Introduzione. Le possibilità offerte dalla tecnologia ampliano l'ambito delle decisioni di fine vita e introducono i concetti di accanimento terapeutico e testamento biologico in un momento storico in cui tale dibattito è ampiamente presente nel contesto sociale. Qualunque sia la posizione etica del professionista, il tema sul fine vita sembra apparentemente chiaro, ma gli interrogativi nascono nella quotidianità della pratica clinica. Obiettivi dello studio. L'obiettivo principale è quello di indagare le percezioni e le conoscenze degli infermieri in merito ai processi di fine vita e agli argomenti correlati (accanimento terapeutico, testamento biologico, eutanasia, cure palliative). Materiali e metodi. Lo studio è stato effettuato con metodi di ricerca qualitativa con un approccio fenomenologico. La popolazione dello studio è stata selezionata, mediante strategia di campionamento non probabilistico, di convenienza. Sono stati reclutati 14 infermieri. Come strumento di raccolta dati è stata utilizzata l'intervista semi-strutturata per poter approfondire nel miglior modo possibile i punti di vista e le opinioni delle persone intervistate. Risultati. Sono stati chiesti agli intervistati i loro anni di esperienza nella professione infermieristica, il titolo di studio e l'orientamento religioso. Dalle interviste effettuate vengono alla luce diverse unità di significato come i sentimenti di tristezza ed impotenza nel non poter aiutare la persona assistita in alcune situazioni e le buone conoscenze per determinati argomenti come testamento biologico, accanimento terapeutico e palliazione e meno per temi come etica, bioetica e normativa sul testamento biologico. Discussione. Dall'analisi dei dati raccolti si evince che gli intervistati si sono dimostrati consapevoli di non essere completamente preparati per affrontare il processo del ¿fine vita¿. Gli infermieri riportano che spesso nella relazione con l'assistito hanno sentimenti di dissonanza quando lo prendono in cura verso la fine della vita. Questo può essere dovuto, da un lato, alla carenza di informazioni specifiche fornite dai corsi di studi frequentati, dall'altro per via delle innumerevoli sfaccettature che il processo del morire può assumere in rapporto alla variabilità individuale. Conclusioni. Si evidenzia la presenza di opinioni e atteggiamenti molto diversificati e vengono confermati in parte i dati presenti in letteratura o emersi in precedenti indagini. La quotidianità può portare il professionista a utilizzare strategie e tecnologie, dimenticandosi dei sentimenti, delle emozioni e del vissuto della persona assistita. Sono sicuramente necessari interventi formativi per gli operatori sanitari rispetto le decisioni di fine vita e le problematiche correlate, che per approfondire gli aspetti della sofferenza della persona.
Bioetica di fine vita e vissuto degli infermieri, tra accanimento terapeutico e direttive anticipate di trattamento. Uno studio fenomenologico.
ESPOSITO, IGNAZIO
2016/2017
Abstract
Introduzione. Le possibilità offerte dalla tecnologia ampliano l'ambito delle decisioni di fine vita e introducono i concetti di accanimento terapeutico e testamento biologico in un momento storico in cui tale dibattito è ampiamente presente nel contesto sociale. Qualunque sia la posizione etica del professionista, il tema sul fine vita sembra apparentemente chiaro, ma gli interrogativi nascono nella quotidianità della pratica clinica. Obiettivi dello studio. L'obiettivo principale è quello di indagare le percezioni e le conoscenze degli infermieri in merito ai processi di fine vita e agli argomenti correlati (accanimento terapeutico, testamento biologico, eutanasia, cure palliative). Materiali e metodi. Lo studio è stato effettuato con metodi di ricerca qualitativa con un approccio fenomenologico. La popolazione dello studio è stata selezionata, mediante strategia di campionamento non probabilistico, di convenienza. Sono stati reclutati 14 infermieri. Come strumento di raccolta dati è stata utilizzata l'intervista semi-strutturata per poter approfondire nel miglior modo possibile i punti di vista e le opinioni delle persone intervistate. Risultati. Sono stati chiesti agli intervistati i loro anni di esperienza nella professione infermieristica, il titolo di studio e l'orientamento religioso. Dalle interviste effettuate vengono alla luce diverse unità di significato come i sentimenti di tristezza ed impotenza nel non poter aiutare la persona assistita in alcune situazioni e le buone conoscenze per determinati argomenti come testamento biologico, accanimento terapeutico e palliazione e meno per temi come etica, bioetica e normativa sul testamento biologico. Discussione. Dall'analisi dei dati raccolti si evince che gli intervistati si sono dimostrati consapevoli di non essere completamente preparati per affrontare il processo del ¿fine vita¿. Gli infermieri riportano che spesso nella relazione con l'assistito hanno sentimenti di dissonanza quando lo prendono in cura verso la fine della vita. Questo può essere dovuto, da un lato, alla carenza di informazioni specifiche fornite dai corsi di studi frequentati, dall'altro per via delle innumerevoli sfaccettature che il processo del morire può assumere in rapporto alla variabilità individuale. Conclusioni. Si evidenzia la presenza di opinioni e atteggiamenti molto diversificati e vengono confermati in parte i dati presenti in letteratura o emersi in precedenti indagini. La quotidianità può portare il professionista a utilizzare strategie e tecnologie, dimenticandosi dei sentimenti, delle emozioni e del vissuto della persona assistita. Sono sicuramente necessari interventi formativi per gli operatori sanitari rispetto le decisioni di fine vita e le problematiche correlate, che per approfondire gli aspetti della sofferenza della persona.File | Dimensione | Formato | |
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