¿Visual census ed eto-visual census in A.R.A.: strumenti per valutare l'impatto antropico delle visite in immersione nella Riserva Marina di Miramare¿ Nel Golfo di Trieste, nei pressi del capoluogo friulano, sorge la Riserva Naturale Marina di Miramare, un'area sottoposta a tutela dal 1986. Essa è un ambiente unico per caratteristiche climatiche, geo-morfologiche e biologiche. L'estensione limitata (è la più piccola Riserva Marina d'Italia), le profondità non rilevanti, le marcate escursioni di marea e la presenza di forti venti, sono alcune delle peculiarità che la caratterizzano. Inoltre, è considerata un punto di riferimento sia in ambito gestionale, sia conservazionistico, per le altre aree marine protette italiane. Infatti, al suo interno vengono organizzati corsi di formazione per il personale impiegato nei diversi parchi marini della nostra penisola. Una delle sue principali fonti di mantenimento è rappresentata dalle attività che si svolgono al suo interno. In particolare, nel periodo tardo primaverile-estivo, trovano spazio visite turistiche in seawatching e con l'utilizzo di attrezzatura subacquea; esse sono particolarmente apprezzate dal pubblico, tanto che ogni anno si contano migliaia di persone (tra bambini e adulti) che visitano la Riserva. Le visite hanno percorsi fissi e si concentrano nella zona A (¿zona di riserva integrale¿ normalmente non inaccessibile ai visitatori) e offrono la possibilità di osservare una flora ed una fauna particolarmente ricca e diversificata. Con questo studio ho voluto valutare l'impatto antropico che le visite turistiche, sia in seawatching sia con l'ausilio di attrezzatura subacquea, arrecano alla comunità ittica. Per svolgere questo lavoro non ho utilizzato solo le normali tecniche di visual census, ma le ho integrate andando a considerare anche il comportamento, quindi l'eco-etologia delle specie che intendevo campionare. Questa scelta è da imputarsi al fatto che, come insegnano numerosi studi ecologici, una comunità può esser ben strutturata e rispettare o rientrare in tutti i valori soglia utilizzati al momento per caratterizzarla, ma presentare delle anomalie comportamentali che sono importantissime per la sopravvivenza non soltanto del singolo individuo, ma della comunità stessa. Ho introdotto quindi una nuova metodologia di analisi che in collaborazione con la Dott.ssa Laura Ridolfi ho chiamato di eto-visual census. Il lavoro che si è svolto principalemte in agosto, mi ha visto in campo per due anni (2007 e 2008) e mi ha permesso di documentare le specie ittiche campionate non solo da un punto di vista quantitativo ma anche qualitativo. Questo studio potrebbe essere un buon metodo a disposizione delle aree marine per offrire non solo una maggiore informazione e competenza relativa a ¿cosa c'è lì sotto?¿, ma anche ¿cosa fanno lì sotto?¿ e quindi realizzare ricerche mirate analizzando gli habitat da più punti di vista. La metodologia di eto-visual census inoltre, è così versatile da produrre diversi tipi di informazioni. In questo studio, ho stimato un impatto antropico per valutare se vi erano relazioni fra le visite, display comportamentali e abbondanze, ma questo è solamente uno degli impieghi ai quali può esser destinata questa tecnica di monitoraggio. Quello che mi auguro è che questo studio possa aprire la strada ad una serie di ricerche successive per perfezionare ulteriormente la stessa metodologia e la qualità delle ricerche in ambito eto-ecologico.

Visual census ed eto-visual census in A.R.A.:strumenti per valutare l'impatto antropico delle visite in immersione nella Riserva Marina di Miramare

ZANZARELLA, ENRICO
2007/2008

Abstract

¿Visual census ed eto-visual census in A.R.A.: strumenti per valutare l'impatto antropico delle visite in immersione nella Riserva Marina di Miramare¿ Nel Golfo di Trieste, nei pressi del capoluogo friulano, sorge la Riserva Naturale Marina di Miramare, un'area sottoposta a tutela dal 1986. Essa è un ambiente unico per caratteristiche climatiche, geo-morfologiche e biologiche. L'estensione limitata (è la più piccola Riserva Marina d'Italia), le profondità non rilevanti, le marcate escursioni di marea e la presenza di forti venti, sono alcune delle peculiarità che la caratterizzano. Inoltre, è considerata un punto di riferimento sia in ambito gestionale, sia conservazionistico, per le altre aree marine protette italiane. Infatti, al suo interno vengono organizzati corsi di formazione per il personale impiegato nei diversi parchi marini della nostra penisola. Una delle sue principali fonti di mantenimento è rappresentata dalle attività che si svolgono al suo interno. In particolare, nel periodo tardo primaverile-estivo, trovano spazio visite turistiche in seawatching e con l'utilizzo di attrezzatura subacquea; esse sono particolarmente apprezzate dal pubblico, tanto che ogni anno si contano migliaia di persone (tra bambini e adulti) che visitano la Riserva. Le visite hanno percorsi fissi e si concentrano nella zona A (¿zona di riserva integrale¿ normalmente non inaccessibile ai visitatori) e offrono la possibilità di osservare una flora ed una fauna particolarmente ricca e diversificata. Con questo studio ho voluto valutare l'impatto antropico che le visite turistiche, sia in seawatching sia con l'ausilio di attrezzatura subacquea, arrecano alla comunità ittica. Per svolgere questo lavoro non ho utilizzato solo le normali tecniche di visual census, ma le ho integrate andando a considerare anche il comportamento, quindi l'eco-etologia delle specie che intendevo campionare. Questa scelta è da imputarsi al fatto che, come insegnano numerosi studi ecologici, una comunità può esser ben strutturata e rispettare o rientrare in tutti i valori soglia utilizzati al momento per caratterizzarla, ma presentare delle anomalie comportamentali che sono importantissime per la sopravvivenza non soltanto del singolo individuo, ma della comunità stessa. Ho introdotto quindi una nuova metodologia di analisi che in collaborazione con la Dott.ssa Laura Ridolfi ho chiamato di eto-visual census. Il lavoro che si è svolto principalemte in agosto, mi ha visto in campo per due anni (2007 e 2008) e mi ha permesso di documentare le specie ittiche campionate non solo da un punto di vista quantitativo ma anche qualitativo. Questo studio potrebbe essere un buon metodo a disposizione delle aree marine per offrire non solo una maggiore informazione e competenza relativa a ¿cosa c'è lì sotto?¿, ma anche ¿cosa fanno lì sotto?¿ e quindi realizzare ricerche mirate analizzando gli habitat da più punti di vista. La metodologia di eto-visual census inoltre, è così versatile da produrre diversi tipi di informazioni. In questo studio, ho stimato un impatto antropico per valutare se vi erano relazioni fra le visite, display comportamentali e abbondanze, ma questo è solamente uno degli impieghi ai quali può esser destinata questa tecnica di monitoraggio. Quello che mi auguro è che questo studio possa aprire la strada ad una serie di ricerche successive per perfezionare ulteriormente la stessa metodologia e la qualità delle ricerche in ambito eto-ecologico.
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