Il rispetto della legalità e della correttezza negli affari è un elemento indispensabile dell'attività d'impresa, fondata sulla fiducia. La crescita della competizione e un'analisi approfondita del mercato hanno indotto gli operatori a rendere più efficienti le strutture e a ricercare nuove fonti di reddito, diversificando attività, prodotti, mercati, modelli operativi. Questo ha reso più complessa l'identificazione e il controllo dei comportamenti che possono costituire violazione delle norme, degli standard operativi, dei principi deontologici ed etici dell'attività di intermediazione. L'importanza dell'attività bancaria per l'intero sistema economico ed il risalto notevole degli interessi pubblici coinvolti dovrebbero indurre ad una rivisitazione dei comportamenti e della regolamentazione che hanno rappresentato finora l'intero settore. Recentemente diversi episodi hanno evidenziato, in particolare, l'emergere di rischi legali e di reputazione, potenzialmente in grado di mettere a repentaglio la stabilità degli intermediari e di compromettere il legame fiduciario con la clientela: la fiducia è da sempre alla base del corretto funzionamento del sistema finanziario e dell'economia nel suo complesso. Perciò, ben si comprende, come questo, abbia reso le autorità finanziarie più rigorose, aumentando il numero e la complessità delle regole a cui banche e istituzioni finanziarie devono sottostare: dalla direttiva europea Markets in Financial Services Directive (MiFID) alla Regolamento ISVAP del 2008. In tale quadro si inserisce la disciplina in materia di compliance definita «¿governo di un processo trasversale di gestione del rischio volto a far sì che le procedure interne siano coerenti con la necessità di prevenire la violazione di norme di etero e autoregolamentazione.» Non stupisce dunque l'enfasi verso il rispetto della regolamentazione anche nelle banche, dove negli ultimi anni è divenuto cruciale lo sforzo di individuare e prevenire, tra i rischi tipici del settore, quelli legati all'operatività e quelli di tipo legale e reputazionale, nonché di autoregolamentazione trasparente e responsabile, attraverso la creazione, all'interno di ogni singolo istituto, di funzioni ad hoc che svolgano un'effettiva attività di monitoraggio sia all'esterno che all'interno e della necessità di promuovere una cultura aziendale improntata a principi di onestà, correttezza e rispetto non solo della lettera, ma anche dello spirito, delle norme, così da prendere le distanze dall'ossessione della massimizzazione dei profitti a scapito di altri valori. Oggi saper leggere i rischi e cogliere tempestivamente i segnali di cambiamento e di pericolo risulta di fondamentale importanza. É proprio per questo motivo che, al di là degli ordinari organi di controllo interno, le banche e le istituzioni finanziarie si stanno dotando di nuovi ¿sensori di rischio¿: i Compliance officers. Se fino a non molto tempo fa il concetto di Compliance era considerato come un qualcosa di ambiguo, la direzione oggi intrapresa dalle autorità finanziarie e dalle aziende è quella di considerare la funzione compliance come una funzione che non costituisce unicamente un Centro di Costo, ma come una funzione che riesce invece a creare un reale valore aggiunto, sia tramite il delivery che la funzione è in grado di erogare direttamente, sia attraverso le competenze indotte, capaci di creare un ambiente protetto nei confronti dei rischi che gravano sull'intera Azienda.
La Funzione di Compliance e il Rischio di non Conformità: assetto nomrativo e criteri di misurazione
DELLI PONTI, LUCA
2009/2010
Abstract
Il rispetto della legalità e della correttezza negli affari è un elemento indispensabile dell'attività d'impresa, fondata sulla fiducia. La crescita della competizione e un'analisi approfondita del mercato hanno indotto gli operatori a rendere più efficienti le strutture e a ricercare nuove fonti di reddito, diversificando attività, prodotti, mercati, modelli operativi. Questo ha reso più complessa l'identificazione e il controllo dei comportamenti che possono costituire violazione delle norme, degli standard operativi, dei principi deontologici ed etici dell'attività di intermediazione. L'importanza dell'attività bancaria per l'intero sistema economico ed il risalto notevole degli interessi pubblici coinvolti dovrebbero indurre ad una rivisitazione dei comportamenti e della regolamentazione che hanno rappresentato finora l'intero settore. Recentemente diversi episodi hanno evidenziato, in particolare, l'emergere di rischi legali e di reputazione, potenzialmente in grado di mettere a repentaglio la stabilità degli intermediari e di compromettere il legame fiduciario con la clientela: la fiducia è da sempre alla base del corretto funzionamento del sistema finanziario e dell'economia nel suo complesso. Perciò, ben si comprende, come questo, abbia reso le autorità finanziarie più rigorose, aumentando il numero e la complessità delle regole a cui banche e istituzioni finanziarie devono sottostare: dalla direttiva europea Markets in Financial Services Directive (MiFID) alla Regolamento ISVAP del 2008. In tale quadro si inserisce la disciplina in materia di compliance definita «¿governo di un processo trasversale di gestione del rischio volto a far sì che le procedure interne siano coerenti con la necessità di prevenire la violazione di norme di etero e autoregolamentazione.» Non stupisce dunque l'enfasi verso il rispetto della regolamentazione anche nelle banche, dove negli ultimi anni è divenuto cruciale lo sforzo di individuare e prevenire, tra i rischi tipici del settore, quelli legati all'operatività e quelli di tipo legale e reputazionale, nonché di autoregolamentazione trasparente e responsabile, attraverso la creazione, all'interno di ogni singolo istituto, di funzioni ad hoc che svolgano un'effettiva attività di monitoraggio sia all'esterno che all'interno e della necessità di promuovere una cultura aziendale improntata a principi di onestà, correttezza e rispetto non solo della lettera, ma anche dello spirito, delle norme, così da prendere le distanze dall'ossessione della massimizzazione dei profitti a scapito di altri valori. Oggi saper leggere i rischi e cogliere tempestivamente i segnali di cambiamento e di pericolo risulta di fondamentale importanza. É proprio per questo motivo che, al di là degli ordinari organi di controllo interno, le banche e le istituzioni finanziarie si stanno dotando di nuovi ¿sensori di rischio¿: i Compliance officers. Se fino a non molto tempo fa il concetto di Compliance era considerato come un qualcosa di ambiguo, la direzione oggi intrapresa dalle autorità finanziarie e dalle aziende è quella di considerare la funzione compliance come una funzione che non costituisce unicamente un Centro di Costo, ma come una funzione che riesce invece a creare un reale valore aggiunto, sia tramite il delivery che la funzione è in grado di erogare direttamente, sia attraverso le competenze indotte, capaci di creare un ambiente protetto nei confronti dei rischi che gravano sull'intera Azienda.File | Dimensione | Formato | |
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