Le torbiere sono ambienti umidi caratterizzati dall'accumulo di torba, materiale organico scarsamente alterato. L'accumulo è reso possibile da una forte acidità del suolo, dalla saturazione idrica e dalle basse temperature, condizioni che prevengono lo sviluppo di organismi decompositori. A livello globale, le torbiere sono situate maggiormente tra il 50° e il 70° parallelo nord, sia in pianura, sia in montagna. Esse sono ecosistemi importanti da salvaguardare per diversi motivi: sono un archivio archeologico e palinologico rilevante; rivestono notevole importanza botanica e naturalistica per la biodiversità che le caratterizza; sono inoltre siti per l'immobilizzazione di ingenti quantità di carbonio. Il presente lavoro verterà sulle dinamiche del carbonio che intercorrono nel suolo delle torbiere montane in quanto, sebbene le torbiere occupino solo il 3% della superficie terrestre, esse contengono circa il 20% del carbonio globale nel suolo. Queste dinamiche sono studiate analizzando campioni del suolo della torbiera estratti con la tecnica del carotaggio. Al fine di aumentare i data set degli inventari riguardanti gli stock di carbonio torbicoli è necessario sviluppare metodi di campionamento e analisi più rapidi ed economici di quelli tipicamente utilizzati. Gli studi svolti in questo senso hanno mostrato che la stima speditiva degli stock di C in funzione dello spessore della torba ha accuratezza accettabile e risulta molto più rapida ed economica rispetto all'analisi del C sull'intero profilo della torba. Oltre agli stock è necessario rilevare i flussi (CO2 e CH4) della torbiera e si registrare i dati meteorologici essenziali; vengono poi definite la GPP (Gross Primary Production), il NEE (Net Ecosystem Exchange) e la Reco (ecosystem Respiration) dell'ecosistema al fine di valutare se e quanto le condizioni ambientali influenzino le dinamiche del carbonio. Le torbiere sono ecosistemi sensibili alle eventuali modificazioni delle condizioni fortemente limitanti che ne hanno permesso la formazione. Le pressioni antropiche risultano essere rilevanti, in quanto determinano una modificazione e perdita degli habitat tipici. In questo elaborato sono stati analizzati studi in cui si evidenziano gli effetti del cambiamento climatico, nonché del cambio d'uso del suolo. Entrambi i disturbi portano ad un'alterazione irreversibile delle condizioni fondamentali causando il progressivo degrado delle torbiere e aumentando le emissioni di carbonio dall'ecosistema. A causa del cambiamento delle condizioni edafiche, con temperature più alte e minore umidità, si ha un aumento delle specie vascolari a discapito delle briofite, che comporta da una parte un aumento della fissazione del carbonio da parte delle piante, ma dall'altra una maggiore respirazione e attività radicale. La lettiera delle piante vascolari, inoltre, è meno recalcitrante alla degradazione rispetto a quella delle briofite e questo, insieme all'aumento dell'attività microbica fa sì che aumenti la decomposizione della sostanza organica con conseguente aumento di emissioni di gas ad effetto serra. Ogni ecosistema però, reagisce in modo differente ai cambiamenti delle condizioni ambientali ed edafiche e sarebbe quindi importante aumentare gli studi a lungo termine svolti su questi ecosistemi per poter monitorare la loro condizione, prevederne l'evoluzione ed evitare i disturbi che portano ad un'alterazione irreversibile delle condizioni di formazione e accumulo della torba.

IL CARBONIO NELLE TORBIERE MONTANE

RIGO, FRANCESCA
2017/2018

Abstract

Le torbiere sono ambienti umidi caratterizzati dall'accumulo di torba, materiale organico scarsamente alterato. L'accumulo è reso possibile da una forte acidità del suolo, dalla saturazione idrica e dalle basse temperature, condizioni che prevengono lo sviluppo di organismi decompositori. A livello globale, le torbiere sono situate maggiormente tra il 50° e il 70° parallelo nord, sia in pianura, sia in montagna. Esse sono ecosistemi importanti da salvaguardare per diversi motivi: sono un archivio archeologico e palinologico rilevante; rivestono notevole importanza botanica e naturalistica per la biodiversità che le caratterizza; sono inoltre siti per l'immobilizzazione di ingenti quantità di carbonio. Il presente lavoro verterà sulle dinamiche del carbonio che intercorrono nel suolo delle torbiere montane in quanto, sebbene le torbiere occupino solo il 3% della superficie terrestre, esse contengono circa il 20% del carbonio globale nel suolo. Queste dinamiche sono studiate analizzando campioni del suolo della torbiera estratti con la tecnica del carotaggio. Al fine di aumentare i data set degli inventari riguardanti gli stock di carbonio torbicoli è necessario sviluppare metodi di campionamento e analisi più rapidi ed economici di quelli tipicamente utilizzati. Gli studi svolti in questo senso hanno mostrato che la stima speditiva degli stock di C in funzione dello spessore della torba ha accuratezza accettabile e risulta molto più rapida ed economica rispetto all'analisi del C sull'intero profilo della torba. Oltre agli stock è necessario rilevare i flussi (CO2 e CH4) della torbiera e si registrare i dati meteorologici essenziali; vengono poi definite la GPP (Gross Primary Production), il NEE (Net Ecosystem Exchange) e la Reco (ecosystem Respiration) dell'ecosistema al fine di valutare se e quanto le condizioni ambientali influenzino le dinamiche del carbonio. Le torbiere sono ecosistemi sensibili alle eventuali modificazioni delle condizioni fortemente limitanti che ne hanno permesso la formazione. Le pressioni antropiche risultano essere rilevanti, in quanto determinano una modificazione e perdita degli habitat tipici. In questo elaborato sono stati analizzati studi in cui si evidenziano gli effetti del cambiamento climatico, nonché del cambio d'uso del suolo. Entrambi i disturbi portano ad un'alterazione irreversibile delle condizioni fondamentali causando il progressivo degrado delle torbiere e aumentando le emissioni di carbonio dall'ecosistema. A causa del cambiamento delle condizioni edafiche, con temperature più alte e minore umidità, si ha un aumento delle specie vascolari a discapito delle briofite, che comporta da una parte un aumento della fissazione del carbonio da parte delle piante, ma dall'altra una maggiore respirazione e attività radicale. La lettiera delle piante vascolari, inoltre, è meno recalcitrante alla degradazione rispetto a quella delle briofite e questo, insieme all'aumento dell'attività microbica fa sì che aumenti la decomposizione della sostanza organica con conseguente aumento di emissioni di gas ad effetto serra. Ogni ecosistema però, reagisce in modo differente ai cambiamenti delle condizioni ambientali ed edafiche e sarebbe quindi importante aumentare gli studi a lungo termine svolti su questi ecosistemi per poter monitorare la loro condizione, prevederne l'evoluzione ed evitare i disturbi che portano ad un'alterazione irreversibile delle condizioni di formazione e accumulo della torba.
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