Questo lavoro di tesi riguarda un approccio relativamente nuovo allo studio della città, il ¿creative city approach¿, e lo contestualizza nel panorama socio-economico italiano prestando un occhio di riguardo alla città di Torino. Gli argomenti teorici fondamentali alla base di questo nuovo approccio sono stati e sono oggetto di critica, in ogni caso l'intero dibattito ha sortito il positivo effetto di riconoscere l'importanza della creatività quale concetto chiave per l'urbanistica e per le politiche di marketing urbano in tutto il mondo. L'idea principale è che il capitalismo oggi abbia raggiunto una fase in cui le forze trainanti dell'economia non sono più la tecnologia o l'organizzazione bensì il capitale umano che grazie all'aumentata mobilità può agevolmente spostarsi da una località all'altra, seguendo le proprie preferenza personali. Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli. L'introduzione iniziale vuole raccogliere alcune delle numerose definizioni formulate per il concetto di città creativa e fornire una breve cornice descrittiva dell'odierna economia e della società in cui tali concetti hanno assunto un ruolo fondamentale. Charles Landry, dalle cui considerazioni nell'opera The Creative City (2000) nasce il concetto stesso, e l'economista americano Richard Florida sono i principali teorici della città creativa. Nel secondo capitolo si affronta il ¿creative city approach¿ sulla base dello schema interpretativo delle 3T di Tecnologia, Talento e Tolleranza elaborato da Florida nel libro The Rise of the Creative Class (2002) e applicato al contesto italiano nel lavoro L'Italia nell'Era Creativa. Pubblicato nel 2005, L'Italia nell'Era Creativa è il primo rapporto di ricerca condotto sulle città creative nel nostro Paese; se ne analizzano la struttura, gli indici elaborati e la metodologia di reperimento e interpretazione dei dati. Nel quarto capitolo si presenta l'Indice di Creatività Italiano che sintetizza i risultati ottenuti sulle tre dimensioni e restituisce un'immagine delle città italiane declinate nella loro accezione creativa. Nel quinto si approfondisce lo studio del caso specifico di Torino e ci si interroga sul grado di creatività effettivamente raggiunto dalla città alla luce del radicale processo di ripensamento di immagine e di vocazione di cui si è resa protagonista negli ultimi anni. Particolare attenzione viene posta all'attività di pianificazione strategica, agli obiettivi identificati e alle azioni intraprese nel virtuoso cammino di emancipazione della città da un modello di sviluppo di tipo fordista a un modello postfordista. Infine, nel sesto capitolo, si propongono alcune riflessioni conclusive sulle peculiarità del panorama socio-economico italiano.
Il paradigma della "città creativa" nel contesto socio-economico italiano
TAMAGNONE, DANIELA
2009/2010
Abstract
Questo lavoro di tesi riguarda un approccio relativamente nuovo allo studio della città, il ¿creative city approach¿, e lo contestualizza nel panorama socio-economico italiano prestando un occhio di riguardo alla città di Torino. Gli argomenti teorici fondamentali alla base di questo nuovo approccio sono stati e sono oggetto di critica, in ogni caso l'intero dibattito ha sortito il positivo effetto di riconoscere l'importanza della creatività quale concetto chiave per l'urbanistica e per le politiche di marketing urbano in tutto il mondo. L'idea principale è che il capitalismo oggi abbia raggiunto una fase in cui le forze trainanti dell'economia non sono più la tecnologia o l'organizzazione bensì il capitale umano che grazie all'aumentata mobilità può agevolmente spostarsi da una località all'altra, seguendo le proprie preferenza personali. Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli. L'introduzione iniziale vuole raccogliere alcune delle numerose definizioni formulate per il concetto di città creativa e fornire una breve cornice descrittiva dell'odierna economia e della società in cui tali concetti hanno assunto un ruolo fondamentale. Charles Landry, dalle cui considerazioni nell'opera The Creative City (2000) nasce il concetto stesso, e l'economista americano Richard Florida sono i principali teorici della città creativa. Nel secondo capitolo si affronta il ¿creative city approach¿ sulla base dello schema interpretativo delle 3T di Tecnologia, Talento e Tolleranza elaborato da Florida nel libro The Rise of the Creative Class (2002) e applicato al contesto italiano nel lavoro L'Italia nell'Era Creativa. Pubblicato nel 2005, L'Italia nell'Era Creativa è il primo rapporto di ricerca condotto sulle città creative nel nostro Paese; se ne analizzano la struttura, gli indici elaborati e la metodologia di reperimento e interpretazione dei dati. Nel quarto capitolo si presenta l'Indice di Creatività Italiano che sintetizza i risultati ottenuti sulle tre dimensioni e restituisce un'immagine delle città italiane declinate nella loro accezione creativa. Nel quinto si approfondisce lo studio del caso specifico di Torino e ci si interroga sul grado di creatività effettivamente raggiunto dalla città alla luce del radicale processo di ripensamento di immagine e di vocazione di cui si è resa protagonista negli ultimi anni. Particolare attenzione viene posta all'attività di pianificazione strategica, agli obiettivi identificati e alle azioni intraprese nel virtuoso cammino di emancipazione della città da un modello di sviluppo di tipo fordista a un modello postfordista. Infine, nel sesto capitolo, si propongono alcune riflessioni conclusive sulle peculiarità del panorama socio-economico italiano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/14104