Nell'immaginario collettivo l'energia ricavata da fonti rinnovabili viene classificata come “energia pulita”, esente dal provocare impatti che ricadono sugli ecosistemi e sull'uomo. L'obiettivo che si pone questo elaborato è quello di confutare la veridicità di tale credenza, nello specifico per quanto riguarda l'energia idroelettrica, la più diffusa nel nostro paese tra le energie rinnovabili. A fare da corollario c'è la normativa vigente in materia di tutela della biodiversità, con particolare riferimento alla Valutazione di Incidenza (VIncA), un procedimento preventivo previsto dalla “Direttiva Habitat” che ha la funzione di valutare la compatibilità ambientale di un determinato piano o progetto che ricada all'interno di un sito della rete Natura 2000 oppure che possa avere conseguenze su di esso pur ricadendone al di fuori. A tale procedura devono essere sottoposte anche le centrali idroelettriche, i cui possibili impatti vengono messi in evidenza proprio durante la valutazione delle incidenze. Dopo aver chiarito gli aspetti legislativi e aver svolto una breve trattazione sulle tipologie di centrali idroelettriche e sul loro funzionamento, sono state affrontate le principali ripercussioni che versano sugli ecosistemi fluviali, uomo compreso. Dall'analisi di diversi documenti ottenuti da canali istituzionali e ministeriali e da studi redatti da tecnici specializzati in valutazione degli impatti, sono emersi numerosi effetti negativi prodotti da tale tipo di impianto sui differenti comparti fluviali. A partire dallo studio della medesima tipologia di documentazione, successivamente è stato possibile determinare quali sono le misure di mitigazione che possono essere adottate al fine di ridimensionare l'entità dei danni arrecati. È importante sottolineare il fatto che le suddette misure sono provvedimenti di carattere preventivo e non correttivo. Esse devono quindi essere stabilite in fase di VIncA, prima della realizzazione del progetto, ed essere attuate in concomitanza con la costruzione e il funzionamento della centrale. In conclusione, la ricerca svolta ha permesso di mettere in risalto il fatto che gli impianti idroelettrici sono in grado di causare impatti più o meno importanti sugli ecosistemi fluviali, ma che questi possono essere attenuati da opportune misure mitigative. Nell'ultima parte dell'analisi, infine, è emerso che talvolta le procedure di valutazione e di adempimento delle misure di mitigazione presentano delle lacune e che tale fatto potrebbe essere la causa di un maggior effetto impattante, amplificato anche dall'incessante incremento del numero di centrali idroelettriche sul territorio italiano, in particolare quelle di piccole dimensioni.

Impatti delle centrali idroelettriche sugli ecosistemi fluviali e possibili mitigazioni: un'analisi critica delle Valutazioni di Incidenza

RACHETTO, FEDERICA
2021/2022

Abstract

Nell'immaginario collettivo l'energia ricavata da fonti rinnovabili viene classificata come “energia pulita”, esente dal provocare impatti che ricadono sugli ecosistemi e sull'uomo. L'obiettivo che si pone questo elaborato è quello di confutare la veridicità di tale credenza, nello specifico per quanto riguarda l'energia idroelettrica, la più diffusa nel nostro paese tra le energie rinnovabili. A fare da corollario c'è la normativa vigente in materia di tutela della biodiversità, con particolare riferimento alla Valutazione di Incidenza (VIncA), un procedimento preventivo previsto dalla “Direttiva Habitat” che ha la funzione di valutare la compatibilità ambientale di un determinato piano o progetto che ricada all'interno di un sito della rete Natura 2000 oppure che possa avere conseguenze su di esso pur ricadendone al di fuori. A tale procedura devono essere sottoposte anche le centrali idroelettriche, i cui possibili impatti vengono messi in evidenza proprio durante la valutazione delle incidenze. Dopo aver chiarito gli aspetti legislativi e aver svolto una breve trattazione sulle tipologie di centrali idroelettriche e sul loro funzionamento, sono state affrontate le principali ripercussioni che versano sugli ecosistemi fluviali, uomo compreso. Dall'analisi di diversi documenti ottenuti da canali istituzionali e ministeriali e da studi redatti da tecnici specializzati in valutazione degli impatti, sono emersi numerosi effetti negativi prodotti da tale tipo di impianto sui differenti comparti fluviali. A partire dallo studio della medesima tipologia di documentazione, successivamente è stato possibile determinare quali sono le misure di mitigazione che possono essere adottate al fine di ridimensionare l'entità dei danni arrecati. È importante sottolineare il fatto che le suddette misure sono provvedimenti di carattere preventivo e non correttivo. Esse devono quindi essere stabilite in fase di VIncA, prima della realizzazione del progetto, ed essere attuate in concomitanza con la costruzione e il funzionamento della centrale. In conclusione, la ricerca svolta ha permesso di mettere in risalto il fatto che gli impianti idroelettrici sono in grado di causare impatti più o meno importanti sugli ecosistemi fluviali, ma che questi possono essere attenuati da opportune misure mitigative. Nell'ultima parte dell'analisi, infine, è emerso che talvolta le procedure di valutazione e di adempimento delle misure di mitigazione presentano delle lacune e che tale fatto potrebbe essere la causa di un maggior effetto impattante, amplificato anche dall'incessante incremento del numero di centrali idroelettriche sul territorio italiano, in particolare quelle di piccole dimensioni.
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