La seguente tesi di ricerca analizza da un punto di vista critico lo sviluppo della tratta di esseri umani dalla Nigeria all’Italia e l'intersezione di alcune sue componenti interne, quali le relazioni tra le sue protagoniste, le pressioni sociali e la costruzione dei ruoli specifici di donna e di madre in un contesto di tratta e transnazionale. La costruzione culturale della donna nigeriana nella tratta è il tema principale di questo elaborato, che nei diversi capitoli viene sviscerato nelle sue componenti. In “Le deuxième sexe” (1949) Simone de Beauvoir propone una visione innovativa rispetto alle differenze di genere che fa risalire alla genesi stessa dei ruoli sociali e delle aspettative intorno al genere nelle diverse società. In ogni dimensione spazio-temporale le donne vengono indicate come il prodotto di specifici processi culturali, in grado di plasmare profondamente le identità femminili e le attese sociali di cui esse sono investite (Forni et al., 2006). Il risultato di tali processi definiti “ginecopoiesi” rinvia a un’infinita varietà di modelli, irriducibile al motivo dell’eterno femminino, inteso come universalmente intriso di un’essenza naturale che lo rende tale. Allo stesso tempo, le costruzioni di genere sono chiamate a rispondere al problema della riproduzione e al controllo che la donna esercita sulla sua fisiologia. Il tema del potere riproduttivo è dunque al centro delle politiche di genere, e dà luogo a strategie variamente orientate nel senso della gerarchia o della complementarità. Il potere riproduttivo vissuto dalle donne nigeriane vittime di tratta viene approfondito nel seguente elaborato nell’esperienza della maternità come chiave di volta per ricevere maggiore assistenza e aiuto per uscire dal percorso di tratta. Sottoposte all'autorità dello Stato (nonostante spesso non siano legalmente riconosciute cittadine), le donne migranti madri possono esercitare diritti civili in più rispetto alle donne nella stessa condizione ma non madri, così come i loro figli e figlie che, in quanto minorenni, godono di forme di tutela e protezione nonostante l’assenza della cittadinanza. Nello specifico, le dimensioni scelte intendono indagare le aspettative familiari e sociali del ruolo della donna in quanto caregiver anche all’interno del processo migratorio, la messa in discussione e ricostruzione della propria identità attraverso pratiche di sfruttamento del corpo e la maternità intesa come esperienza potenzialmente rivoluzionaria decisiva nella vita di una donna per uscire dal percorso di tratta. Tali tematiche vengono affrontate in un'ottica di antropologia partecipativa e militante tramite la restituzione dei mesi di campo vissuti presso un'Associazione torinese per donne vittime di tratta e violenza di genere.

La Tratta Sessuale delle Donne Nigeriane in Italia: Maternità e Pratiche di Resistenza

FRANCESCHINI, ELENA
2023/2024

Abstract

La seguente tesi di ricerca analizza da un punto di vista critico lo sviluppo della tratta di esseri umani dalla Nigeria all’Italia e l'intersezione di alcune sue componenti interne, quali le relazioni tra le sue protagoniste, le pressioni sociali e la costruzione dei ruoli specifici di donna e di madre in un contesto di tratta e transnazionale. La costruzione culturale della donna nigeriana nella tratta è il tema principale di questo elaborato, che nei diversi capitoli viene sviscerato nelle sue componenti. In “Le deuxième sexe” (1949) Simone de Beauvoir propone una visione innovativa rispetto alle differenze di genere che fa risalire alla genesi stessa dei ruoli sociali e delle aspettative intorno al genere nelle diverse società. In ogni dimensione spazio-temporale le donne vengono indicate come il prodotto di specifici processi culturali, in grado di plasmare profondamente le identità femminili e le attese sociali di cui esse sono investite (Forni et al., 2006). Il risultato di tali processi definiti “ginecopoiesi” rinvia a un’infinita varietà di modelli, irriducibile al motivo dell’eterno femminino, inteso come universalmente intriso di un’essenza naturale che lo rende tale. Allo stesso tempo, le costruzioni di genere sono chiamate a rispondere al problema della riproduzione e al controllo che la donna esercita sulla sua fisiologia. Il tema del potere riproduttivo è dunque al centro delle politiche di genere, e dà luogo a strategie variamente orientate nel senso della gerarchia o della complementarità. Il potere riproduttivo vissuto dalle donne nigeriane vittime di tratta viene approfondito nel seguente elaborato nell’esperienza della maternità come chiave di volta per ricevere maggiore assistenza e aiuto per uscire dal percorso di tratta. Sottoposte all'autorità dello Stato (nonostante spesso non siano legalmente riconosciute cittadine), le donne migranti madri possono esercitare diritti civili in più rispetto alle donne nella stessa condizione ma non madri, così come i loro figli e figlie che, in quanto minorenni, godono di forme di tutela e protezione nonostante l’assenza della cittadinanza. Nello specifico, le dimensioni scelte intendono indagare le aspettative familiari e sociali del ruolo della donna in quanto caregiver anche all’interno del processo migratorio, la messa in discussione e ricostruzione della propria identità attraverso pratiche di sfruttamento del corpo e la maternità intesa come esperienza potenzialmente rivoluzionaria decisiva nella vita di una donna per uscire dal percorso di tratta. Tali tematiche vengono affrontate in un'ottica di antropologia partecipativa e militante tramite la restituzione dei mesi di campo vissuti presso un'Associazione torinese per donne vittime di tratta e violenza di genere.
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