Lo scorso 21 giugno 2016 la Trial Chamber III della Corte Penale Internazionale ha emesso la decisione di primo grado relativa alla pena nei confronti dell'ex vice presidente della Repubblica democratica del Congo, Jean-Pierre Bemba Gombo, in applicazione dell'articolo 76 dello Statuto di Roma. La CPI infatti ha condannato Bemba per crimini di guerra (omicidio, stupro e saccheggio) e crimini contro l'umanità (omicidio e stupro) in quanto comandante delle truppe che commisero tali atti nella Repubblica Centrafricana nel periodo che va dall'ottobre 2002 al marzo 2003. Tale sentenza viene considerata ¿storica¿ in quanto è la prima volta che la CPI ha utilizzato la nozione di ¿responsabilità del comando¿, ai sensi dell' art. 28 dello Statuto di Roma, per pronunciarsi sulle accuse formulate nei confronti di un imputato. Infatti, Jean-Pierre Bemba Gombo viene considerato colpevole in quanto comandante militare avente effettivo controllo e potere sulle sue truppe e sui suoi contingenti in grado di attuare tutte le misure necessarie per prevenire e reprimere tali atti criminosi. Inoltre è anche la prima volta che la CPI riconosce in una sua sentenza lo stupro come crimine di guerra e crimine contro l'umanità. L'obiettivo di questa indagine è quello di mettere in evidenza il caso ¿Bemba¿ come primo passo, all'interno della CPI, per il riconoscimento dello stupro come crimine di guerra e crimine contro l'umanità e come incentivo per i comandanti a esercitare le loro funzioni di controllo sui propri sottoposti rispettando le norme umanitarie internazionali.

Il caso "Bemba" davanti alla Corte Penale Internazionale

TURANO, ALESSANDRA
2016/2017

Abstract

Lo scorso 21 giugno 2016 la Trial Chamber III della Corte Penale Internazionale ha emesso la decisione di primo grado relativa alla pena nei confronti dell'ex vice presidente della Repubblica democratica del Congo, Jean-Pierre Bemba Gombo, in applicazione dell'articolo 76 dello Statuto di Roma. La CPI infatti ha condannato Bemba per crimini di guerra (omicidio, stupro e saccheggio) e crimini contro l'umanità (omicidio e stupro) in quanto comandante delle truppe che commisero tali atti nella Repubblica Centrafricana nel periodo che va dall'ottobre 2002 al marzo 2003. Tale sentenza viene considerata ¿storica¿ in quanto è la prima volta che la CPI ha utilizzato la nozione di ¿responsabilità del comando¿, ai sensi dell' art. 28 dello Statuto di Roma, per pronunciarsi sulle accuse formulate nei confronti di un imputato. Infatti, Jean-Pierre Bemba Gombo viene considerato colpevole in quanto comandante militare avente effettivo controllo e potere sulle sue truppe e sui suoi contingenti in grado di attuare tutte le misure necessarie per prevenire e reprimere tali atti criminosi. Inoltre è anche la prima volta che la CPI riconosce in una sua sentenza lo stupro come crimine di guerra e crimine contro l'umanità. L'obiettivo di questa indagine è quello di mettere in evidenza il caso ¿Bemba¿ come primo passo, all'interno della CPI, per il riconoscimento dello stupro come crimine di guerra e crimine contro l'umanità e come incentivo per i comandanti a esercitare le loro funzioni di controllo sui propri sottoposti rispettando le norme umanitarie internazionali.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
780225_elaboratofinalecasobembapdf.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 536.12 kB
Formato Adobe PDF
536.12 kB Adobe PDF

Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Usare il seguente URL per citare questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/141749