Sin dall'antichità gli esseri umani sono sempre stati profondamente attratti dal mistero del Cosmo. Le innovazioni tecnologiche del XX secolo, nate principalmente per scopi bellici e geopolitici, resero possibile prima il lancio di sonde spaziali e successivamente l'esplorazione spaziale umana. Con la creazione delle Stazioni Spaziali la durata delle missioni è aumentata fino ad arrivare ad 1 anno, e l'equipaggio è più numeroso, fino a 8 membri, e composto da individui provenienti da diverse nazioni, di entrambi i sessi e con compiti o obbiettivi diversi tra loro. L'oggetto di questa tesi è l'analisi della letteratura psicologica riguardo alle differenti dinamiche interpersonali che si instaurano tra individui coinvolti in una missione spaziale: membri dell'equipaggio, il personale del centro di controllo della missione e familiari e amici degli astronauti. Una conoscenza approfondita dei comportamenti umani nello spazio può avere delle importanti implicazioni pratiche e applicative: la progettazione di ambienti e piani di lavoro ottimali, la formazione di equipaggi il più possibile compatibili, la creazione di training specifici per la gestione di conflitti interpersonali e altre situazioni stressanti e la comprensione di forme di supporto psicologico ed emotivo per gli astronauti coinvolti, per il personale di controllo e i loro familiari. L'obbiettivo finale è quello di proteggere gli astronauti da un eccessivo accumulo di stress al fine di evitare malessere psicologico, eccessivi conflitti interpersonali e gravi errori nell'esecuzione del programma della missione. I risultati mostrano che negli ambienti spaziali risulta molto importante avere dei momenti di riservatezza e solitudine per poter gestire al meglio i diversi fattori stressanti, ma a causa dell'architettura degli abitacoli diventa molto difficile mettere in atto le abituali tattiche di allontanamento interpersonale (Archea, 1977). La percezione di vivere in un ambiente affollato ha conseguenze negative dal punto di vista psicofisiologico, psicologico e sociale (D'Atri, 1975: Dean et al., 1978). Diversi studi hanno supportato la presenza del fenomeno definito Displacement (Gushin et al., 1997: Kanas & Fedderson, 1971) che consiste nell'indirizzare tensioni e conflitti irrisolti all'interno dell'ingroup, in questo caso l'equipaggio spaziale, verso un gruppo esterno e distante rappresentato dal gruppo di controllori della missione. Le problematiche interpersonali che conseguono dall'arrivo di nuovo gruppo di astronauti all'interno di un equipaggio già collaudato ed esperto sono state definite ¿host-guest problem¿ e lette da Altman (1971) come un'invasione dello spazio psicologico privato della crew precedentemente insediata. Lo studio delle dinamiche interpersonali che coinvolgono gli astronauti impegnati in missioni spaziali comprende anche l'analisi delle relazioni tra questi e i loro cari sulla Terra, amici e familiari; i risultati mostrano l'importanza del mantenimento di contatti regolari con la propria famiglia per il benessere psicologico degli astronauti (Kelly & Kanas, 1994; Boyd et al., 2009). Alcune questioni irrisolte riguardano le modalità più appropriate per comunicare notizie spiacevoli riguardo alla situazione familiare agli astronauti, al fine di evitare un crollo psicologico (Oberg, 1981; Kelly & Kanas, 1993) e le difficoltà dovute dalla reintegrazione alla normale vita familiare e lavorativa dopo una lunga missione (Kanas & Manzey, 2003).

Psicologia dei viaggi spaziali a lunga durata

VAGLIETTI, SERENA
2016/2017

Abstract

Sin dall'antichità gli esseri umani sono sempre stati profondamente attratti dal mistero del Cosmo. Le innovazioni tecnologiche del XX secolo, nate principalmente per scopi bellici e geopolitici, resero possibile prima il lancio di sonde spaziali e successivamente l'esplorazione spaziale umana. Con la creazione delle Stazioni Spaziali la durata delle missioni è aumentata fino ad arrivare ad 1 anno, e l'equipaggio è più numeroso, fino a 8 membri, e composto da individui provenienti da diverse nazioni, di entrambi i sessi e con compiti o obbiettivi diversi tra loro. L'oggetto di questa tesi è l'analisi della letteratura psicologica riguardo alle differenti dinamiche interpersonali che si instaurano tra individui coinvolti in una missione spaziale: membri dell'equipaggio, il personale del centro di controllo della missione e familiari e amici degli astronauti. Una conoscenza approfondita dei comportamenti umani nello spazio può avere delle importanti implicazioni pratiche e applicative: la progettazione di ambienti e piani di lavoro ottimali, la formazione di equipaggi il più possibile compatibili, la creazione di training specifici per la gestione di conflitti interpersonali e altre situazioni stressanti e la comprensione di forme di supporto psicologico ed emotivo per gli astronauti coinvolti, per il personale di controllo e i loro familiari. L'obbiettivo finale è quello di proteggere gli astronauti da un eccessivo accumulo di stress al fine di evitare malessere psicologico, eccessivi conflitti interpersonali e gravi errori nell'esecuzione del programma della missione. I risultati mostrano che negli ambienti spaziali risulta molto importante avere dei momenti di riservatezza e solitudine per poter gestire al meglio i diversi fattori stressanti, ma a causa dell'architettura degli abitacoli diventa molto difficile mettere in atto le abituali tattiche di allontanamento interpersonale (Archea, 1977). La percezione di vivere in un ambiente affollato ha conseguenze negative dal punto di vista psicofisiologico, psicologico e sociale (D'Atri, 1975: Dean et al., 1978). Diversi studi hanno supportato la presenza del fenomeno definito Displacement (Gushin et al., 1997: Kanas & Fedderson, 1971) che consiste nell'indirizzare tensioni e conflitti irrisolti all'interno dell'ingroup, in questo caso l'equipaggio spaziale, verso un gruppo esterno e distante rappresentato dal gruppo di controllori della missione. Le problematiche interpersonali che conseguono dall'arrivo di nuovo gruppo di astronauti all'interno di un equipaggio già collaudato ed esperto sono state definite ¿host-guest problem¿ e lette da Altman (1971) come un'invasione dello spazio psicologico privato della crew precedentemente insediata. Lo studio delle dinamiche interpersonali che coinvolgono gli astronauti impegnati in missioni spaziali comprende anche l'analisi delle relazioni tra questi e i loro cari sulla Terra, amici e familiari; i risultati mostrano l'importanza del mantenimento di contatti regolari con la propria famiglia per il benessere psicologico degli astronauti (Kelly & Kanas, 1994; Boyd et al., 2009). Alcune questioni irrisolte riguardano le modalità più appropriate per comunicare notizie spiacevoli riguardo alla situazione familiare agli astronauti, al fine di evitare un crollo psicologico (Oberg, 1981; Kelly & Kanas, 1993) e le difficoltà dovute dalla reintegrazione alla normale vita familiare e lavorativa dopo una lunga missione (Kanas & Manzey, 2003).
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