Il lavoro si propone di restituire una panoramica dettagliata sulle testimonianze artistiche prodotte a o per Asti nel XIV secolo. Si sono innanzitutto repertoriate e analizzate le opere scultoree e pittoriche ancora presenti nelle chiese cittadine: la cattedrale di Santa Maria Assunta; la collegiata di San Secondo; la parrocchiale di Maria Ausiliatrice a Viatosto. Si sono poi schedati i manufatti trecenteschi, alcuni dei quali poco noti alla critica, presenti in due dei principali musei astigiani (il Museo di Sant'Anastasio e il Museo diocesano). Lo stesso si è fatto per tre manoscritti miniati, il celeberrimo Codex astensis, conservato all'Archivio storico del comune di Asti, e due Antifonari meno studiati, che si conservano presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Asti con collocazione XV e XVI. Infine, si è analizzato il cosiddetto Trittico del Rocciamelone conservato al Museo diocesano di Arte Sacra di Susa, che si lega strettamente alla storia di Asti nel Trecento e ai massimi rappresentanti della nobiltà locale. Il repertorio è preceduto da un capitolo iniziale di inquadramento storico e storico-artistico sulla città di Asti nel XIV secolo. Dall'incrocio tra le notizie storiche, le fonti documentarie e le opere d'arte sopravvissute, ne è emerso il quadro di una società estremamente vivace da un punto di vista culturale. Una società aggiornata e aperta a linguaggi figurativi di provenienza diversa.
Arte e cultura ad Asti nel XIV secolo
INFANTE, LUCIA
2018/2019
Abstract
Il lavoro si propone di restituire una panoramica dettagliata sulle testimonianze artistiche prodotte a o per Asti nel XIV secolo. Si sono innanzitutto repertoriate e analizzate le opere scultoree e pittoriche ancora presenti nelle chiese cittadine: la cattedrale di Santa Maria Assunta; la collegiata di San Secondo; la parrocchiale di Maria Ausiliatrice a Viatosto. Si sono poi schedati i manufatti trecenteschi, alcuni dei quali poco noti alla critica, presenti in due dei principali musei astigiani (il Museo di Sant'Anastasio e il Museo diocesano). Lo stesso si è fatto per tre manoscritti miniati, il celeberrimo Codex astensis, conservato all'Archivio storico del comune di Asti, e due Antifonari meno studiati, che si conservano presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Asti con collocazione XV e XVI. Infine, si è analizzato il cosiddetto Trittico del Rocciamelone conservato al Museo diocesano di Arte Sacra di Susa, che si lega strettamente alla storia di Asti nel Trecento e ai massimi rappresentanti della nobiltà locale. Il repertorio è preceduto da un capitolo iniziale di inquadramento storico e storico-artistico sulla città di Asti nel XIV secolo. Dall'incrocio tra le notizie storiche, le fonti documentarie e le opere d'arte sopravvissute, ne è emerso il quadro di una società estremamente vivace da un punto di vista culturale. Una società aggiornata e aperta a linguaggi figurativi di provenienza diversa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/144446