L'agricoltura conservativa (AC) è un metodo di gestione dell'agroecosistema per migliorare e sostenere la produttività, incrementare i profitti preservando e migliorando le risorse e l'ambiente. La tesi di laurea ha riguardato la valutazione di un agroecosistema risicolo italiano all'applicazione di due tecniche di lavorazione conservativa del suolo: minima lavorazione e semina su sodo, confrontandole con la tecnica convenzionale di aratura. La lavorazione del suolo è stata valutata in interazione con tre livelli di concimazione azotata (0, 120, 160 kgN/ha). L'analisi ha riguardato gli aspetti produttivi, l'architettura degli apparati radicali e gli effetti sulla fertilità fisica e chimica del suolo. Le risposte della coltura alle tecniche sperimentate sono state valutate in due archi temporali: dal 2014 al 2019 è stata valutata la risposta della varietà Sole CL nel medio periodo, nel 2018-2019 Sole CL è stato confrontato con CL15, per determinare un eventuale adattamento varietale alle tecniche di AC. La minima lavorazione garantisce dei livelli produttivi paragonabili all'aratura, mentre la semina su sodo determina produzioni del 15% inferiori, quantificabili in un ammanco produttivo tra 1 e 1,5 t/ha variabile negli anni. Le differenze produttive tendono tuttavia a stabilizzarsi dopo 3-4 anni dall'adozione della semina su sodo. Questa tecnica viene penalizzata dai ridotti investimenti iniziali, a cui la pianta reagisce con un maggiore accestimento, ma non sufficiente a colmare le differenze rispetto alle tecniche di lavorazione. Il deficit produttivo non può essere colmato apportando quantità maggiori di azoto. Nel confronto varietale, le lavorazioni non hanno evidenziato differenze produttive tra le due varietà testate. L'equilibrio è determinato dalla compensazione delle componenti della produzione nelle due varietà: Sole CL mostra un maggior investimento iniziale rispetto a CL15, il quale è caratterizzato da un maggiore accestimento e dimensioni dei semi. A causa della conformazione dell'apparato radicale, Sole CL mostra una migliore adattabilità al compattamento rispetto a CL15. La semina su sodo determina un aumento (+6%) della densità apparente del suolo e quindi un maggior compattamento dell'orizzonte superficiale (0-15 cm) rispetto alla minima lavorazione e all'aratura. L'applicazione nel medio periodo delle lavorazioni conservative non aumenta significativamente il contenuto di C organico, ma ne influenza la qualità e la distribuzione lungo il profilo del suolo. L'aratura distribuisce in maniera omogenea la sostanza organica nel profilo di suolo tra 0 e 30 cm. Le lavorazioni conservative invece concentrano la frazione libera della sostanza organica e la frazione protetta fisicamente nei microaggregati nell'orizzonte superficiale (0-15 cm). La distribuzione della frazione più stabile e legata chimicamente alle particelle del suolo non è stata influenzata significativamente dalle tecniche sperimentate. In conclusione, in risicoltura la minima lavorazione è la tecnica più indicata nel sostituire l'aratura garantendo produzioni simili ed effetti positivi sulla fertilità del suolo. La semina su sodo è ostacolata soprattutto dalle perdite produttive, non migliorate nemmeno da un incremento della concimazione azotata, e l'individuazione di varietà più adatte risulta complessa e di non breve durata.

Agricoltura conservativa nella risicoltura italiana: risposta produttiva ed evoluzione della fertilità del suolo

VITALI, ANDREA
2018/2019

Abstract

L'agricoltura conservativa (AC) è un metodo di gestione dell'agroecosistema per migliorare e sostenere la produttività, incrementare i profitti preservando e migliorando le risorse e l'ambiente. La tesi di laurea ha riguardato la valutazione di un agroecosistema risicolo italiano all'applicazione di due tecniche di lavorazione conservativa del suolo: minima lavorazione e semina su sodo, confrontandole con la tecnica convenzionale di aratura. La lavorazione del suolo è stata valutata in interazione con tre livelli di concimazione azotata (0, 120, 160 kgN/ha). L'analisi ha riguardato gli aspetti produttivi, l'architettura degli apparati radicali e gli effetti sulla fertilità fisica e chimica del suolo. Le risposte della coltura alle tecniche sperimentate sono state valutate in due archi temporali: dal 2014 al 2019 è stata valutata la risposta della varietà Sole CL nel medio periodo, nel 2018-2019 Sole CL è stato confrontato con CL15, per determinare un eventuale adattamento varietale alle tecniche di AC. La minima lavorazione garantisce dei livelli produttivi paragonabili all'aratura, mentre la semina su sodo determina produzioni del 15% inferiori, quantificabili in un ammanco produttivo tra 1 e 1,5 t/ha variabile negli anni. Le differenze produttive tendono tuttavia a stabilizzarsi dopo 3-4 anni dall'adozione della semina su sodo. Questa tecnica viene penalizzata dai ridotti investimenti iniziali, a cui la pianta reagisce con un maggiore accestimento, ma non sufficiente a colmare le differenze rispetto alle tecniche di lavorazione. Il deficit produttivo non può essere colmato apportando quantità maggiori di azoto. Nel confronto varietale, le lavorazioni non hanno evidenziato differenze produttive tra le due varietà testate. L'equilibrio è determinato dalla compensazione delle componenti della produzione nelle due varietà: Sole CL mostra un maggior investimento iniziale rispetto a CL15, il quale è caratterizzato da un maggiore accestimento e dimensioni dei semi. A causa della conformazione dell'apparato radicale, Sole CL mostra una migliore adattabilità al compattamento rispetto a CL15. La semina su sodo determina un aumento (+6%) della densità apparente del suolo e quindi un maggior compattamento dell'orizzonte superficiale (0-15 cm) rispetto alla minima lavorazione e all'aratura. L'applicazione nel medio periodo delle lavorazioni conservative non aumenta significativamente il contenuto di C organico, ma ne influenza la qualità e la distribuzione lungo il profilo del suolo. L'aratura distribuisce in maniera omogenea la sostanza organica nel profilo di suolo tra 0 e 30 cm. Le lavorazioni conservative invece concentrano la frazione libera della sostanza organica e la frazione protetta fisicamente nei microaggregati nell'orizzonte superficiale (0-15 cm). La distribuzione della frazione più stabile e legata chimicamente alle particelle del suolo non è stata influenzata significativamente dalle tecniche sperimentate. In conclusione, in risicoltura la minima lavorazione è la tecnica più indicata nel sostituire l'aratura garantendo produzioni simili ed effetti positivi sulla fertilità del suolo. La semina su sodo è ostacolata soprattutto dalle perdite produttive, non migliorate nemmeno da un incremento della concimazione azotata, e l'individuazione di varietà più adatte risulta complessa e di non breve durata.
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