La presente tesi si pone l'obiettivo d'esaminare il percorso umano e artistico di Albert Camus, dall'infanzia algerina fino alla morte, avvenuta per un incidente stradale, quando lo scrittore aveva appena quarantasei anni. La fanciullezza di Camus è contrassegnata dalla miseria, dalla povertà, da un contesto familiare essenzialmente analfabeta; d'altra parte, la solarità dell'Algeria rappresentava per lui un valore, una fonte costante di vitalismo e d'ispirazione, come è ben visibile dalle prime opere, L'Envers et l'Endroit e Noces, nelle quali lo spirito mediterraneo si fonde con una concezione tipicamente nietzscheana, che rifiuta la trascendenza e scorge la sola possibilità di dignità e di grandezza per l'uomo nei valori della terra, dell'esistenza finita, concreta. La seconda fase della sua opera, invece, si centra sulla nozione dell'assurdo, che a quel tempo, in Europa, era molto discussa; egli ha articolato questa tematica in un ciclo di opere comprendenti un romanzo, L'Étranger, un saggio, Le Mythe de Sisyphe, e due testi teatrali, Caligula e Le Malentendu. Nonostante l'argomento riguardante l'assurdità dell'esistenza fosse trattato da molti autori, Camus, per la prima volta, ne ha parlato non come di una fine, di una constatazione conclusiva, bensì come di un punto di partenza, di un presupposto imprescindibile da cui, però, non può che scaturire un'evoluzione, un superamento. Nel terzo capitolo si tratta del ciclo letterario successivo, imperniato sul concetto di rivolta; anche in queste opere, Camus ha scelto d'affrontare la tematica sotto forme diverse: romanzesca (La Peste), ideologica (L'Homme révolté) e drammatica (L'État de siège e Les Justes). La questione della rivolta dell'uomo che non accetta una condizione esistenziale caratterizzata dall'insensatezza, dall'assurdo, dal male e dall'ingiustizia che dilagano nel mondo, è fortemente legata all'invocazione camusiana che inneggia alla solidarietà reciproca fra gli uomini, i quali, condividendo lo stesso stato, devono cercare d'aiutarsi l'un l'altro per contribuire alla felicità di tutti. Nel capitolo finale s'illustra l'ultima fase della produzione camusiana che, pur includendo opere rilevanti, come ad esempio La Chute o Le Premier Homme, non si presenta con la stessa compattezza e organicità delle fasi precedenti, poiché la tragica sorte che ha colpito lo scrittore ha, sostanzialmente, fatto sì che egli non potesse portare a termine i suoi propositi. Malgrado ciò, è evidente come, in tale frangente, Camus abbia tentato di fare un resoconto del suo intero cammino intellettuale, contraddistinto, in generale, da una grande coerenza e da un impegno costante nei riguardi delle problematiche essenziali del suo tempo; questo ritorno alle origini, tuttavia, non esclude il fatto che il suo pensiero, lungi dall'arrestarsi o dal retrocedere, si sia sempre evoluto, sviluppato. Erano molti i progetti in cantiere che Camus non ha mai potuto realizzare; ciò consente di pensare la sua opera come un qualcosa di fondamentalmente aperto, non concluso, determinato, la cui attualità, ricchezza e polivalenza, ancora oggi, non smettono di affascinare e di coinvolgere.

L'etica dell'assurdo in Albert Camus

BERTOLINO, SERGIO
2009/2010

Abstract

La presente tesi si pone l'obiettivo d'esaminare il percorso umano e artistico di Albert Camus, dall'infanzia algerina fino alla morte, avvenuta per un incidente stradale, quando lo scrittore aveva appena quarantasei anni. La fanciullezza di Camus è contrassegnata dalla miseria, dalla povertà, da un contesto familiare essenzialmente analfabeta; d'altra parte, la solarità dell'Algeria rappresentava per lui un valore, una fonte costante di vitalismo e d'ispirazione, come è ben visibile dalle prime opere, L'Envers et l'Endroit e Noces, nelle quali lo spirito mediterraneo si fonde con una concezione tipicamente nietzscheana, che rifiuta la trascendenza e scorge la sola possibilità di dignità e di grandezza per l'uomo nei valori della terra, dell'esistenza finita, concreta. La seconda fase della sua opera, invece, si centra sulla nozione dell'assurdo, che a quel tempo, in Europa, era molto discussa; egli ha articolato questa tematica in un ciclo di opere comprendenti un romanzo, L'Étranger, un saggio, Le Mythe de Sisyphe, e due testi teatrali, Caligula e Le Malentendu. Nonostante l'argomento riguardante l'assurdità dell'esistenza fosse trattato da molti autori, Camus, per la prima volta, ne ha parlato non come di una fine, di una constatazione conclusiva, bensì come di un punto di partenza, di un presupposto imprescindibile da cui, però, non può che scaturire un'evoluzione, un superamento. Nel terzo capitolo si tratta del ciclo letterario successivo, imperniato sul concetto di rivolta; anche in queste opere, Camus ha scelto d'affrontare la tematica sotto forme diverse: romanzesca (La Peste), ideologica (L'Homme révolté) e drammatica (L'État de siège e Les Justes). La questione della rivolta dell'uomo che non accetta una condizione esistenziale caratterizzata dall'insensatezza, dall'assurdo, dal male e dall'ingiustizia che dilagano nel mondo, è fortemente legata all'invocazione camusiana che inneggia alla solidarietà reciproca fra gli uomini, i quali, condividendo lo stesso stato, devono cercare d'aiutarsi l'un l'altro per contribuire alla felicità di tutti. Nel capitolo finale s'illustra l'ultima fase della produzione camusiana che, pur includendo opere rilevanti, come ad esempio La Chute o Le Premier Homme, non si presenta con la stessa compattezza e organicità delle fasi precedenti, poiché la tragica sorte che ha colpito lo scrittore ha, sostanzialmente, fatto sì che egli non potesse portare a termine i suoi propositi. Malgrado ciò, è evidente come, in tale frangente, Camus abbia tentato di fare un resoconto del suo intero cammino intellettuale, contraddistinto, in generale, da una grande coerenza e da un impegno costante nei riguardi delle problematiche essenziali del suo tempo; questo ritorno alle origini, tuttavia, non esclude il fatto che il suo pensiero, lungi dall'arrestarsi o dal retrocedere, si sia sempre evoluto, sviluppato. Erano molti i progetti in cantiere che Camus non ha mai potuto realizzare; ciò consente di pensare la sua opera come un qualcosa di fondamentalmente aperto, non concluso, determinato, la cui attualità, ricchezza e polivalenza, ancora oggi, non smettono di affascinare e di coinvolgere.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/14174