The research aims to present an overview of the history and production of the firm Musy Padre e Figli, reconstructed through to the documents deposited at the Archivio di Stato di Torino in 2011. Thanks to them it is possible to reconstruct historical, economic and social framework of Turin and Italy in which the family lived and worked. Watchmakers of the House of Carignano since the eighties of the eighteenth century, from the beginning of their activity, the Musy family lived in close contact with the court, arriving, between the 1840s and 1850s, to become House of Savoy's official jewelers. From this position, the Musy indirectly took part in the ceremonies of the monarchy, establishing privileged relations with the first queen of Italy, Margherita, commissioner of many of the jewels made for the royal family. They also took part in important events, such as the Esposizione Generale Italiana (1884) and the Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna (1902); in the last twenty years of the nineteenth century Musy Padre e figli had the opportunity to expand its market and its customers, leaving the Piedmontese borders to open up to the national context, in which it maintained a privileged role until the middle of the twentieth century. In reconstructing the political, economic and cultural context in which Musy operated, it was possible to understand the peculiarities of its production from the mid-nineteenth century to the beginning of the twentieth century. Particular attention has been paid to the designs of the artifacts, assessed within the Musy's activity and compared with the artifacts of other Italian and European companies, such as Mellerio and Cartier, who have exercised a strong influence on Musy Padre e figli. The comparison showed the Musy's adherence to the most important artistic developments of the time, first of all the Liberty, whose requests were accepted and reworked in the light of a traditional aesthetic, linked to a client coming mainly from the upper classes. Thanks to the privileged relationship established with the Hose of Savoy, the research also offers an overview of the public image implemented by the Savoy court after the unification of Italy. Queens Margherita and Elena, who was delegated the task of building the public image of the monarchy, have been studied through the commissions of specific jewels, the diadems in particular, whose history has been reconstructed through the Inventari delle Gioie della Corona and the drawings preserved among the graphic material. The study of Savoy's court public image revealed how the process of national unification was not limited to a political-territorial issue, but directly involved the most prominent personalities of the era, intellectuals, politicians and, of course, the exponents of the royal family, shifting the problem of national unity from the geographical to the social level. Studying a field of research still little investigated, it is possible to add an additional card to the complex and varied Savoy studies, within which this research intends to place, which sought to understand how the jewels, detectors of precise choices of image, have participated in the realization of an ambitious project such as the cultural unification of the Italian population in the post-Risorgimento age.
La ricerca intende presentare una panoramica della storia e della produzione della ditta Musy Padre e Figli, ricostruite grazie ai documenti depositati presso l'Archivio di Stato di Torino nel 2011. Grazie ad essi è stato possibile collocare l'azienda nel più ampio quadro storico, economico e sociale di Torino e dell'Italia. Orologiai dei principi di Carignano dagli anni Ottanta del Settecento, i Musy vissero a stretto contatto con gli ambienti della corte sin dall'inizio della loro attività, arrivando, tra gli anni Quaranta e Cinquanta dell'Ottocento, a diventare gioiellieri ufficiali della Real Casa. Da tale posizione, la ditta prese indirettamente parte alle cerimonie della monarchia, instaurando rapporti privilegiati con la prima regina d'Italia, Margherita, committente di molti dei gioielli realizzati per la famiglia reale. Partecipò inoltre ad importanti eventi, quali l'Esposizione Generale Italiana del 1884 e l'Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna del 1902; nell'ultimo ventennio dell'Ottocento inoltre la ditta ebbe modo di espandere il proprio mercato e la propria clientela, uscendo dai confini piemontesi per aprirsi al contesto nazionale, nell'ambito del quale mantenne un ruolo privilegiato fino alla metà del XX secolo. Nel ricostruire il contesto politico, economico e culturale in cui la ditta ha operato, è stato possibile comprendere le peculiarità della sua produzione dalla metà dell'Ottocento agli inizi del Novecento. Per fare ciò, particolare attenzione è stata rivolta ai disegni dei manufatti, di volta in volta valutati all'interno dell'attività dell'azienda e confrontati con i manufatti di altre aziende italiane ed europee, quali Mellerio e Cartier, che hanno esercitato una forte influenza sulla casa torinese. Il confronto ha dimostrato l'aderenza di Musy Padre e figli ai fermenti artistici più importanti dell'epoca, il Liberty innanzitutto, le cui istanze furono accolte e rielaborate alla luce di un'estetica tradizionale, legata a una committenza proveniente perlopiù dalle classi elevate. In virtù del rapporto privilegiato instaurato con la Real Casa, la ricerca offre inoltre una panoramica delle politiche di immagine attuate dalla corte sabauda dopo l'Unità d'Italia. Margherita ed Elena di Savoia, cui fu delegato il compito di costruire l'immagine pubblica della monarchia, sono state oggetto di studio attraverso le committenze di specifici gioielli, e in particolare dei diademi, la cui storia è stata ricostruita attraverso gli inventari delle Gioie in Dotazione alla Corona e i disegni conservati tra il materiale grafico. Lo studio delle politiche di immagine della corte sabauda ha rivelato come il processo di unificazione nazionale non si sia limitato a una questione politico-territoriale, ma abbia coinvolto direttamente i personaggi più in vista dell'epoca, intellettuali, politici oltre, ovviamente, gli esponenti della famiglia reale, traslando il problema dell'unità nazionale dal piano geografico a quello sociale. Studiando un ambito di ricerca ancora poco indagato, è stato quindi possibile aggiungere un'ulteriore tessera al complesso e variegato mosaico degli studi sabaudi, nell'ambito dei quali intende collocarsi questo lavoro, che ha cercato di comprendere come i gioielli, rivelatori di precise scelte di immagine, abbiano partecipato alla realizzazione di un ambizioso progetto quale l'unificazione culturale della popolazione italiana in età post-risorgimentale.
