Pensioni e previdenza complementare sono materie di una regolazione giuridica quanto mai complessa. L'ordinamento del settore consiste di norme che molto spesso sembrano sfuggire a possibilità di sintesi nella forma congeniale alle teorie generali. La regolazione giuridica della materia è poi in continua evoluzione e presenta notevoli caratteri di incertezza. Relativamente recente poi, specialmente se paragonata all'esperienza di altri paesi, è la storia della normativa sulla previdenza complementare nel nostro paese. L'Italia, infatti, sembra essere stata a lungo l'unica, tra i più importanti paesi industrializzati, sprovvista di una normativa specifica sulla previdenza complementare. L'assenza di un sistema diffuso di previdenza complementare nel nostro ordinamento è ascrivibile ad una concomitante serie di fattori complessi che si cercherà di evidenziare. Fra questi, la vocazione omnicomprensiva della previdenza obbligatoria, rappresentata dal sistema pubblico obbligatorio, evolutosi in maniera singolare nel nostro paese e in modo non sempre esente da distorsioni. Interessante, per indagare il ruolo che la previdenza complementare è destinata ad assumere nel modello di sviluppo che sembra delinearsi per il nostro paese, può essere un confronto con l'esperienza di altri sistemi. La previdenza complementare, infatti, sembra avere trovato spazio in quasi tutti i sistemi pensionistici, e più in generale, in tutti i sistemi sociali dell'Europa. Analizzare sistemi sociali diversi appare tuttavia operazione complessa. In ogni stato, infatti la legislazione sociale svolge funzioni diverse e tutela bisogni diversi in relazione alle evoluzioni storiche, politiche ed economiche del paese in questione. Appare operazione complessa soprattutto analizzare le norme dei sistemi pensionistici. Anche per tali difficoltà può essere utile delineare, anche solo brevemente, i modelli ideali che hanno rappresentato un riferimento per la ¿costruzione¿ del Welfare State in Europa: il modello bismarkiano e quello beveridgiano. Senza modelli teorici e idealtipi di riferimento può essere infatti difficile comprendere le connotazioni del vario atteggiarsi dei sistemi di welfare. Al contrario, analizzare le norme dei regimi pensionistici, evidenziando come esse derivino da alternative di modelli che a ben vedere già costituiscono indicazioni determinanti in tema di scelte di politica sociale, può aiutare a far chiarezza anche al fine di indagare qual è il ruolo che la previdenza complementare è chiamata a svolgere nei diversi sistemi.
SISTEMA PENSIONISTICO COMPLEMENTARE E MODELLI DI SVILUPPO
LEVRATTO, MICHELE
2009/2010
Abstract
Pensioni e previdenza complementare sono materie di una regolazione giuridica quanto mai complessa. L'ordinamento del settore consiste di norme che molto spesso sembrano sfuggire a possibilità di sintesi nella forma congeniale alle teorie generali. La regolazione giuridica della materia è poi in continua evoluzione e presenta notevoli caratteri di incertezza. Relativamente recente poi, specialmente se paragonata all'esperienza di altri paesi, è la storia della normativa sulla previdenza complementare nel nostro paese. L'Italia, infatti, sembra essere stata a lungo l'unica, tra i più importanti paesi industrializzati, sprovvista di una normativa specifica sulla previdenza complementare. L'assenza di un sistema diffuso di previdenza complementare nel nostro ordinamento è ascrivibile ad una concomitante serie di fattori complessi che si cercherà di evidenziare. Fra questi, la vocazione omnicomprensiva della previdenza obbligatoria, rappresentata dal sistema pubblico obbligatorio, evolutosi in maniera singolare nel nostro paese e in modo non sempre esente da distorsioni. Interessante, per indagare il ruolo che la previdenza complementare è destinata ad assumere nel modello di sviluppo che sembra delinearsi per il nostro paese, può essere un confronto con l'esperienza di altri sistemi. La previdenza complementare, infatti, sembra avere trovato spazio in quasi tutti i sistemi pensionistici, e più in generale, in tutti i sistemi sociali dell'Europa. Analizzare sistemi sociali diversi appare tuttavia operazione complessa. In ogni stato, infatti la legislazione sociale svolge funzioni diverse e tutela bisogni diversi in relazione alle evoluzioni storiche, politiche ed economiche del paese in questione. Appare operazione complessa soprattutto analizzare le norme dei sistemi pensionistici. Anche per tali difficoltà può essere utile delineare, anche solo brevemente, i modelli ideali che hanno rappresentato un riferimento per la ¿costruzione¿ del Welfare State in Europa: il modello bismarkiano e quello beveridgiano. Senza modelli teorici e idealtipi di riferimento può essere infatti difficile comprendere le connotazioni del vario atteggiarsi dei sistemi di welfare. Al contrario, analizzare le norme dei regimi pensionistici, evidenziando come esse derivino da alternative di modelli che a ben vedere già costituiscono indicazioni determinanti in tema di scelte di politica sociale, può aiutare a far chiarezza anche al fine di indagare qual è il ruolo che la previdenza complementare è chiamata a svolgere nei diversi sistemi.File | Dimensione | Formato | |
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