Urinary tract infections are very common, especially in adult women, where there is a predominance of 50 times that of men. The main etiologic agent is Escherichia coli, a common enterobacteria, Gram-negative which normally behaves like a commensal microorganism, but has pathogen-opportunistic characteristics. Traditional therapy for this kind of infection consists in the administration of antibiotics, which, however, cause the onset of bacterial resistance, so it is interesting to evaluate non-antibiotic treatments. During my internship, I was able to discover the high amount of commercially available cystic care products in the most varied pharmaceutical formulations, often formulated with cranberry and other plant drugs for drainage-diuretic action to urination resulting in the removal of bacteria in the urine and in synergy with probiotic products to enhance the immune defenses of the individual microbial. So I wrote a questionnaire that I then gave to women aged 20-70 years to evaluate the spread of the cystitis, the treatments to which it is most widely used and to which professional figure it addresses in case of such frequent infections . From the results confirmed the spread of this disease and having found that cranberry was by far the most present component I chose to deepen the available literature and studies that support the effectiveness of this plant drug. Cranberry (Vaccinium macrocarpon Ait) is a popular remedy widely used for the management of these pathologies, and numerous scientific studies conducted on predominantly female populations and uncomplicated acute cystitis in progress have evaluated their effectiveness in case of urinary infections, pointing out that: the intake of juice is useful in counteracting the onset of recurrences; by in vitro and in vitro testing reduces biofilm production, among the most significant bacterial resistance mechanisms; in formulations in association with D-mannose reports efficacy comparable to that of antibiotics with regard to the rapid resolution of the major symptoms; acts by preventing the spread of infection by means of an inhibition mechanism of the adhesion capacity of uropathogen type 1 and P-fimbriated (eg E. coli) to uroepithelial walls; it also appeared effective on different strains of E. coli (Proteus mirabilis), acting on the adhesion mechanisms and the motility of the bacteria. From these data, red cranberry products, titrated in proanthocyanidins, are most effective in the management of uncomplicated urinary infections; they are also safe because no case of adverse events or intolerability has been reported, except for some serious, serious interactions with Warfarin, a coumarin anticoagulant drug, suggesting that special care be given to subjects under treatment with this medication.

Le infezioni al tratto urinario sono molto comuni, soprattutto nelle donne adulte, dove c'è una predominanza di 50 volte rispetto agli uomini. Il principale agente eziologico è rappresentato dall' Escherichia coli, un comune enterobatterio, Gram-negativo che normalmente si comporta come un microrganismo commensale, tuttavia presenta caratteristiche da patogeno-opportunista. La terapia tradizionale per questo tipo di infezioni consiste nella somministrazione di antibiotici, i quali però causano l'insorgenza di resistenza batterica, per questo motivo è interessante la valutazione di trattamenti non antibiotici. Nel corso del mio tirocinio ho avuto modo di rilevare l'elevata quantità di prodotti disponibili in commercio per la cura della cistite, nelle più svariate forme farmaceutiche, spesso formulati con cranberry e altre droghe vegetali destinate ad un'azione drenante-diuretica per favorire la minzione con conseguente allontanamento dei batteri nelle urine e in sinergia con prodotti probiotici atti a rafforzare le difese immunitarie del microbioma dell'individuo. Ho quindi redatto un questionario che ho poi somministrato alle donne di età compresa tra i 20 e i 70 anni per valutare la diffusione della cistite, i trattamenti ai quali si fa ricorso più diffusamente e a quale figura professionale ci si rivolge in caso di queste infezioni così frequenti. Dai risultati è stata confermata la diffusione di tale patologia e avendo riscontrato che il cranberry era di gran lunga il componente più presente ho scelto di approfondire la letteratura disponibile e gli studi che avvalorano l'efficacia di questa droga vegetale. Il cranberry (Vaccinium macrocarpon Ait) è un rimedio popolare largamente utilizzato per la gestione di tali patologie, e numerosi studi scientifici condotti su campioni di popolazione prevalentemente femminili e con cistite acuta non complicata in corso, ne hanno valutato l'effettiva utilità in caso di infezioni urinarie, evidenziando che: l'assunzione sotto forma di succo risulta utile nel contrastare l'insorgenza di recidive; da test sia in vivo che in vitro riduce la produzione di biofilm, tra i più significativi meccanismi di resistenza batterica; in formulazioni in associazione con D-mannosio riporta un'efficacia paragonabile a quella degli antibiotici per quanto riguarda la rapidità di risoluzione dei principali sintomi; agisce impedendo la diffusione dell'infezione attraverso un meccanismo di inibizione della capacità di adesione degli uropatogeni tipo 1 e P-fimbriati (ad es. E. coli) alle pareti uroepiteliali; inoltre è risultato efficace anche su ceppi differenti dall'E. coli (Proteus mirabilis), agendo sui meccanismi di adesione e sulla motilità dei batteri. Da questi dati i prodotti a base di mirtillo rosso, a titolazione nota in proantocianidine, risultano per lo più efficaci nella gestione di infezioni urinarie non complicate; inoltre si dimostrano sicuri in quanto non sono stati riportati casi di eventi avversi o intollerabilità, eccezion fatta alcune interazioni, anche gravi, con Warfarin, farmaco anticoagulante cumarinico, suggerendo dunque particolare attenzione da prestare ai soggetti in cura con questo medicinale.

