La tesi ha l’intento di proporre un’indagine sulla scrittura translingue dell’autrice di origini argentine Silvia Baron Supervielle che, a seguito del suo trasferimento a Parigi nel 1961, scelse di redigere la propria produzione letteraria in lingua francese. Se nel primo capitolo vengono tracciati i tratti precipui del contesto socioculturale argentino e del quadro familiare autoriale che ne hanno determinato la fascinazione francofila, nei capitoli successivi, attraverso il confronto con gli studi principali attorno la categorizzazione degli scrittori translingue che scelgono di adottare la lingua francese, si dimostra come l’autrice sia perfettamente inserita all’intero di tale configurazione. Dato che, come dimostrato dagli studi di De Balsi e Gauvin, gli autori translingue sono «condamné à penser la langue» nel secondo capitolo si descrive l’immaginario linguistico autoriale che si costituisce per mezzo di riflessioni metalinguistiche orientate verso l’indagine pluridisciplinare dell’interrelazione tra identità e atto linguistico. Segue un’analisi di L’or de l’incertitude e Le livre du retour atta a delineare, per mezzo degli apporti teorici di Lejeune e Gasparini, come tali opere letterarie si inscrivano all’interno del genere dei romanzi autobiografici dimostrando che anche l’autrice possieda un tratto peculiare del discorso translingue il quale, come constato da Jouanny, Delbart, De Balsi e Ausoni, si orienta verso la forma discorsiva dell’écriture de soi. In conclusione, con l’obiettivo di mostrare come, in linea con la categoria translingue, la scrittura di Baron Supervielle si presenti come “esotica” all’interno del campo letterario francese, si analizzano le modalità attraverso cui negli scritti dell’autrice si configura la rappresentazione della pampa. Per mezzo di un confronto con le significazioni assunte da tale paesaggio nelle relazioni di viaggio redatte tra il XVI e il XIX secolo e negli scritti degli autori argentini più rilevanti nel campo letterario argentino tra Ottocento e Novecento si dimostra l’influsso che la letteratura argentina ha esercitato sull’immaginario autoriale determinando una scrittura che, pur adottando la lingua francese, contiene tratti precipuamente argentini.

Il translinguismo di Silvia Baron Supervielle: la scoperta di un «moi plus vaste»

MONTANARO, FRANCESCA
2023/2024

Abstract

La tesi ha l’intento di proporre un’indagine sulla scrittura translingue dell’autrice di origini argentine Silvia Baron Supervielle che, a seguito del suo trasferimento a Parigi nel 1961, scelse di redigere la propria produzione letteraria in lingua francese. Se nel primo capitolo vengono tracciati i tratti precipui del contesto socioculturale argentino e del quadro familiare autoriale che ne hanno determinato la fascinazione francofila, nei capitoli successivi, attraverso il confronto con gli studi principali attorno la categorizzazione degli scrittori translingue che scelgono di adottare la lingua francese, si dimostra come l’autrice sia perfettamente inserita all’intero di tale configurazione. Dato che, come dimostrato dagli studi di De Balsi e Gauvin, gli autori translingue sono «condamné à penser la langue» nel secondo capitolo si descrive l’immaginario linguistico autoriale che si costituisce per mezzo di riflessioni metalinguistiche orientate verso l’indagine pluridisciplinare dell’interrelazione tra identità e atto linguistico. Segue un’analisi di L’or de l’incertitude e Le livre du retour atta a delineare, per mezzo degli apporti teorici di Lejeune e Gasparini, come tali opere letterarie si inscrivano all’interno del genere dei romanzi autobiografici dimostrando che anche l’autrice possieda un tratto peculiare del discorso translingue il quale, come constato da Jouanny, Delbart, De Balsi e Ausoni, si orienta verso la forma discorsiva dell’écriture de soi. In conclusione, con l’obiettivo di mostrare come, in linea con la categoria translingue, la scrittura di Baron Supervielle si presenti come “esotica” all’interno del campo letterario francese, si analizzano le modalità attraverso cui negli scritti dell’autrice si configura la rappresentazione della pampa. Per mezzo di un confronto con le significazioni assunte da tale paesaggio nelle relazioni di viaggio redatte tra il XVI e il XIX secolo e negli scritti degli autori argentini più rilevanti nel campo letterario argentino tra Ottocento e Novecento si dimostra l’influsso che la letteratura argentina ha esercitato sull’immaginario autoriale determinando una scrittura che, pur adottando la lingua francese, contiene tratti precipuamente argentini.
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