Il modello normativo inglese e italiano di contrasto alla violenza negli stadi è stato analizzato con diversi obiettivi. Il primo obiettivo è stato quello di sottolineare la differenza tra hooligans e ultras. Mentre in Inghilterra abbiamo sempre avuto una netta separazione tra hooligans e tifosi normali, in Italia la componente coreografica del tifo (assente in Inghilterra) ha contribuito a fare delle curve ultrà un mondo variegato e, in un certo senso, aperto a tutti. Questa è la differenza fondamentale: mentre gli ultras accolgono persone con qualsiasi tipo di esigenza, gli hooligans, il cui unico scopo è l'azione violenta, erano composti quasi esclusivamente da teppisti. La precedente differenza, oltre che fondamentale per comprendere i due mondi, è stata anche decisiva al momento dell'attuazione delle politiche anti-hooligans degli anni 90. Il secondo obiettivo era di analizzare le diverse normative in essere in Inghilterra e Italia. Mentre l'Inghilterra ha preso le mosse dal problema dell'alcool, il legislatore italiano è intervenuto con una legge n. 401 del 1989 «Intervento nel settore del giuoco e delle scommesse clandestine e tutela della correttezza nello svolgimento delle manifestazioni sportive», cui sono seguiti numerosi altri interventi di stratificazione normativa. Le normative dei due Paesi non si discostano di molto tra loro; la differenza principale si basa piuttosto sul rigore con il quale le norme vengono fatte rispettare. Il terzo obiettivo era di evidenziare la dannosità di un approccio solamente repressivo nell'affrontare il problema della violenza negli stadi. Non solo molti provvedimenti di natura repressiva del passato si sono rivelati inutili sia in Inghilterra che in Italia, ma molte volte essi hanno contribuito, ad esempio, al perpetuarsi dell'hooliganism. In Inghilterra, un nuovo e rivoluzionario metodo anti-violenza negli stadi è un approccio basato sull'iniziativa privata, sul miglioramento delle condizioni fisiche degli stadi e sulla possibilità per i football clubs di ottenere un ritorno economico notevole dalla gestione privata della sicurezza. Questo tipo di approccio, è stato seguito negli anni seguenti anche dall'Italia, seppur con risultati meno brillanti. Un nuovo approccio, che imiti gli aspetti positivi dell'esperienza inglese, è auspicabile e urgente per contribuire a cambiare dal suo interno il mondo ultras, in modo che l'elemento violento non sia percepito come l'esempio da seguire, ma, al contrario, che i giovani impegnati nelle attività degli ultras diventino il modello per i più violenti. Tuttavia la strada è ancora lunga. La stessa giurisprudenza non ha ancora avuto il coraggio di creare un precedente importante che possa contribuire al maggiore rispetto della normativa italiana. Sotto questo profilo, l'Inghilterra è certamente più avanti, in quanto i Commons e i Lords si pronunciano, anche il giorno dopo l'incontro di calcio, emettendo pronunce talvolta esemplari. Quest'anno si sono verificati in Italia diversi episodi ricollegabili ai «reati da stadio» (L. n. 401/1989 e successive modificazioni). Quindi gli stadi senza barriere tra le tifoserie, in cui tutti rimangono seduti, incitando la propria squadra senza offendere verbalmente o fisicamente i tifosi avversari, rimangono per l'Italia un'utopia, cui tuttavia è giusto mirare per dare una speranza ad un mondo del calcio in cui le stesse Società spesso tacciono e addirittura proteggono il comportamento dei propri «tifosi».

IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA NEGLI STADI. MODELLI NORMATIVI A CONFRONTO: ITALIA E INGHILTERRA

PAPOTTI, GIORGIO
2009/2010

Abstract

Il modello normativo inglese e italiano di contrasto alla violenza negli stadi è stato analizzato con diversi obiettivi. Il primo obiettivo è stato quello di sottolineare la differenza tra hooligans e ultras. Mentre in Inghilterra abbiamo sempre avuto una netta separazione tra hooligans e tifosi normali, in Italia la componente coreografica del tifo (assente in Inghilterra) ha contribuito a fare delle curve ultrà un mondo variegato e, in un certo senso, aperto a tutti. Questa è la differenza fondamentale: mentre gli ultras accolgono persone con qualsiasi tipo di esigenza, gli hooligans, il cui unico scopo è l'azione violenta, erano composti quasi esclusivamente da teppisti. La precedente differenza, oltre che fondamentale per comprendere i due mondi, è stata anche decisiva al momento dell'attuazione delle politiche anti-hooligans degli anni 90. Il secondo obiettivo era di analizzare le diverse normative in essere in Inghilterra e Italia. Mentre l'Inghilterra ha preso le mosse dal problema dell'alcool, il legislatore italiano è intervenuto con una legge n. 401 del 1989 «Intervento nel settore del giuoco e delle scommesse clandestine e tutela della correttezza nello svolgimento delle manifestazioni sportive», cui sono seguiti numerosi altri interventi di stratificazione normativa. Le normative dei due Paesi non si discostano di molto tra loro; la differenza principale si basa piuttosto sul rigore con il quale le norme vengono fatte rispettare. Il terzo obiettivo era di evidenziare la dannosità di un approccio solamente repressivo nell'affrontare il problema della violenza negli stadi. Non solo molti provvedimenti di natura repressiva del passato si sono rivelati inutili sia in Inghilterra che in Italia, ma molte volte essi hanno contribuito, ad esempio, al perpetuarsi dell'hooliganism. In Inghilterra, un nuovo e rivoluzionario metodo anti-violenza negli stadi è un approccio basato sull'iniziativa privata, sul miglioramento delle condizioni fisiche degli stadi e sulla possibilità per i football clubs di ottenere un ritorno economico notevole dalla gestione privata della sicurezza. Questo tipo di approccio, è stato seguito negli anni seguenti anche dall'Italia, seppur con risultati meno brillanti. Un nuovo approccio, che imiti gli aspetti positivi dell'esperienza inglese, è auspicabile e urgente per contribuire a cambiare dal suo interno il mondo ultras, in modo che l'elemento violento non sia percepito come l'esempio da seguire, ma, al contrario, che i giovani impegnati nelle attività degli ultras diventino il modello per i più violenti. Tuttavia la strada è ancora lunga. La stessa giurisprudenza non ha ancora avuto il coraggio di creare un precedente importante che possa contribuire al maggiore rispetto della normativa italiana. Sotto questo profilo, l'Inghilterra è certamente più avanti, in quanto i Commons e i Lords si pronunciano, anche il giorno dopo l'incontro di calcio, emettendo pronunce talvolta esemplari. Quest'anno si sono verificati in Italia diversi episodi ricollegabili ai «reati da stadio» (L. n. 401/1989 e successive modificazioni). Quindi gli stadi senza barriere tra le tifoserie, in cui tutti rimangono seduti, incitando la propria squadra senza offendere verbalmente o fisicamente i tifosi avversari, rimangono per l'Italia un'utopia, cui tuttavia è giusto mirare per dare una speranza ad un mondo del calcio in cui le stesse Società spesso tacciono e addirittura proteggono il comportamento dei propri «tifosi».
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