Nel 1978 l'elezione di Wojtyla fu uno degli eventi che più sconvolse l'opinione pubblica e non solo. Il 16 ottobre, per la prima volta in 455 anni, il Conclave eleggeva un non italiano come guida della Chiesa cattolica. Quest'elezione viene ritenuta storica non solo a livello religioso, ma anche a livello geopolitico: Giovanni Paolo II era un uomo dell'Est che, durante la Guerra Fredda, veniva eletto come capo di una delle organizzazioni più importanti dell'Ovest. Wojtyla, espressione massima della Polonia, diventerà un ¿papa geografico e geopolitico¿ il quale, proprio attraverso un progetto politico, cercherà di porre la Chiesa cattolica al di sopra delle logiche comuniste e capitalistiche. Il Papa si lascerà alle spalle gli anni dell'Ostpolitik vaticana di Giovanni XXIII e Paolo VI e incoraggerà la riformulazione dell'ordine globale superando la dimensione pastorale fino a giungere a quella politica. Era noto ai suoi connazionali il profondo antagonismo nei confronti del comunismo, a tal punto da essere considerato ideologicamente vicino a Reagan. La convinzione di molti sovietici era quella che gli Stati Uniti volessero strumentalizzare l'elezione di Giovanni Paolo II contro il sistema socialista. Contrariamente alle speculazioni del momento, l'obiettivo di Wojtyla era quello di rafforzare l'autocoscienza nazionale dei popoli slavi, mentre quello degli americani era di mobilitare i cittadini liberi contro ¿l'oppressione del grande nemico ideologico¿, ¿l'impero del male¿ secondo il Presidente. La Chiesa di Wojtyla quindi doveva porsi come mediatrice dei due blocchi e sostenere sempre i più deboli, motivo per cui punterà sull'importanza dei paesi del Terzo Mondo, criticando duramente l'Est e l'Ovest: era necessario superare la logica competitiva e bellica dell'imperialismo dei blocchi. Secondo il Papa solo attraverso la cooperazione che deve sostituirsi all'antagonismo, si riuscirà a ottenere un'Europa Unita. La Polonia, grazie alla sua posizione geografica, verrà investita del ruolo di ¿potenziale guaritrice delle ferite europee¿. Le visite in patria contribuiranno a creare un impatto politico e un orientamento simbolico per i popoli d'Oltrecortina. A causa di questo approccio molto pragmatico e poco spirituale, nelle ultime due decadi si è verificato il risorgere a livello globale del fattore religioso che ¿ha contribuito a mettere in discussione i paradigmi secolari¿ basati sulla netta distinzione tra sacro e profano. Wojtyla era un Papa intellettuale, diplomatico, di una popolarità unica, in grado di mobilitare le masse e a unirle per una causa ritenuta giusta. Era un Papa del Secondo Mondo quello comunista e capiva perfettamente i meccanismi di quel potere. Grazie alla sua dottrina che seguiva le idee dei diritti dell'uomo e alle aspirazioni di indipendenza e democrazia, la Polonia ha avuto la possibilità di vivere in modo straordinario il decorso pacifico dei processi rivoluzionari negli anni Settanta e Ottanta. L'obiettivo del presente elaborato è quindi quello di analizzare il ruolo politico che il Papa e la Chiesa polacca hanno avuto per la fine del comunismo, ripercorrendo le fasi principali della transizione in Polonia negli anni ottanta, i rapporti con l'Occidente e con i ¿fratelli¿ comunisti all'interno del blocco sovietico.
Wojtyla: il Papa geopolitico e il crollo del comunismo
THOLOZAN, GIULIA
2016/2017
Abstract
Nel 1978 l'elezione di Wojtyla fu uno degli eventi che più sconvolse l'opinione pubblica e non solo. Il 16 ottobre, per la prima volta in 455 anni, il Conclave eleggeva un non italiano come guida della Chiesa cattolica. Quest'elezione viene ritenuta storica non solo a livello religioso, ma anche a livello geopolitico: Giovanni Paolo II era un uomo dell'Est che, durante la Guerra Fredda, veniva eletto come capo di una delle organizzazioni più importanti dell'Ovest. Wojtyla, espressione massima della Polonia, diventerà un ¿papa geografico e geopolitico¿ il quale, proprio attraverso un progetto politico, cercherà di porre la Chiesa cattolica al di sopra delle logiche comuniste e capitalistiche. Il Papa si lascerà alle spalle gli anni dell'Ostpolitik vaticana di Giovanni XXIII e Paolo VI e incoraggerà la riformulazione dell'ordine globale superando la dimensione pastorale fino a giungere a quella politica. Era noto ai suoi connazionali il profondo antagonismo nei confronti del comunismo, a tal punto da essere considerato ideologicamente vicino a Reagan. La convinzione di molti sovietici era quella che gli Stati Uniti volessero strumentalizzare l'elezione di Giovanni Paolo II contro il sistema socialista. Contrariamente alle speculazioni del momento, l'obiettivo di Wojtyla era quello di rafforzare l'autocoscienza nazionale dei popoli slavi, mentre quello degli americani era di mobilitare i cittadini liberi contro ¿l'oppressione del grande nemico ideologico¿, ¿l'impero del male¿ secondo il Presidente. La Chiesa di Wojtyla quindi doveva porsi come mediatrice dei due blocchi e sostenere sempre i più deboli, motivo per cui punterà sull'importanza dei paesi del Terzo Mondo, criticando duramente l'Est e l'Ovest: era necessario superare la logica competitiva e bellica dell'imperialismo dei blocchi. Secondo il Papa solo attraverso la cooperazione che deve sostituirsi all'antagonismo, si riuscirà a ottenere un'Europa Unita. La Polonia, grazie alla sua posizione geografica, verrà investita del ruolo di ¿potenziale guaritrice delle ferite europee¿. Le visite in patria contribuiranno a creare un impatto politico e un orientamento simbolico per i popoli d'Oltrecortina. A causa di questo approccio molto pragmatico e poco spirituale, nelle ultime due decadi si è verificato il risorgere a livello globale del fattore religioso che ¿ha contribuito a mettere in discussione i paradigmi secolari¿ basati sulla netta distinzione tra sacro e profano. Wojtyla era un Papa intellettuale, diplomatico, di una popolarità unica, in grado di mobilitare le masse e a unirle per una causa ritenuta giusta. Era un Papa del Secondo Mondo quello comunista e capiva perfettamente i meccanismi di quel potere. Grazie alla sua dottrina che seguiva le idee dei diritti dell'uomo e alle aspirazioni di indipendenza e democrazia, la Polonia ha avuto la possibilità di vivere in modo straordinario il decorso pacifico dei processi rivoluzionari negli anni Settanta e Ottanta. L'obiettivo del presente elaborato è quindi quello di analizzare il ruolo politico che il Papa e la Chiesa polacca hanno avuto per la fine del comunismo, ripercorrendo le fasi principali della transizione in Polonia negli anni ottanta, i rapporti con l'Occidente e con i ¿fratelli¿ comunisti all'interno del blocco sovietico.File | Dimensione | Formato | |
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