In questa tesi, partendo dal modello prestativo del Karate sportivo, si vuol mettere in evidenza l’importanza della distanza in un combattimento (Kumite) facendo riferimento al regolamento federale FIJLKAM e alla fase evolutiva dell’atleta pre-agonista, quindi meno di 12 anni. Vengono fornite della basi anatomiche per conoscere le strutture ed il ruolo del sistema nervoso che permetteranno di utilizzare la propriocezione e tutti i recettori responsabili di questo compito oltre al riflesso nervoso. Il karate è uno sport molto complesso e come tale se si inizia la pratica ad un’età dove il fisico e la mente sono più facilmente soggette all’apprendimento e alla creazione di nuovi schemi motori permetteranno all’atleta di ottenere dei risultati tangibili con minori sforzi rispetto ad un atleta adulto che si cimenta per la prima volta a questo sport. Un karateka deve cercare di raggiungere dei livelli più alti possibili delle proprie capacità coordinative generali, speciali e condizionali per poterle sfruttare al meglio nella tattica del combattimento. L’obbiettivo dell’atleta sarà quello di creare delle risposte quasi immediate agli stimoli esterni dettati dalla variabilità continua del combattimento e di percepire a quale distanza utilizzare il proprio bagaglio tecnico. Tali risposte possono derivare da azioni spontanee (risposte ormai automatizzate) oppure da azioni intenzionali. Questo lavoro vuole focalizzarsi principalmente sull’età evolutiva dello sviluppo, precisamente dalla seconda infanzia all’inizio della fase puberale (dai 4 ai 12 anni), facendo riferimento agli obbiettivi e ai mezzi che la federazione mette a disposizione per preparare un pre-agonista a diventare agonista una volta compiuti 12 anni cercando di evitare la specializzazione precoce, il rischio infortuni e l’abbandono della disciplina preparandoli con giochi ludici ma finalizzati come i percorsi a tempo o il gioco del palloncino, per poi arrivare gradualmente ai kata ed al kumite. Come ultimo punto viene descritta l’importanza che la propriocezione ha nel karate riferendosi al Kumite per riuscire a gestire una corretta distanza di affondo della tecnica conoscendo il proprio corpo e di quanto le sensazioni personali e la percezione di ciò che accade istante per istante siano dei fattori chiave per esprimere al meglio le proprie competenze apprese in allenamento.

KARATE: IMPARARE A GESTIRE LA DISTANZA NELLA FASE PRE-AGONISTICA, UNO STUDIO IN RELAZIONE ALL’ETA’

LO CAMPO, NICOLÒ
2021/2022

Abstract

In questa tesi, partendo dal modello prestativo del Karate sportivo, si vuol mettere in evidenza l’importanza della distanza in un combattimento (Kumite) facendo riferimento al regolamento federale FIJLKAM e alla fase evolutiva dell’atleta pre-agonista, quindi meno di 12 anni. Vengono fornite della basi anatomiche per conoscere le strutture ed il ruolo del sistema nervoso che permetteranno di utilizzare la propriocezione e tutti i recettori responsabili di questo compito oltre al riflesso nervoso. Il karate è uno sport molto complesso e come tale se si inizia la pratica ad un’età dove il fisico e la mente sono più facilmente soggette all’apprendimento e alla creazione di nuovi schemi motori permetteranno all’atleta di ottenere dei risultati tangibili con minori sforzi rispetto ad un atleta adulto che si cimenta per la prima volta a questo sport. Un karateka deve cercare di raggiungere dei livelli più alti possibili delle proprie capacità coordinative generali, speciali e condizionali per poterle sfruttare al meglio nella tattica del combattimento. L’obbiettivo dell’atleta sarà quello di creare delle risposte quasi immediate agli stimoli esterni dettati dalla variabilità continua del combattimento e di percepire a quale distanza utilizzare il proprio bagaglio tecnico. Tali risposte possono derivare da azioni spontanee (risposte ormai automatizzate) oppure da azioni intenzionali. Questo lavoro vuole focalizzarsi principalmente sull’età evolutiva dello sviluppo, precisamente dalla seconda infanzia all’inizio della fase puberale (dai 4 ai 12 anni), facendo riferimento agli obbiettivi e ai mezzi che la federazione mette a disposizione per preparare un pre-agonista a diventare agonista una volta compiuti 12 anni cercando di evitare la specializzazione precoce, il rischio infortuni e l’abbandono della disciplina preparandoli con giochi ludici ma finalizzati come i percorsi a tempo o il gioco del palloncino, per poi arrivare gradualmente ai kata ed al kumite. Come ultimo punto viene descritta l’importanza che la propriocezione ha nel karate riferendosi al Kumite per riuscire a gestire una corretta distanza di affondo della tecnica conoscendo il proprio corpo e di quanto le sensazioni personali e la percezione di ciò che accade istante per istante siano dei fattori chiave per esprimere al meglio le proprie competenze apprese in allenamento.
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