The following thesis project aims to assess exposure to chemical, carcinogenic and mutagenic pollutants generated by the production process of an aluminium foundry. This project originates from the need, on the part of the SPreSAL Service of Vercelli (assisted by the ARPA Piedmont Service based in Grugliasco), to characterise exposure in a company on the Piedmont territory that was found to present particular criticalities liable to affect both the health and safety of workers, with a consequent potential to cause both accidents and specific occupational diseases. The chemical and carcinogenic agents identified in the production process are as follows: Dust (inhalable and respirable fraction), metallic elements (Aluminium, Chromium, Nickel, Lead, Iron), PAHs (Polycyclic Aromatic Hydrocarbons), Dioxins and Polychlorinated Biphenyls (PCBs). The characterisation of worker exposure within the foundry was carried out following a series of workplace sampling, both environmental and personal, following the methodology outlined in the 2018 UNI-EN 689 technical standard. These measurements were conducted jointly with the public body ARPA Piemonte, which carried out the laboratory analyses using accredited and validated methods. The concentrations of both airborne dust and metallic elements complied with the threshold limit values identified by law and therefore do not indicate significant problems for the health and safety of workers. For other classes of pollutants, such as PAHs, dioxins and PCBs, the results do not point to any criticalities with respect to the reference values indicated by national and European bodies. Considering, however, that most of the agents reported are classified as definite human carcinogens, it still seems appropriate to reduce exposure to the minimum technically possible. However, there is a considerable gap between the concentration values found in the background samples and those inside the foundry. This clearly demonstrates the existence of generalised pollution from the foundry and consequently an occupational exposure of the workers themselves. External monitoring focused on dioxins has shown that the company is responsible for dioxin pollution in the surrounding environment. The analysis of data from 2011 suggests that there has been a substantial increase in the concentration of dust, metal elements, dioxins and PCBs compared to the current situation in 2022. In conclusion, it is possible to define that the company that is the subject of our case study is in a critical situation for which significant technological and organisational improvements are necessary in order to effectively reduce the exposure of both workers and the pollution caused in the surrounding environment.
Il seguente progetto di tesi si propone di valutare l’esposizione ad inquinanti chimici, cancerogeni e mutageni generati dal processo produttivo di una fonderia di alluminio. Tale progetto ha origine dall’esigenza, da parte del Servizio SPreSAL di Vercelli (coadiuvato dal Servizio ARPA Piemonte con sede a Grugliasco), di caratterizzare l’esposizione in un’azienda sul territorio piemontese che è risultata presentare particolari criticità passibili di ripercuotersi sia sulla salute che sulla sicurezza dei lavoratori, con conseguente potenzialità di causare sia eventi infortunistici che specifiche malattie professionali. Gli agenti chimici e cancerogeni individuati nel processo produttivo, sono i seguenti: Polveri (frazione inalabile e frazione respirabile), elementi metallici (Alluminio, Cromo, Nichel, Piombo, Ferro), IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), Diossine e Policlorobifenili (PCB). La caratterizzazione dell’esposizione dei lavoratori all’interno della fonderia è stata effettuata a seguito di una serie di campionamenti in ambiente di lavoro, sia ambientali che personali, seguendo la metodologia tracciata dalla norma tecnica UNI-EN 689 del 2018. Tali misurazioni sono state condotte congiuntamente con l’ente pubblico ARPA Piemonte che ha effettuato le analisi di laboratorio con metodi accreditati e validati. La concentrazione sia delle polveri aerodisperse che degli elementi metallici sono risultate conformi ai valori limite di soglia individuati dalla legge e quindi non indicano rilevanti problemi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Per altre classi di inquinanti, quali gli IPA, le diossine ed i PCB, i risultati non evidenziano criticità puntuali rispetto ai valori di riferimento indicati da enti nazionali ed europei. Considerando tuttavia che la maggior parte degli agenti riportati sono classificati come cancerogeni certi per l’uomo, appare comunque opportuno ridurre l’esposizione al minimo tecnicamente possibile. Tuttavia, sussiste una notevole distanza tra i valori di concentrazione riscontrati nei campioni di fondo e quelli interni alla fonderia. Tale situazione dimostra in modo inequivocabile l’esistenza di un inquinamento generalizzato prodotto dalla fonderia e conseguentemente un’esposizione professionale degli stessi lavoratori. Il monitoraggio esterno focalizzato sulle diossine ha consentito di evidenziare che l’azienda è responsabile dell’inquinamento da diossine nell’ambiente circostante. L’analisi dei dati relativi al 2011 suggerisce che vi è stato un aumento sostanziale della concentrazione di polveri, elementi metallici, diossine e PCB rispetto alla situazione attuale del 2022. In conclusione, è possibile definire che l’azienda oggetto del nostro caso studio si trovi in una situazione di criticità per cui si rendono necessari notevoli miglioramenti tecnologici ed organizzativi che consentano di abbattere efficacemente l’esposizione sia dei lavoratori, che di ridurre l’inquinamento provocato nell’ambiente circostante.