Il cranberry (Vaccinium macrocarpon Ait) nel trattamento delle infezioni del tratto urinario

FAVRO, FRANCESCA
2016/2017

Abstract

Le infezioni al tratto urinario sono molto comuni, soprattutto nelle donne adulte, dove c'è una predominanza di 50 volte rispetto agli uomini. Il principale agente eziologico è rappresentato dall' Escherichia coli, un comune enterobatterio, Gram-negativo che normalmente si comporta come un microrganismo commensale, tuttavia presenta caratteristiche da patogeno-opportunista. La terapia tradizionale per questo tipo di infezioni consiste nella somministrazione di antibiotici, i quali però causano l'insorgenza di resistenza batterica, per questo motivo è interessante la valutazione di trattamenti non antibiotici. Nel corso del mio tirocinio ho avuto modo di rilevare l'elevata quantità di prodotti disponibili in commercio per la cura della cistite, nelle più svariate forme farmaceutiche, spesso formulati con cranberry e altre droghe vegetali destinate ad un'azione drenante-diuretica per favorire la minzione con conseguente allontanamento dei batteri nelle urine e in sinergia con prodotti probiotici atti a rafforzare le difese immunitarie del microbioma dell'individuo. Ho quindi redatto un questionario che ho poi somministrato alle donne di età compresa tra i 20 e i 70 anni per valutare la diffusione della cistite, i trattamenti ai quali si fa ricorso più diffusamente e a quale figura professionale ci si rivolge in caso di queste infezioni così frequenti. Dai risultati è stata confermata la diffusione di tale patologia e avendo riscontrato che il cranberry era di gran lunga il componente più presente ho scelto di approfondire la letteratura disponibile e gli studi che avvalorano l'efficacia di questa droga vegetale. Il cranberry (Vaccinium macrocarpon Ait) è un rimedio popolare largamente utilizzato per la gestione di tali patologie, e numerosi studi scientifici condotti su campioni di popolazione prevalentemente femminili e con cistite acuta non complicata in corso, ne hanno valutato l'effettiva utilità in caso di infezioni urinarie, evidenziando che: l'assunzione sotto forma di succo risulta utile nel contrastare l'insorgenza di recidive; da test sia in vivo che in vitro riduce la produzione di biofilm, tra i più significativi meccanismi di resistenza batterica; in formulazioni in associazione con D-mannosio riporta un'efficacia paragonabile a quella degli antibiotici per quanto riguarda la rapidità di risoluzione dei principali sintomi; agisce impedendo la diffusione dell'infezione attraverso un meccanismo di inibizione della capacità di adesione degli uropatogeni tipo 1 e P-fimbriati (ad es. E. coli) alle pareti uroepiteliali; inoltre è risultato efficace anche su ceppi differenti dall'E. coli (Proteus mirabilis), agendo sui meccanismi di adesione e sulla motilità dei batteri. Da questi dati i prodotti a base di mirtillo rosso, a titolazione nota in proantocianidine, risultano per lo più efficaci nella gestione di infezioni urinarie non complicate; inoltre si dimostrano sicuri in quanto non sono stati riportati casi di eventi avversi o intollerabilità, eccezion fatta alcune interazioni, anche gravi, con Warfarin, farmaco anticoagulante cumarinico, suggerendo dunque particolare attenzione da prestare ai soggetti in cura con questo medicinale.
ITA
Urinary tract infections are very common, especially in adult women, where there is a predominance of 50 times that of men. The main etiologic agent is Escherichia coli, a common enterobacteria, Gram-negative which normally behaves like a commensal microorganism, but has pathogen-opportunistic characteristics. Traditional therapy for this kind of infection consists in the administration of antibiotics, which, however, cause the onset of bacterial resistance, so it is interesting to evaluate non-antibiotic treatments. During my internship, I was able to discover the high amount of commercially available cystic care products in the most varied pharmaceutical formulations, often formulated with cranberry and other plant drugs for drainage-diuretic action to urination resulting in the removal of bacteria in the urine and in synergy with probiotic products to enhance the immune defenses of the individual microbial. So I wrote a questionnaire that I then gave to women aged 20-70 years to evaluate the spread of the cystitis, the treatments to which it is most widely used and to which professional figure it addresses in case of such frequent infections . From the results confirmed the spread of this disease and having found that cranberry was by far the most present component I chose to deepen the available literature and studies that support the effectiveness of this plant drug. Cranberry (Vaccinium macrocarpon Ait) is a popular remedy widely used for the management of these pathologies, and numerous scientific studies conducted on predominantly female populations and uncomplicated acute cystitis in progress have evaluated their effectiveness in case of urinary infections, pointing out that: the intake of juice is useful in counteracting the onset of recurrences; by in vitro and in vitro testing reduces biofilm production, among the most significant bacterial resistance mechanisms; in formulations in association with D-mannose reports efficacy comparable to that of antibiotics with regard to the rapid resolution of the major symptoms; acts by preventing the spread of infection by means of an inhibition mechanism of the adhesion capacity of uropathogen type 1 and P-fimbriated (eg E. coli) to uroepithelial walls; it also appeared effective on different strains of E. coli (Proteus mirabilis), acting on the adhesion mechanisms and the motility of the bacteria. From these data, red cranberry products, titrated in proanthocyanidins, are most effective in the management of uncomplicated urinary infections; they are also safe because no case of adverse events or intolerability has been reported, except for some serious, serious interactions with Warfarin, a coumarin anticoagulant drug, suggesting that special care be given to subjects under treatment with this medication.
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