Da qualche decennio l'uomo possiede conoscenze sufficienti per affermare che con molta probabilità ha provocato, sin dalla seconda rivoluzione industriale, un cambiamento del clima. Questo è quanto riassunto dal Quinto Rapporto del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici. Per clima si intende una sintesi statistica delle condizioni del tempo atmosferico in una determinata area, su un arco temporale di almeno trenta anni. Il cambiamento climatico, quindi, è una variazione del clima attribuita direttamente o indirettamente ad attività umane che altera la composizione globale dell'atmosfera e che si aggiunge alla variabilità naturale del clima. Gli effetti riscontrabili di queste attività umane risultano nell'aumento delle concentrazioni atmosferiche di gas serra, in particolar modo biossido di carbonio e metano. La prima conseguenza di questa alterazione è l'aumento della temperatura media terrestre. Questo provoca poi degli effetti sul riscaldamento degli oceani, sulla riduzione delle masse nevose, sulla deglaciazione, sull'aumento in intensità e frequenza degli eventi meteorologici estremi. Il clima è il fattore che, sopra tutti gli altri, ha influenza diretta e indiretta sulla crescita delle piante e quindi sulla sicurezza alimentare. Effetti diretti del cambiamento del clima, come l'aumento delle temperature, provocano squilibri nel bilancio idrico della pianta e ne condizionano lo sviluppo. Se dal punto di vista dell'effetto diretto dei cambiamenti climatici sulla crescita delle piante si ha a disposizione già un buon numero di studi, meno studiata è l'influenza di questi stessi parametri sugli agenti patogeni delle piante. Il cambiamento del clima, infatti, influenza certamente il sistema pianta-patogeno-ambiente. Questo avviene sia dal lato della pianta, che è più predisposta alle malattie in condizioni, per esempio, di deficit idrico nel suolo, sia dal lato del patogeno. Per questo è impossibile trarre conclusioni univoche anche quando si parla di un solo patogeno su un unico ospite, poiché a seconda delle condizioni ambientali questo può subire un rallentamento o essere favorito nella sua diffusione. Obiettivo di questa relazione finale è di delineare un quadro sugli effetti che condizioni ambientali conseguenti ai cambiamenti climatici ed in particolare parametri quali temperatura, umidità e CO2 hanno sui funghi fitopatogeni, soprattutto in relazione all'areale europeo e italiano; oggetto di discussione sono i funghi che causano malattie su colture cerealicole quali mais, riso e frumento. Per il mais sono stati presi in considerazione i principali generi di funghi micotossigeni (Aspergillus, Penicillium, Fusarium), per il riso il brusone e l'elmintosporiosi, mentre per il frumento i patogeni Fusarium nivale, Fusarium culmorum e Bipolaris sorokiniana e le ruggini. Guardando alle prospettive di sviluppo di questi patogeni su colture cerealicole nel lungo-medio periodo, si nota, nell'areale europeo, un generale aumento della loro diffusione e gravità, con crescite variabili in base agli scenari e all'ospite. Dall'altro lato si sottolinea l'espansione delle aree di coltivazione di alcuni cereali verso il Nord Europa, con conseguente aumento della diffusione di alcuni patogeni. Dopo aver esaminato alcuni casi studio per ogni cereale, si è proceduto ad analizzare quali potrebbero essere le strategie di adattamento ai cambiamenti del clima, da adottare quando questi cambiamenti probabilmente saranno strutturali.
EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SULLO SVILUPPO DI MALATTIE FUNGINE DELLE PRINCIPALI COLTURE CEREALICOLE
PISCOPIELLO, ALESSANDRO
2016/2017
Abstract
Da qualche decennio l'uomo possiede conoscenze sufficienti per affermare che con molta probabilità ha provocato, sin dalla seconda rivoluzione industriale, un cambiamento del clima. Questo è quanto riassunto dal Quinto Rapporto del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici. Per clima si intende una sintesi statistica delle condizioni del tempo atmosferico in una determinata area, su un arco temporale di almeno trenta anni. Il cambiamento climatico, quindi, è una variazione del clima attribuita direttamente o indirettamente ad attività umane che altera la composizione globale dell'atmosfera e che si aggiunge alla variabilità naturale del clima. Gli effetti riscontrabili di queste attività umane risultano nell'aumento delle concentrazioni atmosferiche di gas serra, in particolar modo biossido di carbonio e metano. La prima conseguenza di questa alterazione è l'aumento della temperatura media terrestre. Questo provoca poi degli effetti sul riscaldamento degli oceani, sulla riduzione delle masse nevose, sulla deglaciazione, sull'aumento in intensità e frequenza degli eventi meteorologici estremi. Il clima è il fattore che, sopra tutti gli altri, ha influenza diretta e indiretta sulla crescita delle piante e quindi sulla sicurezza alimentare. Effetti diretti del cambiamento del clima, come l'aumento delle temperature, provocano squilibri nel bilancio idrico della pianta e ne condizionano lo sviluppo. Se dal punto di vista dell'effetto diretto dei cambiamenti climatici sulla crescita delle piante si ha a disposizione già un buon numero di studi, meno studiata è l'influenza di questi stessi parametri sugli agenti patogeni delle piante. Il cambiamento del clima, infatti, influenza certamente il sistema pianta-patogeno-ambiente. Questo avviene sia dal lato della pianta, che è più predisposta alle malattie in condizioni, per esempio, di deficit idrico nel suolo, sia dal lato del patogeno. Per questo è impossibile trarre conclusioni univoche anche quando si parla di un solo patogeno su un unico ospite, poiché a seconda delle condizioni ambientali questo può subire un rallentamento o essere favorito nella sua diffusione. Obiettivo di questa relazione finale è di delineare un quadro sugli effetti che condizioni ambientali conseguenti ai cambiamenti climatici ed in particolare parametri quali temperatura, umidità e CO2 hanno sui funghi fitopatogeni, soprattutto in relazione all'areale europeo e italiano; oggetto di discussione sono i funghi che causano malattie su colture cerealicole quali mais, riso e frumento. Per il mais sono stati presi in considerazione i principali generi di funghi micotossigeni (Aspergillus, Penicillium, Fusarium), per il riso il brusone e l'elmintosporiosi, mentre per il frumento i patogeni Fusarium nivale, Fusarium culmorum e Bipolaris sorokiniana e le ruggini. Guardando alle prospettive di sviluppo di questi patogeni su colture cerealicole nel lungo-medio periodo, si nota, nell'areale europeo, un generale aumento della loro diffusione e gravità, con crescite variabili in base agli scenari e all'ospite. Dall'altro lato si sottolinea l'espansione delle aree di coltivazione di alcuni cereali verso il Nord Europa, con conseguente aumento della diffusione di alcuni patogeni. Dopo aver esaminato alcuni casi studio per ogni cereale, si è proceduto ad analizzare quali potrebbero essere le strategie di adattamento ai cambiamenti del clima, da adottare quando questi cambiamenti probabilmente saranno strutturali.File | Dimensione | Formato | |
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