tratti da monografie o da studi che riportano soltanto tangenzialmente o di riflesso la sperimentazione rosselliana in prosa italiana. Nel quarto capitolo si accoglie l’analisi linguistica, stilistica e retorica in cui vengono messi in luce, non solo la capacità generativa e compositiva della lingua, già oggetto di diversi studi per la produzione in versi, ma anche i tratti peculiari di questa prosa. La frequenza delle ripetizioni, il complesso periodare, il labirintico sistema di disvelamenti e occultamenti e l’oscillazione tra narrazione in prima e terza persona sono alcuni degli espedienti retorici messi in atto da Rosselli per recuperare e, allo stesso tempo, contenere i dolorosi ricordi rievocati. Rosselli inabissa proprio in questo impetuoso gioco di sovvertimenti morfologici e sintattici parte del significato della narrazione, a metà tra la riflessione sulla propria esperienza e la volontà di superamento.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
762658_tesimagistralesignoretta.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 720.67 kB
Formato Adobe PDF
720.67 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/144571