La presente relazione ha lo scopo principale di analizzare e sviscerare gli elementi introdotti e disciplinati dalla nuova legge 21 Luglio 2016, n.145: <Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.> Alla base di questa analisi vi è lo studio approfondito del testo della sopracitata legge e della situazione normativa che l'ha preceduta, con riferimento all'organizzazione passata e all'influenza che lo scenario internazionale ha sulla pianificazione e disposizione dell'impiego all'estero. Particolare attenzione è stata posta sullo studio del materiale in possesso alla forza armata Esercito in merito questi argomenti. Nel primo capitolo della relazione intendo trattare la precedente disciplina inerente l'utilizzo dello strumento militare all'estero con particolare riferimento al ¿Rapporto collettivo - Le missioni internazionali¿ redatto nel 2010 a cura di: Istituto per gli Studi Politici Internazionali (ISPI), Istituto Affari Internazionali (IAI), Centro Studi Internazionali (CeSI) e Centro Studi Politica Internazionale (CeSPI) e alle Risoluzioni ONU che ne derivano. Saranno presi in considerazione in particolare i casi del Mali e del Kosovo. Nel secondo capitolo il testo della legge è analizzato spaziando tra i diversi articoli e commi con particolare riferimento agli aspetti giuridico-amministrativi legiferati. Questa nuova legge è il risultato di un lavoro congiunto ideato e maturato durante ben quattro legislature, derivato dall'importanza di integrarsi allo scenario internazionale nelle missioni di peace-keeping e peace-enforcing. L' impulso generatore può essere considerato la prima guerra del Golfo (1990-1991) che ha visto operare, sotto la direzione di una risoluzione Onu, una coalizione di 34 nazioni, tra cui l'Italia. Il risultato ovvio è stata quindi la necessità di innovazione normativa che amministrasse in ambito tecnico-giuridico l'impiego dello strumento militare fuori area e si sganciasse dalle logiche rigide del bipolarismo degli anni settanta. ¿Una legge storica¿ così definita dal relatore Andrea Manciulli durante la discussione in Aula del testo. Prima non esisteva nell'ordinamento una cornice legislativa di tale calibro che raggruppasse tutti gli aspetti che fino ad ora erano gestiti singolarmente e rallentavano i processi di coordinamento operativo e normativo. Spiegare la necessità di snellire le procedure e creare norme capaci di offrire punti solidi di riferimento sia sul piano del rispetto del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento, sia su quello dei delicati profili di natura giuridica ed economica che riguardano il personale militare e civile coinvolto. Infine nel terzo ed ultimo capitolo trarrò le somme del mio studio cercando di focalizzare la mia attenzione sugli aspetti cardine fondamentali introdotti che potranno essere di cruciale utilità nell' impiego futuro delle nostre forze armate all'estero. Sottolineerò gli elementi positivi di valore e se ne saranno individuati anche i particolari che si potrebbero migliorare per ulteriori passi avanti nella materia, dando un personale giudizio sul tema affrontato.

Gli aspetti Tecnico-Giuridici dell'impiego dello strumento militare nelle missioni internazionali (Fuori area)

LEGROTTAGLIE, ANGELANTONIO
2016/2017

Abstract

La presente relazione ha lo scopo principale di analizzare e sviscerare gli elementi introdotti e disciplinati dalla nuova legge 21 Luglio 2016, n.145: Alla base di questa analisi vi è lo studio approfondito del testo della sopracitata legge e della situazione normativa che l'ha preceduta, con riferimento all'organizzazione passata e all'influenza che lo scenario internazionale ha sulla pianificazione e disposizione dell'impiego all'estero. Particolare attenzione è stata posta sullo studio del materiale in possesso alla forza armata Esercito in merito questi argomenti. Nel primo capitolo della relazione intendo trattare la precedente disciplina inerente l'utilizzo dello strumento militare all'estero con particolare riferimento al ¿Rapporto collettivo - Le missioni internazionali¿ redatto nel 2010 a cura di: Istituto per gli Studi Politici Internazionali (ISPI), Istituto Affari Internazionali (IAI), Centro Studi Internazionali (CeSI) e Centro Studi Politica Internazionale (CeSPI) e alle Risoluzioni ONU che ne derivano. Saranno presi in considerazione in particolare i casi del Mali e del Kosovo. Nel secondo capitolo il testo della legge è analizzato spaziando tra i diversi articoli e commi con particolare riferimento agli aspetti giuridico-amministrativi legiferati. Questa nuova legge è il risultato di un lavoro congiunto ideato e maturato durante ben quattro legislature, derivato dall'importanza di integrarsi allo scenario internazionale nelle missioni di peace-keeping e peace-enforcing. L' impulso generatore può essere considerato la prima guerra del Golfo (1990-1991) che ha visto operare, sotto la direzione di una risoluzione Onu, una coalizione di 34 nazioni, tra cui l'Italia. Il risultato ovvio è stata quindi la necessità di innovazione normativa che amministrasse in ambito tecnico-giuridico l'impiego dello strumento militare fuori area e si sganciasse dalle logiche rigide del bipolarismo degli anni settanta. ¿Una legge storica¿ così definita dal relatore Andrea Manciulli durante la discussione in Aula del testo. Prima non esisteva nell'ordinamento una cornice legislativa di tale calibro che raggruppasse tutti gli aspetti che fino ad ora erano gestiti singolarmente e rallentavano i processi di coordinamento operativo e normativo. Spiegare la necessità di snellire le procedure e creare norme capaci di offrire punti solidi di riferimento sia sul piano del rispetto del rapporto fiduciario tra Governo e Parlamento, sia su quello dei delicati profili di natura giuridica ed economica che riguardano il personale militare e civile coinvolto. Infine nel terzo ed ultimo capitolo trarrò le somme del mio studio cercando di focalizzare la mia attenzione sugli aspetti cardine fondamentali introdotti che potranno essere di cruciale utilità nell' impiego futuro delle nostre forze armate all'estero. Sottolineerò gli elementi positivi di valore e se ne saranno individuati anche i particolari che si potrebbero migliorare per ulteriori passi avanti nella materia, dando un personale giudizio sul tema affrontato.
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