La domanda da cui muove questa tesi è se si può oggi parlare di stregoneria in Africa come di un retaggio del passato o se invece si tratta di un fenomeno sociale moderno. L'interesse per l'argomento nasce dalla curiosità di capire come una credenza che agli occhi di un europeo sembra ormai passata, sia invece così presente nell'Africa contemporanea e generi una serie di violenze e tensioni. Per rispondere a questo quesito mi sono valsa di letture classiche di autori come Alice Bellagamba, Evans-Pritchard e Mary Douglas e in seguito, per parlare della modernità della stregoneria, di autori come Geschiere, Simona Taliani e di due rapporti, uno dell'Unicef e l'altro di Save the Children. Nel primo capitolo sono tracciate le linee generali della storia della stregoneria in Africa, di come fu descritta dai primi europei, passando poi per gli studi antropologici del periodo evoluzionista fino a giungere alla sorpresa della modernità della stregoneria. Nel secondo capitolo, per dimostrare la modernità di questo fenomeno, si è fatto riferimento ai dati ufficiali derivanti dalle ricerche umanitarie di Cimpric Aleksandra e di Aguilar Molina sui bambini stregoni e sulle soluzioni create per affrontare il problema; in seguito, volendo usare un approccio totalmente antropologico, si è parlato del fenomeno dei bambini stregoni e del mondo dell'invisibile con il lavoro di Simona Taliani. Le conclusioni cui sono giunta dimostrano che la stregoneria non è un retaggio del passato ma che essa si è trasformata nel tempo adattandosi ai cambiamenti diventando oggi più potente che mai, come frutto di forti tensioni sociali, economiche e politiche. La stregoneria in Africa è oggi alimentata da soggetti (quali le chiese pentecostali, i guaritori locali..) che propongono soluzioni in cambio di denaro ma che in realtà creano circoli viziosi che non fanno che incrementare le tensioni e quindi la stregoneria stessa. Alla base di questa tesi si ribadisce la necessità di utilizzare uno sguardo "non giudicante" da parte dell'antropologo quando si ha a che fare con argomenti che potrebbero portare in un primo momento a classificare come brutali certe pratiche, cercando invece di guardare sempre oltre gli aspetti superficiali di queste ultime.
La persistenza della stregoneria in Africa. Retaggio del passato o fenomeno sociale moderno?
IBERTI, MONICA
2015/2016
Abstract
La domanda da cui muove questa tesi è se si può oggi parlare di stregoneria in Africa come di un retaggio del passato o se invece si tratta di un fenomeno sociale moderno. L'interesse per l'argomento nasce dalla curiosità di capire come una credenza che agli occhi di un europeo sembra ormai passata, sia invece così presente nell'Africa contemporanea e generi una serie di violenze e tensioni. Per rispondere a questo quesito mi sono valsa di letture classiche di autori come Alice Bellagamba, Evans-Pritchard e Mary Douglas e in seguito, per parlare della modernità della stregoneria, di autori come Geschiere, Simona Taliani e di due rapporti, uno dell'Unicef e l'altro di Save the Children. Nel primo capitolo sono tracciate le linee generali della storia della stregoneria in Africa, di come fu descritta dai primi europei, passando poi per gli studi antropologici del periodo evoluzionista fino a giungere alla sorpresa della modernità della stregoneria. Nel secondo capitolo, per dimostrare la modernità di questo fenomeno, si è fatto riferimento ai dati ufficiali derivanti dalle ricerche umanitarie di Cimpric Aleksandra e di Aguilar Molina sui bambini stregoni e sulle soluzioni create per affrontare il problema; in seguito, volendo usare un approccio totalmente antropologico, si è parlato del fenomeno dei bambini stregoni e del mondo dell'invisibile con il lavoro di Simona Taliani. Le conclusioni cui sono giunta dimostrano che la stregoneria non è un retaggio del passato ma che essa si è trasformata nel tempo adattandosi ai cambiamenti diventando oggi più potente che mai, come frutto di forti tensioni sociali, economiche e politiche. La stregoneria in Africa è oggi alimentata da soggetti (quali le chiese pentecostali, i guaritori locali..) che propongono soluzioni in cambio di denaro ma che in realtà creano circoli viziosi che non fanno che incrementare le tensioni e quindi la stregoneria stessa. Alla base di questa tesi si ribadisce la necessità di utilizzare uno sguardo "non giudicante" da parte dell'antropologo quando si ha a che fare con argomenti che potrebbero portare in un primo momento a classificare come brutali certe pratiche, cercando invece di guardare sempre oltre gli aspetti superficiali di queste ultime.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/143318