¿Per una nuova semiotica del teatro ¿ Approcci del passato e nuovi orizzonti¿ è una tesi semiotica che cerca di unire passato e presente al fine di delineare un possibile futuro sviluppo della semiologia teatrale. Questa idea trova le sue radici in Umberto Eco, il quale sosteneva che la semiosi non potesse mai nascere dal nulla, ma avesse sempre bisogno degli apporti di studio precedenti. Si è reso, inoltre, necessario parlare di futuro, dato che la semiotica teatrale a livello di ricerca ha subito un brusco arresto verso la fine degli anni 80 del 900. L'elaborato è suddiviso principalmente in due parti. Nella prima, dedicata agli approcci del passato, vengono analizzati gli autori Barthes, De Marinis, Segre, Elam e Volli, descrivendone i principali apporti teorici alla disciplina in questione. Nel dettaglio, ogni capitolo dedicato a ciascuno di loro si suddivide in tre momenti: un breve accenno biografico per collocarli storicamente, un resoconto sui concetti chiave da essi elaborati e una breve riflessione su questi ultimi. Nella seconda parte, invece, dedicata ai nuovi orizzonti, vengono analizzate tre recenti correnti della semiotica contemporanea (semiotica delle passioni, tensiva e semiotica della cultura) al fine di comprendere se e quanto esse possano aggiungere elementi nuovi sulla scena semiologica teatrale. In particolare, sono stati analizzati i semiologi Greimas, Pezzini, Fontanille, Lotman e Lorusso attraverso alcune loro opere cardine. A questo, sono stati aggiunti due paragrafi in cui rispettivamente vengono approfonditi alcuni concetti delineati dagli autori, ritenuti utili per un'applicazione teorica al teatro, e un caso concreto, in cui sia possibile mostrare la validità tangibile dei metodi di approccio semiotici. Per quest'ultima parte è risultata molto utile la mia esperienza in prima persona, in veste di operatrice dello spettacolo. Nella sezione delle conclusioni, è presente un breve excursus storico sugli autori più importanti che dagli anni 70 agli anni 90 del 900 si sono occupati di semiotica del teatro, per cercare di fornire un quadro generale sullo sviluppo della disciplina, dalla nascita alla sua presunta saturazione. La vera e propria conclusione a cui si giunge ammette il fatto che le passioni di Greimas, le pratiche e il corpo di Fontanille e i ¿filtri di traduzione¿ di Lotman possano effettivamente concedere alla semiotica del teatro una nuova, seconda vita. Questo proprio perché, come aveva affermato Camilleri, ¿il teatro è come la società: è sempre in crisi, perciò non potrà morire mai¿. È, quindi, necessario parlarne, ancora e una strada in questo senso si è iniziato a percorrerla nel 2009, quando semiotici e critici teatrali si sono ritrovati per tentare di capire i problemi di un'analisi semiotica della rappresentazione scenica. Nulla di concreto è ancora stato prodotto, ma, il teatro avrà l'ultima parola, comunque.

Per una nuova semiotica del teatro - Approcci del passato e nuovi orizzonti

LANDO, CARLOTTA
2016/2017

Abstract

¿Per una nuova semiotica del teatro ¿ Approcci del passato e nuovi orizzonti¿ è una tesi semiotica che cerca di unire passato e presente al fine di delineare un possibile futuro sviluppo della semiologia teatrale. Questa idea trova le sue radici in Umberto Eco, il quale sosteneva che la semiosi non potesse mai nascere dal nulla, ma avesse sempre bisogno degli apporti di studio precedenti. Si è reso, inoltre, necessario parlare di futuro, dato che la semiotica teatrale a livello di ricerca ha subito un brusco arresto verso la fine degli anni 80 del 900. L'elaborato è suddiviso principalmente in due parti. Nella prima, dedicata agli approcci del passato, vengono analizzati gli autori Barthes, De Marinis, Segre, Elam e Volli, descrivendone i principali apporti teorici alla disciplina in questione. Nel dettaglio, ogni capitolo dedicato a ciascuno di loro si suddivide in tre momenti: un breve accenno biografico per collocarli storicamente, un resoconto sui concetti chiave da essi elaborati e una breve riflessione su questi ultimi. Nella seconda parte, invece, dedicata ai nuovi orizzonti, vengono analizzate tre recenti correnti della semiotica contemporanea (semiotica delle passioni, tensiva e semiotica della cultura) al fine di comprendere se e quanto esse possano aggiungere elementi nuovi sulla scena semiologica teatrale. In particolare, sono stati analizzati i semiologi Greimas, Pezzini, Fontanille, Lotman e Lorusso attraverso alcune loro opere cardine. A questo, sono stati aggiunti due paragrafi in cui rispettivamente vengono approfonditi alcuni concetti delineati dagli autori, ritenuti utili per un'applicazione teorica al teatro, e un caso concreto, in cui sia possibile mostrare la validità tangibile dei metodi di approccio semiotici. Per quest'ultima parte è risultata molto utile la mia esperienza in prima persona, in veste di operatrice dello spettacolo. Nella sezione delle conclusioni, è presente un breve excursus storico sugli autori più importanti che dagli anni 70 agli anni 90 del 900 si sono occupati di semiotica del teatro, per cercare di fornire un quadro generale sullo sviluppo della disciplina, dalla nascita alla sua presunta saturazione. La vera e propria conclusione a cui si giunge ammette il fatto che le passioni di Greimas, le pratiche e il corpo di Fontanille e i ¿filtri di traduzione¿ di Lotman possano effettivamente concedere alla semiotica del teatro una nuova, seconda vita. Questo proprio perché, come aveva affermato Camilleri, ¿il teatro è come la società: è sempre in crisi, perciò non potrà morire mai¿. È, quindi, necessario parlarne, ancora e una strada in questo senso si è iniziato a percorrerla nel 2009, quando semiotici e critici teatrali si sono ritrovati per tentare di capire i problemi di un'analisi semiotica della rappresentazione scenica. Nulla di concreto è ancora stato prodotto, ma, il teatro avrà l'ultima parola, comunque.
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