Da anni stiamo assistendo, e continueremo a farlo, a una serie di cambiamenti climatici che gradualmente stanno avendo impatti catastrofici sia sul nostro pianeta che sulle nostre vite. La tendenza globale è quella del riscaldamento e nello specifico, in Italia, i periodi di siccità sono sempre più frequenti e lunghi, come anche i fenomeni temporaleschi improvvisi. L'agricoltura è uno tra i primi ambiti a risentirne, con molteplici effetti negativi come basse rese agricole, riduzione delle superfici coltivabili e calo della qualità del prodotto. Per questa ragione è e sarà necessario adottare misure per far fronte a questi cambiamenti, quali la scelta di varietà capaci di adattarsi alle nuove condizioni climatiche. L'obbiettivo dello studio, condotto in collaborazione con il Parco Fluviale Gesso e Stura di Cuneo, è stato quello di realizzare un orto didattico nel quale sperimentare la coltivazione di specie con bisogni colturali che ben si potrebbero adattare ai cambiamenti climatici previsti in futuro, affrontando anche il delicato, ma molto attuale tema dell'immigrazione e dell'integrazione. Esiste, infatti, una stretta correlazione tra fenomeni quali la deforestazione, lo sfruttamento del suolo agricolo e i conflitti nati con lo scopo di accaparrarsi terreni coltivabili e risorse, con l'aumento del numero di migranti richiedenti asilo che sfuggono da condizioni di vita sempre peggiori. Il lavoro di tesi si è incentrato sulla ricerca di piante aromatiche che potrebbero essere introdotte nell'orto, focalizzandosi su regioni geografiche quali Nord Africa, India e Pakistan, Cina e Sud America per la loro ricchezza di specie vegetali e per le condizioni climatiche che, in generale, si identificano con climi aridi e tropicali. Le piante selezionate e incluse in questa trattazione sono piante officinali ed aromatiche, erbacee, con una storia di coltivazione ed uso nei loro luoghi di origine e non ancora, o scarsamente, coltivate nel territorio italiano. La ricerca è stata condotta seguendo il metodo etnobotanico che prevede un confronto diretto con persone provenienti dalle zone geografiche di interesse, consentendo il recupero e lo studio di conoscenze popolari che rappresentano un patrimonio di grande importanza. In conclusione si può affermare che, se da un lato è necessario limitare i cambiamenti climatici al fine di poter preservare la biodiversità del nostro pianeta e far fronte al fenomeno della ¿migrazione climatica¿, dall'altra la valorizzazione dei saperi locali di culture provenienti da zone geografiche con climi differenti dai nostri, può essere sfruttata per individuare specie officinali che potrebbero sostituire o affiancare quelle autoctone.

Progettazione di un orto didattico focalizzato sui cambiamenti climatici: studio etnobotanico per la creazione di aiuole multietniche con piante aromatiche e officinali provenienti dal sud del mondo.

BONELLI, ELISA
2017/2018

Abstract

Da anni stiamo assistendo, e continueremo a farlo, a una serie di cambiamenti climatici che gradualmente stanno avendo impatti catastrofici sia sul nostro pianeta che sulle nostre vite. La tendenza globale è quella del riscaldamento e nello specifico, in Italia, i periodi di siccità sono sempre più frequenti e lunghi, come anche i fenomeni temporaleschi improvvisi. L'agricoltura è uno tra i primi ambiti a risentirne, con molteplici effetti negativi come basse rese agricole, riduzione delle superfici coltivabili e calo della qualità del prodotto. Per questa ragione è e sarà necessario adottare misure per far fronte a questi cambiamenti, quali la scelta di varietà capaci di adattarsi alle nuove condizioni climatiche. L'obbiettivo dello studio, condotto in collaborazione con il Parco Fluviale Gesso e Stura di Cuneo, è stato quello di realizzare un orto didattico nel quale sperimentare la coltivazione di specie con bisogni colturali che ben si potrebbero adattare ai cambiamenti climatici previsti in futuro, affrontando anche il delicato, ma molto attuale tema dell'immigrazione e dell'integrazione. Esiste, infatti, una stretta correlazione tra fenomeni quali la deforestazione, lo sfruttamento del suolo agricolo e i conflitti nati con lo scopo di accaparrarsi terreni coltivabili e risorse, con l'aumento del numero di migranti richiedenti asilo che sfuggono da condizioni di vita sempre peggiori. Il lavoro di tesi si è incentrato sulla ricerca di piante aromatiche che potrebbero essere introdotte nell'orto, focalizzandosi su regioni geografiche quali Nord Africa, India e Pakistan, Cina e Sud America per la loro ricchezza di specie vegetali e per le condizioni climatiche che, in generale, si identificano con climi aridi e tropicali. Le piante selezionate e incluse in questa trattazione sono piante officinali ed aromatiche, erbacee, con una storia di coltivazione ed uso nei loro luoghi di origine e non ancora, o scarsamente, coltivate nel territorio italiano. La ricerca è stata condotta seguendo il metodo etnobotanico che prevede un confronto diretto con persone provenienti dalle zone geografiche di interesse, consentendo il recupero e lo studio di conoscenze popolari che rappresentano un patrimonio di grande importanza. In conclusione si può affermare che, se da un lato è necessario limitare i cambiamenti climatici al fine di poter preservare la biodiversità del nostro pianeta e far fronte al fenomeno della ¿migrazione climatica¿, dall'altra la valorizzazione dei saperi locali di culture provenienti da zone geografiche con climi differenti dai nostri, può essere sfruttata per individuare specie officinali che potrebbero sostituire o affiancare quelle autoctone.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/142665