L'archivio della ditta Musy Padre e figli di Torino. I diademi realizzati per le regine d'Italia (1883-1904)
RUBINO, PIETRO
2017/2018
Abstract
La ricerca intende presentare una panoramica della storia e della produzione della ditta Musy Padre e Figli, ricostruite grazie ai documenti depositati presso l'Archivio di Stato di Torino nel 2011. Grazie ad essi è stato possibile collocare l'azienda nel più ampio quadro storico, economico e sociale di Torino e dell'Italia. Orologiai dei principi di Carignano dagli anni Ottanta del Settecento, i Musy vissero a stretto contatto con gli ambienti della corte sin dall'inizio della loro attività, arrivando, tra gli anni Quaranta e Cinquanta dell'Ottocento, a diventare gioiellieri ufficiali della Real Casa. Da tale posizione, la ditta prese indirettamente parte alle cerimonie della monarchia, instaurando rapporti privilegiati con la prima regina d'Italia, Margherita, committente di molti dei gioielli realizzati per la famiglia reale. Partecipò inoltre ad importanti eventi, quali l'Esposizione Generale Italiana del 1884 e l'Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna del 1902; nell'ultimo ventennio dell'Ottocento inoltre la ditta ebbe modo di espandere il proprio mercato e la propria clientela, uscendo dai confini piemontesi per aprirsi al contesto nazionale, nell'ambito del quale mantenne un ruolo privilegiato fino alla metà del XX secolo. Nel ricostruire il contesto politico, economico e culturale in cui la ditta ha operato, è stato possibile comprendere le peculiarità della sua produzione dalla metà dell'Ottocento agli inizi del Novecento. Per fare ciò, particolare attenzione è stata rivolta ai disegni dei manufatti, di volta in volta valutati all'interno dell'attività dell'azienda e confrontati con i manufatti di altre aziende italiane ed europee, quali Mellerio e Cartier, che hanno esercitato una forte influenza sulla casa torinese. Il confronto ha dimostrato l'aderenza di Musy Padre e figli ai fermenti artistici più importanti dell'epoca, il Liberty innanzitutto, le cui istanze furono accolte e rielaborate alla luce di un'estetica tradizionale, legata a una committenza proveniente perlopiù dalle classi elevate. In virtù del rapporto privilegiato instaurato con la Real Casa, la ricerca offre inoltre una panoramica delle politiche di immagine attuate dalla corte sabauda dopo l'Unità d'Italia. Margherita ed Elena di Savoia, cui fu delegato il compito di costruire l'immagine pubblica della monarchia, sono state oggetto di studio attraverso le committenze di specifici gioielli, e in particolare dei diademi, la cui storia è stata ricostruita attraverso gli inventari delle Gioie in Dotazione alla Corona e i disegni conservati tra il materiale grafico. Lo studio delle politiche di immagine della corte sabauda ha rivelato come il processo di unificazione nazionale non si sia limitato a una questione politico-territoriale, ma abbia coinvolto direttamente i personaggi più in vista dell'epoca, intellettuali, politici oltre, ovviamente, gli esponenti della famiglia reale, traslando il problema dell'unità nazionale dal piano geografico a quello sociale. Studiando un ambito di ricerca ancora poco indagato, è stato quindi possibile aggiungere un'ulteriore tessera al complesso e variegato mosaico degli studi sabaudi, nell'ambito dei quali intende collocarsi questo lavoro, che ha cercato di comprendere come i gioielli, rivelatori di precise scelte di immagine, abbiano partecipato alla realizzazione di un ambizioso progetto quale l'unificazione culturale della popolazione italiana in età post-risorgimentale.File | Dimensione | Formato | |
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