La celiachia è un'enteropatia autoimmune scatenata dall'ingestione di glutine ed è caratterizzata da atrofia dei villi intestinali. Il morbo celiaco è causato da fattori genetici ed esogeni. La predisposizione genetica è la conditio sine qua non della malattia. I soggetti predisposti geneticamente presentano un genotipo HLA definito: solo il 2-4% dei portatori del genotipo ¿malato¿ sviluppa celiachia attiva. Perciò il fattore genetico è necessario ma non sufficiente per lo sviluppo della celiachia, ed è stata ipotizzata l'esistenza di fattori esogeni aggiuntivi che portano allo sviluppo del morbo celiaco attivo. Questa tesi si propone di analizzare il ruolo del microbiota intestinale e delle infezioni virali nello sviluppo della celiachia, come possibili fattori esogeni capaci di promuovere la risposta immunitaria adattativa al glutine. Nel lavoro di Caminero et al., si utilizzano modelli murini per determinare il ruolo dei diversi ceppi batterici presenti nella flora intestinale nella modulazione del rischio di celiachia. I risultati hanno evidenziato il batterio commensale Lactobacillus come agente protettivo e il patogeno Pseudomonas aeruginosa come fattore di rischio per lo sviluppo di celiachia. Nello studio epidemiologico di Kemppainen et al., si evidenza la forte associazione tra infezioni virali gastrointestinali e celiachia e si individuano fattori ambientali che modificano questa associazione. In particolare, la stagione di nascita, il genotipo HLA, l'età di introduzione al glutine e lo status di vaccinazione per Rotavirus sono fattori che modificano il rischio di sviluppare celiachia in seguito ad un'infezione gastrointestinale. Nello studio sperimentale di Bouziat et al., si sono sviluppati modelli murini per studiare i meccanismi con cui l'infezione da Reovirus possa favorire lo sviluppo di celiachia. Si è osservato che l'infezione da Reovirus umano, un virus ritenuto innocuo per l'uomo, determina alterazioni nell'omeostasi immunitaria intestinale che portano all'instaurarsi di immunità adattativa per il glutine. In particolare, l'infezione da Reovirus induce immunità di tipo Th1 tramite l'attivazione delle cellule dendritiche e dei linfociti T CD4+ che maturano in T helper1, e determina perdita della tolleranza periferica tramite il blocco della conversione dei linfociti T in T regolatori. Inoltre, l'infezione da Reovirus provoca l'attivazione dell'enzima transglutaminasi-2 che produce peptidi immunogenici a partire dal glutine. Lo studio dei meccanismi con cui microbiota e virus aumentano il rischio di celiachia è necessario per aumentare la comprensione dell'immunopatogenesi della malattia e per sviluppare nuovi approcci profilattici e terapeutici.

Ruolo dei microrganismi nell'immunopatogenesi della celiachia

ARDUINO, IRENE
2016/2017

Abstract

La celiachia è un'enteropatia autoimmune scatenata dall'ingestione di glutine ed è caratterizzata da atrofia dei villi intestinali. Il morbo celiaco è causato da fattori genetici ed esogeni. La predisposizione genetica è la conditio sine qua non della malattia. I soggetti predisposti geneticamente presentano un genotipo HLA definito: solo il 2-4% dei portatori del genotipo ¿malato¿ sviluppa celiachia attiva. Perciò il fattore genetico è necessario ma non sufficiente per lo sviluppo della celiachia, ed è stata ipotizzata l'esistenza di fattori esogeni aggiuntivi che portano allo sviluppo del morbo celiaco attivo. Questa tesi si propone di analizzare il ruolo del microbiota intestinale e delle infezioni virali nello sviluppo della celiachia, come possibili fattori esogeni capaci di promuovere la risposta immunitaria adattativa al glutine. Nel lavoro di Caminero et al., si utilizzano modelli murini per determinare il ruolo dei diversi ceppi batterici presenti nella flora intestinale nella modulazione del rischio di celiachia. I risultati hanno evidenziato il batterio commensale Lactobacillus come agente protettivo e il patogeno Pseudomonas aeruginosa come fattore di rischio per lo sviluppo di celiachia. Nello studio epidemiologico di Kemppainen et al., si evidenza la forte associazione tra infezioni virali gastrointestinali e celiachia e si individuano fattori ambientali che modificano questa associazione. In particolare, la stagione di nascita, il genotipo HLA, l'età di introduzione al glutine e lo status di vaccinazione per Rotavirus sono fattori che modificano il rischio di sviluppare celiachia in seguito ad un'infezione gastrointestinale. Nello studio sperimentale di Bouziat et al., si sono sviluppati modelli murini per studiare i meccanismi con cui l'infezione da Reovirus possa favorire lo sviluppo di celiachia. Si è osservato che l'infezione da Reovirus umano, un virus ritenuto innocuo per l'uomo, determina alterazioni nell'omeostasi immunitaria intestinale che portano all'instaurarsi di immunità adattativa per il glutine. In particolare, l'infezione da Reovirus induce immunità di tipo Th1 tramite l'attivazione delle cellule dendritiche e dei linfociti T CD4+ che maturano in T helper1, e determina perdita della tolleranza periferica tramite il blocco della conversione dei linfociti T in T regolatori. Inoltre, l'infezione da Reovirus provoca l'attivazione dell'enzima transglutaminasi-2 che produce peptidi immunogenici a partire dal glutine. Lo studio dei meccanismi con cui microbiota e virus aumentano il rischio di celiachia è necessario per aumentare la comprensione dell'immunopatogenesi della malattia e per sviluppare nuovi approcci profilattici e terapeutici.
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