L'esposizione ad agenti chimici cancerogeni in una fonderia di alluminio: aggiornamento delle conoscenze e valutazione di un caso studio.
FANARI, NOEMI
2021/2022
Abstract
Il seguente progetto di tesi si propone di valutare l’esposizione ad inquinanti chimici, cancerogeni e mutageni generati dal processo produttivo di una fonderia di alluminio. Tale progetto ha origine dall’esigenza, da parte del Servizio SPreSAL di Vercelli (coadiuvato dal Servizio ARPA Piemonte con sede a Grugliasco), di caratterizzare l’esposizione in un’azienda sul territorio piemontese che è risultata presentare particolari criticità passibili di ripercuotersi sia sulla salute che sulla sicurezza dei lavoratori, con conseguente potenzialità di causare sia eventi infortunistici che specifiche malattie professionali. Gli agenti chimici e cancerogeni individuati nel processo produttivo, sono i seguenti: Polveri (frazione inalabile e frazione respirabile), elementi metallici (Alluminio, Cromo, Nichel, Piombo, Ferro), IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), Diossine e Policlorobifenili (PCB). La caratterizzazione dell’esposizione dei lavoratori all’interno della fonderia è stata effettuata a seguito di una serie di campionamenti in ambiente di lavoro, sia ambientali che personali, seguendo la metodologia tracciata dalla norma tecnica UNI-EN 689 del 2018. Tali misurazioni sono state condotte congiuntamente con l’ente pubblico ARPA Piemonte che ha effettuato le analisi di laboratorio con metodi accreditati e validati. La concentrazione sia delle polveri aerodisperse che degli elementi metallici sono risultate conformi ai valori limite di soglia individuati dalla legge e quindi non indicano rilevanti problemi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Per altre classi di inquinanti, quali gli IPA, le diossine ed i PCB, i risultati non evidenziano criticità puntuali rispetto ai valori di riferimento indicati da enti nazionali ed europei. Considerando tuttavia che la maggior parte degli agenti riportati sono classificati come cancerogeni certi per l’uomo, appare comunque opportuno ridurre l’esposizione al minimo tecnicamente possibile. Tuttavia, sussiste una notevole distanza tra i valori di concentrazione riscontrati nei campioni di fondo e quelli interni alla fonderia. Tale situazione dimostra in modo inequivocabile l’esistenza di un inquinamento generalizzato prodotto dalla fonderia e conseguentemente un’esposizione professionale degli stessi lavoratori. Il monitoraggio esterno focalizzato sulle diossine ha consentito di evidenziare che l’azienda è responsabile dell’inquinamento da diossine nell’ambiente circostante. L’analisi dei dati relativi al 2011 suggerisce che vi è stato un aumento sostanziale della concentrazione di polveri, elementi metallici, diossine e PCB rispetto alla situazione attuale del 2022. In conclusione, è possibile definire che l’azienda oggetto del nostro caso studio si trovi in una situazione di criticità per cui si rendono necessari notevoli miglioramenti tecnologici ed organizzativi che consentano di abbattere efficacemente l’esposizione sia dei lavoratori, che di ridurre l’inquinamento provocato nell’ambiente circostante.File | Dimensione | Formato | |
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