Nella produzione letteraria di Vasco Pratolini è fondamentale il concetto di "cronaca", che può essere considerata una naturale disposizione narrativa per lo scrittore fiorentino. Nutrendosi della tendenza generalizzata alla narrazione tipica del neorealismo, la cronaca pratoliniana giunge alla massima fioritura nel 1947. Le Cronache fiorentine 20° secolo, intervento uscito sul «Politecnico», dimostrano l'interesse dell'autore per le cronache medievali, che fanno parte della tradizione letteraria di Firenze; l'articolo rende conto della lotta che interessa da secoli la città, concretizzatasi nel Novecento nello scontro tra fascisti e antifascisti, che lo scrittore stesso aveva vissuto. Cronaca familiare, opera rivolta e dedicata al fratello morto, lega la narrazione cronachistica allo scavo memoriale e sentimentale tipico della prima produzione di Pratolini, appropriandosi allo stesso tempo del tema sociale e politico e preparando così il terreno a Cronache di poveri amanti. Con questo romanzo l'autore compie finalmente il salto verso la dimensione sociale e collettiva, attraverso la narrazione corale delle vicende della squallida via del Corno a Firenze. Il narratore si trova in continuo movimento tra il piano diegetico e i lettori, assumendo i panni di storico-ideologo, cronista e cantastorie e includendo nella comunità degli umili se stesso, il pubblico e i personaggi. Questi ultimi compongono con la loro varietà un ritratto puntuale e tipico della società nella metà degli anni Venti, ma si rivelano allo stesso tempo simboli del Bene e del Male: in questo modo, la strada in cui vivono diventa un microcosmo popolare che tutto contiene.
Narrare il popolo. La cronaca e le "Cronache" di Vasco Pratolini
GIOLITO, DARIO
2016/2017
Abstract
Nella produzione letteraria di Vasco Pratolini è fondamentale il concetto di "cronaca", che può essere considerata una naturale disposizione narrativa per lo scrittore fiorentino. Nutrendosi della tendenza generalizzata alla narrazione tipica del neorealismo, la cronaca pratoliniana giunge alla massima fioritura nel 1947. Le Cronache fiorentine 20° secolo, intervento uscito sul «Politecnico», dimostrano l'interesse dell'autore per le cronache medievali, che fanno parte della tradizione letteraria di Firenze; l'articolo rende conto della lotta che interessa da secoli la città, concretizzatasi nel Novecento nello scontro tra fascisti e antifascisti, che lo scrittore stesso aveva vissuto. Cronaca familiare, opera rivolta e dedicata al fratello morto, lega la narrazione cronachistica allo scavo memoriale e sentimentale tipico della prima produzione di Pratolini, appropriandosi allo stesso tempo del tema sociale e politico e preparando così il terreno a Cronache di poveri amanti. Con questo romanzo l'autore compie finalmente il salto verso la dimensione sociale e collettiva, attraverso la narrazione corale delle vicende della squallida via del Corno a Firenze. Il narratore si trova in continuo movimento tra il piano diegetico e i lettori, assumendo i panni di storico-ideologo, cronista e cantastorie e includendo nella comunità degli umili se stesso, il pubblico e i personaggi. Questi ultimi compongono con la loro varietà un ritratto puntuale e tipico della società nella metà degli anni Venti, ma si rivelano allo stesso tempo simboli del Bene e del Male: in questo modo, la strada in cui vivono diventa un microcosmo popolare che tutto contiene.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
796619_tesipratolini.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
741.94 kB
Formato
Adobe PDF
|
741.94 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/141941