Il mercato del lavoro giovanile italiano è caratterizzato da un tasso di disoccupazione elevato e persistente. Negli ultimi decenni, per evitare il perpetuarsi di questa condizione, sono state introdotte alcune leggi che propongono nuove forme contrattuali a tempo determinato, con l'intento di agevolare l'incontro tra i giovani lavoratori e le imprese. Le suddette riforme non hanno però prodotto i risultati auspicati e sono pertanto oggetto di un continuo dibattito sulla loro efficacia. Gli esperti in materia sottolineano infatti che non sempre questi nuovi contratti temporanei costituiscono un effettivo strumento d'accesso al mercato del lavoro in modo permanente, ma possono intrappolare i giovani in un vortice di contratti precari e senza prospettive. La ricerca proposta si concentra in particolar modo sui contratti di tirocinio, al momento non ancora esaminati nel dettaglio dalla letteratura esistente. Attraverso un'analisi empirica, lo studio presentato è volto a stabilire se il tirocinio favorisca lo sviluppo di una carriera lavorativa. Nello specifico si intende valutare se coloro che effettuano esperienze di tirocinio godano di maggiori opportunità di ottenere un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, rispetto a coloro che rimangono non occupati in attesa di ottenere un lavoro permanente. A seguito di alcune analisi statistiche, emerge che, nel mercato del lavoro veneto, non esistono differenze significative tra queste due categorie, pertanto il tirocinio non può essere considerato uno strumento efficace per accedere a contratti di lavoro permanenti.
Effetto del tirocinio sulle prospettive di carriera dei giovani italiani
ORIGLIA, SARA
2016/2017
Abstract
Il mercato del lavoro giovanile italiano è caratterizzato da un tasso di disoccupazione elevato e persistente. Negli ultimi decenni, per evitare il perpetuarsi di questa condizione, sono state introdotte alcune leggi che propongono nuove forme contrattuali a tempo determinato, con l'intento di agevolare l'incontro tra i giovani lavoratori e le imprese. Le suddette riforme non hanno però prodotto i risultati auspicati e sono pertanto oggetto di un continuo dibattito sulla loro efficacia. Gli esperti in materia sottolineano infatti che non sempre questi nuovi contratti temporanei costituiscono un effettivo strumento d'accesso al mercato del lavoro in modo permanente, ma possono intrappolare i giovani in un vortice di contratti precari e senza prospettive. La ricerca proposta si concentra in particolar modo sui contratti di tirocinio, al momento non ancora esaminati nel dettaglio dalla letteratura esistente. Attraverso un'analisi empirica, lo studio presentato è volto a stabilire se il tirocinio favorisca lo sviluppo di una carriera lavorativa. Nello specifico si intende valutare se coloro che effettuano esperienze di tirocinio godano di maggiori opportunità di ottenere un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, rispetto a coloro che rimangono non occupati in attesa di ottenere un lavoro permanente. A seguito di alcune analisi statistiche, emerge che, nel mercato del lavoro veneto, non esistono differenze significative tra queste due categorie, pertanto il tirocinio non può essere considerato uno strumento efficace per accedere a contratti di lavoro permanenti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/143341