The work focuses on the New Silk Road project, outlined by the President of the People's Republic of China in 2013. The research question that inspired the work concerns the extent to which this infrastructural project, commonly referred to as the Belt and Road Initiative, can be interpreted as a new declension of the strategy of reform and opening-up of the country. A strategy of this kind was pursued by the Chinese leadership since 1978. The latter was a pivotal year in Chinese history as the country embraced for the first time some of the neoliberal principles and policies that were, in the same years, starting to take hold in the international economic environment. In 1978 thus started the so-called China's first round of reform and opening-up based on the country's transition from a central-planned toward a market-oriented economy. This period was featured with a set of neoliberal policies aimed at the gradual integration of the national economic system in the global market. Most of these policies were based on promoting foreign capital inflow to be allocated to specific areas on the Chinese territory, which were designed to tow the national economy. These policies, although effective in promoting economic growth, led to increasing regional disparities. Such a disparity might prevent, in the long run, China's full opening-up. The latter is a necessary condition for the country to achieve the leading role in the international order at which it aspires. The reasoning of this work is that one of the main aims of the Belt and Road Initiative is the convergence, in terms of economic growth and integration in the global economy, between the underdeveloped inland and the more advanced coastal regions. In aiming at convergence, the Initiative not only fits into the strategy of openness pursued by the Chinese government since 1978, but also marks the start of a brand- new round of reform and opening-up, entailing specific features that significantly distinguish it from the first round, started in 1978. In conclusion, what is argued in the work is that China's full opening-up, made possible by the Belt and Road Initiative, would be the starting point for China to achieve a status of global leading power. Overall, in President Xi's view the Belt and Road Initiative will allow a shift in China's role, making it able to move from ¿free-riding¿ of the US-led neoliberal order to ¿providing public goods¿, namely assuming the status of an actor capable to supply worldwide benefits, such as the tighter integration of the Eurasian market.
Il lavoro si concentra sul progetto infrastrutturale di ricostruzione della Via della Seta, delineato dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese nel 2013. Il quesito di ricerca al quale ci si propone di rispondere riguarda in quale misura tale progetto infrastrutturale, comunemente indicato con il nome di ¿Belt and Road Initiative¿, possa essere interpretato come una nuova declinazione della strategia di riforma e apertura del paese verso il mondo esterno, perseguita dai massimi esponenti del governo cinese fin dal 1978. Questo fu l'anno in cui, infatti, il paese abbracciò per la prima volta alcuni dei principi e delle politiche neoliberiste che cominciavano a delinearsi nell'ambiente economico internazionale. A partire dal 1978, quindi, cominciò in Cina quello che sarebbe stato definito a posteriori come un periodo di riforma e apertura del paese al mondo esterno e alle dinamiche del mercato internazionale. Questo periodo fu caratterizzato da una serie di politiche volte alla graduale integrazione dell'economia nazionale nel mercato mondiale, focalizzate soprattutto sull'attrazione di capitale dall'estero tramite investimenti diretti esteri, da destinarsi ad alcune zone specifiche sul territorio cinese che avrebbero poi avuto il compito di favorire la crescita economica nazionale. Questo tipo di politiche, sebbene efficaci nel promuovere la crescita economica, portarono ad una serie di distorsioni nella distribuzione territoriale della ricchezza. Tali distorsioni precluderebbero, nel lungo periodo, la piena apertura e integrazione nel sistema internazionale necessaria al paese, che auspica oggi ad un ruolo guida nell'ordine internazionale. La tesi sostenuta in questo lavoro è che il progetto di ricostruzione della Via della Seta abbia come obbiettivo la convergenza, in termini di benessere economico e di integrazione nell'economia globale, delle regioni interne sottosviluppate, con quelle costiere economicamente più avanzate. In questo senso, ciò che si intende dimostrare è come l'iniziativa non solo rientri a pieno titolo nella strategia di riforma e apertura perseguita dal governo cinese fin al 1978, ma segni altresì l'avvio di un nuovo periodo di riforme, con caratteristiche peculiari e diverse da quelle che caratterizzarono il primo periodo. In conclusione, il lavoro sostiene come la piena apertura che l'implementazione di un tale progetto infrastrutturale garantirebbe al paese, sarebbe il punto di partenza per garantire alla Cina un ruolo di guida nell'ordine internazionale. Inserita in una visione sistemica, la strategia di azione globale promossa dalla Belt and Road Initiative permetterebbe alla Cina di raggiungere una migliore collocazione nella catena globale di produzione e, conseguentemente, di assurgere al ruolo di attore globale, capace di promuovere nuove dinamiche relazionali e una più stretta collaborazione tra gli attori del sistema internazionale, ad esempio attraverso l'integrazione del mercato Eurasiatico. Il paese auspicherebbe, tramite l'implementazione di tale progetto, a configurarsi non più come partecipante attivo dell'ordine internazionale neoliberale promosso e guidato dagli Stati Uniti, ma promotore a sua volta di un nuovo ordine globale.
