Gli studi sulla comunicazione animale permettono di sollevare un gran numero di considerazioni teoriche sul significato, la diversità e l'evoluzione dei segnali. Se applicati agli insetti sociali, essi permettono, inoltre, di indagare sul ruolo che i sistemi comunicativi possono aver avuto nell'origine e mantenimento della socialità. La comunicazione tramite vibrazioni rappresenta la strategia più diffusa e, allo stesso tempo, meno studiata negli insetti. Essa è esibita da un gran numero di insetti sociali e, in Vespidae, prevede l'esibizione di rapidi movimenti del corpo, che viene sfregato contro la superficie del nido produ-cendo spesso dei deboli suoni. Nei Polistes, genere in cui sono stati maggiormente studiati, questi movimenti comportano rapide oscillazioni laterali dell'addome o movimenti longitudinali del corpo, sono generalmente eseguiti dagli individui dominanti e compaiono spesso in contesti legati a scambi trofici tra gli adulti e le larve. Nonostante siano stati osservati in molte specie, il loro significato è ancora poco compreso. Questi comportamenti presentano una grande variabilità interspecifica, sia per quanto riguarda la forma che presentano sia per quanto riguarda il contesto nel quale vengono esibiti. Il presente lavoro ha mirato ad analizzare il comportamento vibratorio della vespa sociale Polistes biglumis in colonie in condizioni naturali, effettuando osservazioni in campo in tre diverse popola-zioni (due popolazioni alpine ed una appenninica), soggette a parassitismo da parte del parassita so-ciale obbligato Polistes atrimandibularis. Durante l'estate 2006 e 2007, sono state compiute osservazioni su 188 colonie a diversi stadi di svi-luppo, per un tempo complessivo di 380 ore. Lo studio del contesto nel quale il comportamento si manifesta è stato effettuato attraverso l'analisi dettagliata di videoregistrazioni attraverso le quali è stato possibile individuare i comportamenti con cui i movimenti vibratori sono più spesso associati. Attraverso il confronto della quantità di tempo dedicata al comportamento dalle vespe delle diverse popolazioni della specie è stato possibile misurare la variabilità intraspecifica. In P. biglumis il comportamento vibratorio è manifestato quasi esclusivamente dalle femmine fon-datrici nel periodo precedente lo sfarfallamento della prole, dopo il quale si riduce drasticamente. Il contesto in cui è stato più spesso osservato è quello legato alla cura della prole immatura e agli scambi trofici che essa effettua con gli adulti. Le fondatrici di colonie non parassitate da P. atrimandibularis mostrano una grande variabilità nel tempo dedicato al comportamento vibratorio, in funzione della popolazione alla quale appartengono così come varia la modificazione che l'attività di vibrazione subisce quando la colonia è invasa dal parassita sociale. Queste dati sono discussi alla luce delle differenze nella struttura sociale delle colonie delle diverse popolazioni e sono state formulate ipotesi relativamente alla funzione del comportamento quale se-gnale utile alla fondatrice per ottenere nutrienti dalla sua prole immatura e al contempo regolarne la differenziazione castale.

INDAGINE SULLA COMUNICAZIONE VIBRATORIA NELLA VESPA SOCIALE POLISTES BIGLUMIS (HYMENOPTERA: VESPIDAE)

MIGNINI, MICHELE
2007/2008

Abstract

Gli studi sulla comunicazione animale permettono di sollevare un gran numero di considerazioni teoriche sul significato, la diversità e l'evoluzione dei segnali. Se applicati agli insetti sociali, essi permettono, inoltre, di indagare sul ruolo che i sistemi comunicativi possono aver avuto nell'origine e mantenimento della socialità. La comunicazione tramite vibrazioni rappresenta la strategia più diffusa e, allo stesso tempo, meno studiata negli insetti. Essa è esibita da un gran numero di insetti sociali e, in Vespidae, prevede l'esibizione di rapidi movimenti del corpo, che viene sfregato contro la superficie del nido produ-cendo spesso dei deboli suoni. Nei Polistes, genere in cui sono stati maggiormente studiati, questi movimenti comportano rapide oscillazioni laterali dell'addome o movimenti longitudinali del corpo, sono generalmente eseguiti dagli individui dominanti e compaiono spesso in contesti legati a scambi trofici tra gli adulti e le larve. Nonostante siano stati osservati in molte specie, il loro significato è ancora poco compreso. Questi comportamenti presentano una grande variabilità interspecifica, sia per quanto riguarda la forma che presentano sia per quanto riguarda il contesto nel quale vengono esibiti. Il presente lavoro ha mirato ad analizzare il comportamento vibratorio della vespa sociale Polistes biglumis in colonie in condizioni naturali, effettuando osservazioni in campo in tre diverse popola-zioni (due popolazioni alpine ed una appenninica), soggette a parassitismo da parte del parassita so-ciale obbligato Polistes atrimandibularis. Durante l'estate 2006 e 2007, sono state compiute osservazioni su 188 colonie a diversi stadi di svi-luppo, per un tempo complessivo di 380 ore. Lo studio del contesto nel quale il comportamento si manifesta è stato effettuato attraverso l'analisi dettagliata di videoregistrazioni attraverso le quali è stato possibile individuare i comportamenti con cui i movimenti vibratori sono più spesso associati. Attraverso il confronto della quantità di tempo dedicata al comportamento dalle vespe delle diverse popolazioni della specie è stato possibile misurare la variabilità intraspecifica. In P. biglumis il comportamento vibratorio è manifestato quasi esclusivamente dalle femmine fon-datrici nel periodo precedente lo sfarfallamento della prole, dopo il quale si riduce drasticamente. Il contesto in cui è stato più spesso osservato è quello legato alla cura della prole immatura e agli scambi trofici che essa effettua con gli adulti. Le fondatrici di colonie non parassitate da P. atrimandibularis mostrano una grande variabilità nel tempo dedicato al comportamento vibratorio, in funzione della popolazione alla quale appartengono così come varia la modificazione che l'attività di vibrazione subisce quando la colonia è invasa dal parassita sociale. Queste dati sono discussi alla luce delle differenze nella struttura sociale delle colonie delle diverse popolazioni e sono state formulate ipotesi relativamente alla funzione del comportamento quale se-gnale utile alla fondatrice per ottenere nutrienti dalla sua prole immatura e al contempo regolarne la differenziazione castale.
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