¿Chi vuole vivere deve lottare. Chi si rifiuta di combattere in un mondo di eterno conflitto non merita di vivere1 ¿. Il periodo di prigionia presso il carcere di Landberg Am Lech in Baviera fu per Adolf Hitler, reo di aver condotto il golpe di Monaco del 9 Novembre 1923, un momento di maturazione politica talmente importante che in poco tempo compose, insieme all'amico Rudolf Hess, quella che probabilmente fu la miglior opera di propaganda politica mai sviluppata in Germania. Il Mein Kampf, già nelle sue prime linee programmatiche, esplicita una visione del mondo analizzata con una lente filo-nazista secondo la quale il deutschland volks, dotato di qualità fisiche e morali superiori a tutti gli altri popoli e quindi destinato a dominare il palcoscenico europeo, abbia come compito primo quello di estirpare il male assoluto individuato nella razza semita ed in quella bolscevica. Ma nel suo ¿carme¿ programmatico il Führer non delinea solo i punti essenziali di quella ideologia nazista che di lì a poco avrebbe influenzato la quasi totalità del popolo tedesco ma definisce chiaramente le proprie mire espansionistiche ai danni dei maggiori Paesi europei. Questo breve incipit tuttavia non deve lasciare intendere ai lettori che lo scritto sia una mera analisi degli eventi e della politica estera condotta, senza dubbio in modo esemplare, dal leader Nazionalsocialista ma al contrario intendo analizzare lo sviluppo politico-culturale della figura hitleriana attraverso una chiave di lettura sicuramente poco comune ma che a mio avviso è essenziale per comprendere in maniera più approfondita quello che fu il processo decisionale politico e le motivazioni che spinsero il Fuhrer a determinate scelte strategico militari. Ne Il Mattino dei Maghi 2 il francese Louis Pauwels, allievo del maestro esoterico russo Georges Gurdjieff, sembra voler raccontare in modo allusivo proprio quell'aspetto del nazionalsocialismo che gli storici non volevano vedervi: il rapporto di Hitler con la cultura esoterica e l'influenza che questo fattore, marginale per molti storici, ebbe sulle sue dinamiche politico-strategiche. Allo stesso modo lo storico Giorgio Galli nel suo libro ¿Hitler e la cultura occulta3¿ si interroga su questo connubio dato da ideologia nazista e cultura esoterica ponendosi tre domande fondamentali. La prima: il disorientamento della società e della politica tedesca dal 1918 era sufficiente a spiegare l' ascesa così repentina di una personalità stravagante ed inconcludente, quella di Hitler, affermatasi solamente attraverso una semplice attività di propaganda? Con la seconda l'autore approfondisce sulle motivazioni che spinsero il Führer ¿all'assalto del potere mondiale 3 ¿, nonostante in poco tempo le sue decisioni furono in grado di riportare la Germania a un ruolo di primo piano nell'Europa del 1938 ed a superare la crisi politico-economica in cui versava il popolo tedesco (assalto che lo storico Fritz Fischer definì come irrealistico considerati i rapporti di forza e la lezione avuta dopo il primo conflitto mondiale). Perché dunque ¿ qui la terza questione ¿ Hitler si era avventurato, con il Piano Barbarossa, in Oriente quando era già fortemente minacciato sul fronte occidentale dalla Raf inglese? Senza ombra di dubbio la storiografia prevalente garantisce la copertura della quasi totalità delle risposte: la frustrazione della Germania dopo il 1918, la crisi economica del 1929, la capacità di un abile demagogo di portare un partito, quello

1933-1945: LA POLITICA ESTERA DI ADOLF HITLER TRA VISIONE NAZISTA E CULTURA ESOTERICA

CORTELLINO, MARCO
2016/2017

Abstract

¿Chi vuole vivere deve lottare. Chi si rifiuta di combattere in un mondo di eterno conflitto non merita di vivere1 ¿. Il periodo di prigionia presso il carcere di Landberg Am Lech in Baviera fu per Adolf Hitler, reo di aver condotto il golpe di Monaco del 9 Novembre 1923, un momento di maturazione politica talmente importante che in poco tempo compose, insieme all'amico Rudolf Hess, quella che probabilmente fu la miglior opera di propaganda politica mai sviluppata in Germania. Il Mein Kampf, già nelle sue prime linee programmatiche, esplicita una visione del mondo analizzata con una lente filo-nazista secondo la quale il deutschland volks, dotato di qualità fisiche e morali superiori a tutti gli altri popoli e quindi destinato a dominare il palcoscenico europeo, abbia come compito primo quello di estirpare il male assoluto individuato nella razza semita ed in quella bolscevica. Ma nel suo ¿carme¿ programmatico il Führer non delinea solo i punti essenziali di quella ideologia nazista che di lì a poco avrebbe influenzato la quasi totalità del popolo tedesco ma definisce chiaramente le proprie mire espansionistiche ai danni dei maggiori Paesi europei. Questo breve incipit tuttavia non deve lasciare intendere ai lettori che lo scritto sia una mera analisi degli eventi e della politica estera condotta, senza dubbio in modo esemplare, dal leader Nazionalsocialista ma al contrario intendo analizzare lo sviluppo politico-culturale della figura hitleriana attraverso una chiave di lettura sicuramente poco comune ma che a mio avviso è essenziale per comprendere in maniera più approfondita quello che fu il processo decisionale politico e le motivazioni che spinsero il Fuhrer a determinate scelte strategico militari. Ne Il Mattino dei Maghi 2 il francese Louis Pauwels, allievo del maestro esoterico russo Georges Gurdjieff, sembra voler raccontare in modo allusivo proprio quell'aspetto del nazionalsocialismo che gli storici non volevano vedervi: il rapporto di Hitler con la cultura esoterica e l'influenza che questo fattore, marginale per molti storici, ebbe sulle sue dinamiche politico-strategiche. Allo stesso modo lo storico Giorgio Galli nel suo libro ¿Hitler e la cultura occulta3¿ si interroga su questo connubio dato da ideologia nazista e cultura esoterica ponendosi tre domande fondamentali. La prima: il disorientamento della società e della politica tedesca dal 1918 era sufficiente a spiegare l' ascesa così repentina di una personalità stravagante ed inconcludente, quella di Hitler, affermatasi solamente attraverso una semplice attività di propaganda? Con la seconda l'autore approfondisce sulle motivazioni che spinsero il Führer ¿all'assalto del potere mondiale 3 ¿, nonostante in poco tempo le sue decisioni furono in grado di riportare la Germania a un ruolo di primo piano nell'Europa del 1938 ed a superare la crisi politico-economica in cui versava il popolo tedesco (assalto che lo storico Fritz Fischer definì come irrealistico considerati i rapporti di forza e la lezione avuta dopo il primo conflitto mondiale). Perché dunque ¿ qui la terza questione ¿ Hitler si era avventurato, con il Piano Barbarossa, in Oriente quando era già fortemente minacciato sul fronte occidentale dalla Raf inglese? Senza ombra di dubbio la storiografia prevalente garantisce la copertura della quasi totalità delle risposte: la frustrazione della Germania dopo il 1918, la crisi economica del 1929, la capacità di un abile demagogo di portare un partito, quello
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/141692