The Belt and Road Initiative as China's second round of reform and opening-up
FROSINA, SILVIA
2017/2018
Abstract
Il lavoro si concentra sul progetto infrastrutturale di ricostruzione della Via della Seta, delineato dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese nel 2013. Il quesito di ricerca al quale ci si propone di rispondere riguarda in quale misura tale progetto infrastrutturale, comunemente indicato con il nome di ¿Belt and Road Initiative¿, possa essere interpretato come una nuova declinazione della strategia di riforma e apertura del paese verso il mondo esterno, perseguita dai massimi esponenti del governo cinese fin dal 1978. Questo fu l'anno in cui, infatti, il paese abbracciò per la prima volta alcuni dei principi e delle politiche neoliberiste che cominciavano a delinearsi nell'ambiente economico internazionale. A partire dal 1978, quindi, cominciò in Cina quello che sarebbe stato definito a posteriori come un periodo di riforma e apertura del paese al mondo esterno e alle dinamiche del mercato internazionale. Questo periodo fu caratterizzato da una serie di politiche volte alla graduale integrazione dell'economia nazionale nel mercato mondiale, focalizzate soprattutto sull'attrazione di capitale dall'estero tramite investimenti diretti esteri, da destinarsi ad alcune zone specifiche sul territorio cinese che avrebbero poi avuto il compito di favorire la crescita economica nazionale. Questo tipo di politiche, sebbene efficaci nel promuovere la crescita economica, portarono ad una serie di distorsioni nella distribuzione territoriale della ricchezza. Tali distorsioni precluderebbero, nel lungo periodo, la piena apertura e integrazione nel sistema internazionale necessaria al paese, che auspica oggi ad un ruolo guida nell'ordine internazionale. La tesi sostenuta in questo lavoro è che il progetto di ricostruzione della Via della Seta abbia come obbiettivo la convergenza, in termini di benessere economico e di integrazione nell'economia globale, delle regioni interne sottosviluppate, con quelle costiere economicamente più avanzate. In questo senso, ciò che si intende dimostrare è come l'iniziativa non solo rientri a pieno titolo nella strategia di riforma e apertura perseguita dal governo cinese fin al 1978, ma segni altresì l'avvio di un nuovo periodo di riforme, con caratteristiche peculiari e diverse da quelle che caratterizzarono il primo periodo. In conclusione, il lavoro sostiene come la piena apertura che l'implementazione di un tale progetto infrastrutturale garantirebbe al paese, sarebbe il punto di partenza per garantire alla Cina un ruolo di guida nell'ordine internazionale. Inserita in una visione sistemica, la strategia di azione globale promossa dalla Belt and Road Initiative permetterebbe alla Cina di raggiungere una migliore collocazione nella catena globale di produzione e, conseguentemente, di assurgere al ruolo di attore globale, capace di promuovere nuove dinamiche relazionali e una più stretta collaborazione tra gli attori del sistema internazionale, ad esempio attraverso l'integrazione del mercato Eurasiatico. Il paese auspicherebbe, tramite l'implementazione di tale progetto, a configurarsi non più come partecipante attivo dell'ordine internazionale neoliberale promosso e guidato dagli Stati Uniti, ma promotore a sua volta di un nuovo ordine globale.File | Dimensione | Formato | |
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