In questo lavoro di tesi si è cercato di analizzare la bugia dal punto di vista pedagogico, nella letteratura e con particolare attenzione al caso di Pinocchio. C'era una volta, e c'è ancora, una bugia, denominatore comune tra gli dèi, gli esseri umani, i personaggi fiabeschi e le fiabe stesse. Un dado dalle mille facce e sfaccettature, di cui il tratto distintivo per eccellenza è sicuramente il naso lungo del burattino, nato lui stesso da una bugia e portavoce della sua importanza in chiave pedagogica. Il burattino, però, non è l'unico personaggio ad esplorare il mondo della bugia. Il mondo fiabesco, infatti, non è completamente veritiero e moltissimi personaggi se ne servono: c'è chi usa la bugia per salvarsi, come Hansel e Gretel; c'è chi se ne serve per ottenere un vantaggio, come nel caso del Gatto con gli stivali. Ci sono personaggi, poi, che trasformano la bugia in qualcosa di decisamente più negativo: la menzogna, come nel caso del Lupo in Cappuccetto Rosso. Inoltre, le fiabe in sé si servono della bugia: pretendono di essere fuori dal tempo, ma ne hanno uno anche loro e, presto o tardi, finiscono, rappresentando in maniera a-temporale ciò che ciascuno di noi è sul palcoscenico della vita: alternativamente, mentiamo, diciamo bugie o siamo dalla parte della verità.
C'era una volta una bugia: l'esemplarità pedagogica di Pinocchio e altre fiabe.
LANO, LUDOVICA
2016/2017
Abstract
In questo lavoro di tesi si è cercato di analizzare la bugia dal punto di vista pedagogico, nella letteratura e con particolare attenzione al caso di Pinocchio. C'era una volta, e c'è ancora, una bugia, denominatore comune tra gli dèi, gli esseri umani, i personaggi fiabeschi e le fiabe stesse. Un dado dalle mille facce e sfaccettature, di cui il tratto distintivo per eccellenza è sicuramente il naso lungo del burattino, nato lui stesso da una bugia e portavoce della sua importanza in chiave pedagogica. Il burattino, però, non è l'unico personaggio ad esplorare il mondo della bugia. Il mondo fiabesco, infatti, non è completamente veritiero e moltissimi personaggi se ne servono: c'è chi usa la bugia per salvarsi, come Hansel e Gretel; c'è chi se ne serve per ottenere un vantaggio, come nel caso del Gatto con gli stivali. Ci sono personaggi, poi, che trasformano la bugia in qualcosa di decisamente più negativo: la menzogna, come nel caso del Lupo in Cappuccetto Rosso. Inoltre, le fiabe in sé si servono della bugia: pretendono di essere fuori dal tempo, ma ne hanno uno anche loro e, presto o tardi, finiscono, rappresentando in maniera a-temporale ciò che ciascuno di noi è sul palcoscenico della vita: alternativamente, mentiamo, diciamo bugie o siamo dalla parte della verità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/143046