La mia scelta è caduta sulla guerra di Corinto perché esemplificativa di una crisi che aveva colto tutta la Grecia. I naturali equilibri che fino all'inizio del V° secolo avevano retto le sorti della Grecia cominciavano a venir meno. Atene, dopo la disastrosa conclusione della guerra del Peloponneso era alla ricerca del suo antico splendore e di una soluzione alla crisi economico-culturale che l'aveva colpita. Sparta, dal canto, cercava di sfruttare invece la vittoria per assurgere definitivamente a quella funzione di guida che da sempre sentiva sua. Contemporaneamente si assiste al nascere di nuove realtà, quale Tebe che ben presto ricoprirà un ruolo centrale nelle sorti greche. Se fino a questo momento le poleis, pur mantenendo una propria spiccata identità ed una relativa autonomia, avevano sempre saputo far fronte comune alle avversità ed ai pericoli esterni, portati dai barbari persiani, in nome della loro spiccata superiorità culturale e morale. La crisi in cui è sprofondata la società greca, in cui nessuno ha più la forza e la capacità di assurgere al ruolo di leader, fa si che si arrivi a considerare e prender in esame ciò che, solo fino a pochi anni prima, sembrava inconcepibile e cioè ricorrer all'aiuto persiano per poter dirimere le proprie questioni interne. Gli interessi comuni cedono il passo a quelli personali e pur di soddisfarli si è anche disposti a far ricorso ai barbari. La pace di Antalcida rappresenta uno dei punti più bassi di tutta la storia greca e segna l'inizio di una decadenza dalla quale le poleis non troveranno più la forza di uscire.

Atene e la guerra corinzia

VIALE, GIACOMO
2009/2010

Abstract

La mia scelta è caduta sulla guerra di Corinto perché esemplificativa di una crisi che aveva colto tutta la Grecia. I naturali equilibri che fino all'inizio del V° secolo avevano retto le sorti della Grecia cominciavano a venir meno. Atene, dopo la disastrosa conclusione della guerra del Peloponneso era alla ricerca del suo antico splendore e di una soluzione alla crisi economico-culturale che l'aveva colpita. Sparta, dal canto, cercava di sfruttare invece la vittoria per assurgere definitivamente a quella funzione di guida che da sempre sentiva sua. Contemporaneamente si assiste al nascere di nuove realtà, quale Tebe che ben presto ricoprirà un ruolo centrale nelle sorti greche. Se fino a questo momento le poleis, pur mantenendo una propria spiccata identità ed una relativa autonomia, avevano sempre saputo far fronte comune alle avversità ed ai pericoli esterni, portati dai barbari persiani, in nome della loro spiccata superiorità culturale e morale. La crisi in cui è sprofondata la società greca, in cui nessuno ha più la forza e la capacità di assurgere al ruolo di leader, fa si che si arrivi a considerare e prender in esame ciò che, solo fino a pochi anni prima, sembrava inconcepibile e cioè ricorrer all'aiuto persiano per poter dirimere le proprie questioni interne. Gli interessi comuni cedono il passo a quelli personali e pur di soddisfarli si è anche disposti a far ricorso ai barbari. La pace di Antalcida rappresenta uno dei punti più bassi di tutta la storia greca e segna l'inizio di una decadenza dalla quale le poleis non troveranno più la forza di uscire.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/14287